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Anné, non dev’esserci sempre qualcosa da dire! Un bacio
Non si sa mai cosa dire in queste occasioni..Mi dispiace.
shopping, a volte il silenzio è il motore di condivisione migliore che esista.
LiaVera, è proprio quei pensieri che voglio evitare.
Anche io non ci sarei andata a quel funerale. Mi sarei sentita fuori luogo. Inopportuna. Invadente. O ci sarei andata nascondendomi, facendomi piccola piccola, quasi invisibile, per non disturbare il dolore dei suoi cari, per condividerlo nel silenzio della mia trasparenza.
“…non andrò al funerale. Mi sembra di invadere il dolore della sua famiglia con la mia presenza, che non può contare nulla, perché comunque non sono parte della loro vita”
mi è sembrata una frase così giusta e priva di ipocrisia che mi sembrava buona cosa sottolinearla.
La maggior parte delle volte i vicini ed i conoscenti alla lontana si presentano ai funerali solo per senso del dovere o per fare buona impressione, anche quando non sono veramente interessati alla persona che è scomparsa, ed io la trovo una cosa orribile.
Iburo, grazie. Sì, Kimerik mi ha dato tanto e mi sta dando tanto. Mi sento fortunato ad aver esordito così. A presto!
Grazie, Matto, per il commento nel mio blog e per le belle parole scritte qui in cui non posso che riconoscermi, perché anche a me è capitato, di recente, di perdere amici o di venire a conoscenza della scomparsa di un vicino.
Ricambio l’augurio e spero che la tua scrittura possa dare altri buoni frutti. Kimerik è un buon editore?
Un saluto.
Eh, c’hai ragione pure tu!
E no, questi Europei sono proprio da lasciar perdere…
Ciao!
Miya, è che certe volte le biciclette si rompono. E o le cambi o non pedali più. Mi sa che per chi amava con tutto se stesso Fabrizio la bicicletta s’è rotta e la voglia di pedalare è morta con lui. Questa è l’ingiustizia. Non che non si possa tornare a vivere, e non si possa più ridere, o essere felici, ma una mancanza così condizionerà per sempre ogni cosa, tornerà per sempre a lacerare con un piccolo ricordo di un istante. E’ questa l’ingiustizia. Che per chi resta la vita è rovinata. Come una mela. Vi saranno parti gustose, nuove possibilità, certo. Però quel vuoto marcio sarà lì incancellabile.
Mia sorella è tornata a casa qualche notte fa esultando perché un cervo le avrebbe a dire suo attraversato la strada. Mia madre sta tentando di convincerla che era un agnellino. Io sto tentando di convincere mia madre che era il fumo.
MaD, il luogo dello schianto è uno dei metri quadrati d’asfalto più calpestati del territorio aquilano. Vi transitano migliaia di automobili al giorno. Io ancora non ci vado, ma sono certo che, nonostante il gran baccano, mi sembrerà muto.
Ogni tanto arriva qualcosa o qualcuno che ti butta giù dalla bicicletta… lo so che si usa la metafora del cadere da cavallo, ma a me non piace. Per cavalcare serve troppa grazia, troppa eleganza che non ho, ti provoca troppe rotture di culo (il francesismo c’è tutto e non venite a sindacare) indi utilizzo la bici. Perchè da sempre bici significa Bartali e Coppi e i miei occhi sbrilluccicano d’immenso. La bici è simbolo di spensieratezza infantile, e io sono tanto bimbo… dentro. Tornando alle metafore – si sbanda, si cade ma ci si rialza. Si aiuta e ci si fa aiutare lasciando che a cadere, inesorabile, sia una lacrima prigione di un pensiero triste.
Quasi quasi mi faccio schifo da solo. Matt, la Stanza è con te. Non ne son sicuro, ma di certo io si. 😀
Hop, hop, hop… oggi mi sento una pallina impazzita!
P.S. non è che qualche invidioso cattivo mi sparerà per il puro gusto di vedermi abbattuto come un capriolo in Val di Non? (ci saranno i caprioli in Val di Non o ci sono solo le mele?)
-era tanto per smorzare l’allegria-
E’ capitato anche a me e capisco il tuo stato. In un incidente sui colli bolognesi è morto un ragazzo con cui giocavo in squadra a basket. Lui era un buon playmaker, io una buona ala.
Rimasi scosso e l’unica cosa che feci fu andare sul luogo dello schianto, non al funerale.
Il dolore di certe perdite è talmente privato che non voglio mai essere di troppo.
MaD
Grazio Lyonette, un bacio.
Non potevi scrivere un post migliore per dimostrare quello che provi…. kiss
stellag, già. Vorrei non apprendere mai notizie così.
che peccato…sapere di qst notizie riempie di tristezza tutti…cmq alla fine il tuo post e le tue parole arriveranno al diretto interessato….bene!
un bacio e un abbraccio virtuale..
miki, grazie! Anche se non sono io quello che sta troppo male adesso.
F. te ne sono immensamente grato. Abbraccialo forte da parte mia.
non so che dire… ti sono vicino
..grazie per le tue belle parole…farò in modo che arrivino a Stefano.
F.
Pyp, lo spero anch’io. Per quello che possono valere queste poche parole. Un bacione.
Spero davvero che lo legga il tuo post. Credo che gli farebbe molto piacere.
Gogan, procedi e poi d’un tratto sparisce il pavento e crolli al piano di sotto, dove non c’è nessuno e non c’è ossigeno.
Hai fatto bene a ricordarlo a modo tuo,forse la presenza lontana di un benchè minimo conoscente del defunto sarebbe sembrato forse un pò un atto di buonismo..e ne ho visti del genere,ai funerali..
se ti conoscessero però capirebbero che quelle quattro spine adesso ti stanno stritolando il cuore..
Lulù, non servono troppe parole. Un bacione!
Matto…
anzi, Matteo,
ti posso solo dire ce mi spiace…
Un bacio
Godelià, grazie.
Neanche io sono bravo con le parole in queste circostante. Ma mi sembrava doveroso lasciarti un commento, data la situazione, per dirti che mi sento vicino a te e alla famiglia del tuo amico. Mi dispiace.
Giuseppe
Ciao,
Sono nato a L’Aquila nel 1981.
Adesso vivo a Firenze, insegno ai bambini della scuola primaria e scrivo romanzi definiti “per bambini e ragazzi”, ma io dico non vietati agli adulti…
…e tanti altri!
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