Il libro della giungla

L’immagine di copertina è di Barbara Bongini, come tutte le illustrazioni al suo interno.

Ho scritto per Giunti questo adattamento del Libro della giungla pensato per bambini intorno ai 5-7 anni.

La storia inizia con l’arrivo del cucciolo d’uomo – un bimbetto che sta in piedi a fatica tanto è piccolo – a sconvolgere la vita e gli equilibri del popolo del Seeonee.
Non mi dilungo sulla trama che conoscete tutti. Vorrei piuttosto condividere con voi quanto sia stato entusiasmante lavorarci.

Ho sempre amato i classici per ragazzi, che ho riscoperto da grande, quando riesci a cogliere sfumature e messaggi nuovi. Il libro della giungla è uno dei miei preferiti, perché i veri protagonisti, a parte Mowgli, sono animali, e Rudyard Kipling nella versione originale li caratterizza in modo così forte e convincente da farli diventare a tutti gli effetti persone, con i loro problemi, le loro dinamiche sociali, i loro scopi non sempre così nobili (la tigre Shere Khan ha come unico obiettivo quello di banchettare col cucciolo d’uomo, per esempio; sì, proprio nel senso di mangiarselo!), i loro sentimenti messi alla prova. E i sentimenti veri devono superare tutte le prove.
Penso al coraggio e all’amicizia, che in Baloo e Bagheera trovano il più alto picco quando mettono a rischio le loro vite per salvare Mowgli dalle grinfie di un esercito di centinaia di scimmie senza legge, che non sanno distinguere la differenza fra il bene e il male. O all’amore genitoriale di Mamma Lupa e Babbo Lupo pronti a difenderlo da tutto, anche affrontando faccia a faccia la tigre. La scena in cui Mamma Lupa la minaccia con i suoi occhi infuocati – occhi di madre alla quale qualcuno vuole togliere un figlio – chiamando la temutissima Shere Kahn mangiavacche è difficile dimenticarla. Come è difficile dimenticare il momento in cui la pantera Bagheera, per la prima volta nella sua vita, si ritrova costretta a chiedere aiuto. Non è facile farlo se te la sei sempre cavata a meraviglia da solo. E invece scopri che c’è un momento in cui si ha bisogno di una mano e bisogna chiederla senza vergognarsi. Perché non c’è niente di cui vergognarsi, e un amico è lì anche per quello. E Bagheera lo fa non per se stessa, ma – indovinate un po’ – sempre per quel cucciolo d’uomo a cui vuole un bene fortissimo, scalmanato come sanno essere soltanto i bambini, con la differenza che i pericoli di una giungla sono molto diversi da quelli di un cortile.

Tuffandomi in questa storia straordinaria, ho potuto apprezzare da vicino le scelte narrative di un gigante della letteratura, e volevo più di ogni altra cosa che lo straordinario mondo creato da Kipling arrivasse ai bambini in tutta la sua bellezza.
Sebbene abbia riscritto la storia in un linguaggio vicino a quello dei bambini, non mi sono mai permesso di alterarla. Ho ragionato su ogni scena, ogni dialogo, ogni descrizione, sui sentimenti che hanno mosso le scelte e le azioni dei protagonisti, e li ho adattati perché restassero i medesimi, ma comprensibili a un lettore così giovane a cui si indirizza il volume.
Riscrivere Il libro della giungla è stata davvero un’avventura indimenticabile.

Allora buon divertimento alle mamme e ai papà che lo leggeranno ai loro cuccioli, e buon divertimento ai cuccioli d’uomo un po’ più grandi che lo leggeranno da soli.

E ricorda sempre, caro lettore di tutte le età:

“Un cuore impavido e una lingua cortese ti porteranno lontano nella giungla.”

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