Giuseppe Amorisco, uno che i video li sa fare sul serio.

Si chiama Giuseppe Amorisco, ha ventidue anni, e vive a Sampeyre in provincia di Cuneo. Studia Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione presso il Politecnico di Torino. La sua avventura come regista nasce per caso. Il fan club di Dolcenera indice un concorso. Realizzare un ipotetico video per la canzone Giusta o sbagliata, contenuta nel suo ultimo album Il popolo dei sogni. L’autore del video vincitore becca una cena con la trionfatrice di Music Farm. Giuseppe decide di partecipare spinto da un mix di passione e consapevolezza di avere qualità e conoscenze tecniche per poter riuscire in un progetto per nulla semplice.
Il risultato finale è sorprendente. Un video, di cui lui stesso è protagonista, che non ha nulla da invidiare a quelli che ogni giorno vediamo scorrere sui canali musicali; e se non sapessi chi l’ha realizzato e perché, potrei tranquillamente convincermi che sia il video del nuovo singolo di Dolcenera.
Eccolo qua.

 
 
Quel concorso non l’ha vinto. Il perché dovremmo chiederlo a chi ha valutato i lavori in gara, considerato anche il video scelto. Un secondo posto a mio umilissimo e insindacabile parere ingiusto, e dovuto credo al dislivello immenso rispetto agli altri. Come se avessero premiato il migliore tolto il suo; come se il suo fosse troppo poco amatoriale per partecipare. E non ha molto senso questo. Comunque lui le sue soddisfazioni se l’è tolte tutte.
Udite udite. Il suo video è primo nella classifica di Community su All music. Tra l’altro Giuseppe è stato intervistato in diretta da Luca e Valeria, i due presentatori. Ma non finisce qua. Ha realizzato un DVD che contiene oltre al video una serie di extra, tra cui il backstage giorno per giorno dei momenti più simpatici e significativi delle riprese. Il DVD è distribuito e venduto per una giusta causa, supportata dal NoirFansClub. Si tratta di un vero e proprio karaoke tour passato già per Bergamo e Torino e che toccherà Bologna il 27 luglio, Reggio Calabria l’11 agosto, e Roma il 22 Settembre. In ogni tappa c’è un banchetto Panda dove chi vuole contribuire può acquistare uno dei gadget o fare un’offerta per il CIFA, l’associazione no-profit che si pone come obiettivo quello di tutelare i diritti delle categorie più deboli, donne e bambini, realizzando adozioni a distanza e cercando di superare le barriere internazionali, che ancora troppo spesso rallentano le adozioni reali. In ogni tappa ci saranno ospiti illustri che hanno deciso di devolvere parte dei proventi delle vendite delle loro opere al progetto benefico. Giuseppe è stato presente col suo DVD in alcune serate nelle quali tra l’altro è stato proiettato il video.
Chi dovesse capitare a Bologna, Reggio, o Roma vada a dare un’occhiata. Partecipare a manifestazioni di questo tipo costa poco e fa moltissimo.
Vi lascio il link della sezione del forum in cui è ben spiegata l’iniziativa nella sua completezza.
 
M.
 

Complimenti a Giuseppe che dopo il successo di Giusta o sbagliata, ha deciso di riprovarci. In questi giorni sta montando il nuovo video Tutto è niente, sempre di Dolcenera, che avrete modo di vedere nella Stanza non appena sarà pronto. Magari in anteprima.

Stronzo di un postino

Io non so se quella dei postini sia una categoria per la totalità composta da stronzi, oppure se a essere stronzo sia soltanto il mio. Fatto sta che la favoletta del postino che suonerebbe sempre due volte si è rivelata una gran cazzata. A Preturo il postino suona, bene che va, mezza volta, e poi va via ad una velocità che Road Runner (Beep Beep) di Willy Coyote gli fa una pippa.
Ieri sono rincasato verso le tre e mezza. E quando le notti non finiscono (all’alba nella via, le porto a casa insieme a me ne faccio melodia, e poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere…) vuol dire che c’è qualcosa di magico nella mia vita di adesso. Però la mattina, non dico tutta, ma una buona parte, uno la vuole passare a dormire. È una conseguenza logica, o sbaglio?
Suona il citofono alle nove in punto. I soliti ventotto secondi (pure pochi!)  per svegliarmi e capire cosa succede. Avrò diritto a un attimo per ritrovare i contorni delle cose, o no? Dalla finestrella del bagno riconosco la Panduccia bianca. Impreco inutilmente al soffitto, giusto per sfogarmi tra me e me. Una cosa mia insomma. Alzo la cornetta e dico: “Arrivo”. Riattacco. Scendo le scale in boxer e maglietta del pigiama, con tanto di barchette a vela blu. Apro la porta. Attraverso il giardino in ciabatte. Arrivo al cancelletto. Spariti Panda e postino.
Che palle!
Certo non posso incazzarmi perché suona, quello no. Però – dico – (non ricominciamo con le coppie di fatto ché il discorso ha già rotto. Era semplicemente indicativo presente del verbo dire, prima persona singolare. Io dico.) visto che m’hai svegliato, aspetta due minuti cazzo!
Poco male. Mi volto verso la cassetta per ritirare il talloncino che certamente avrà lasciato. Vuota. Quindi?
Non ho capito. Voleva fare quattro chiacchiere con me? Parlarmi dei suoi problemi di cuore? Raccontarmi delle sue storie passate; della vecchia madre che odia la ragazza perché è convinta che voglia sposare il suo idiota pargolo solo per interesse? Del suo cane che mangia poco? Cosa vuoi da me maledetto postino? La prossima volta abbi almeno il coraggio di aspettarmi.
 
M.
 
Qualche giorno fa mi sono ritrovato per caso ad ascoltare un testimone di Geova. Quando ha detto che è il diavolo tentatore che ci induce a fare sesso prima del matrimonio, mi ha fatto un po’ pena.

Una succosa morte

Non provo repulsione per gli insetti. E neanche un folle amore. Non sono uno di quelli che se calpestano un uovo di moscerino piangono e si infliggono lancinanti pene corporali per l’efferato omicidio appena compiuto, e neanche appena vedo un animaletto più o meno volante gli piombo addosso e lo spiaccico a suon di frustate col Messaggero.
No.
Io lascio vivere. Esistono loro, esisto anch’io. Tu stai alla larga da me, io sto alla larga da te. Non mi pare un concetto di difficile comprensione.
Succhio l’anguria e sputo i neri semi di malavoglia. Devo mangiarla anche se non mi va, altrimenti domani finisce nel bidone della spazzatura, e non è che la cosa m’intristisca particolarmente. Già è parecchio andata, farinosa e di un rosso scuro, che prendi in mano la fetta, e la polpa si stacca da sola e cade sul tavolo. La schifosa mosca grassa, attirata dal dolce succo, si avvicina rumorosamente e non mi si scolla di dosso. Glielo dico. Stai attenta che finisci male. È temeraria e non s’arrende; non sa che è sbagliatissimo sottovalutare il nemico, soprattutto se è grande cinquecento miliardi di volte lei. Lo so che gl’insetti non capiscono, ma questo non allevia il fastidio di un ronzio continuo, e poi le piccole zampette che si posano, e si staccano, e si posano ancora, un po’ più giù, sulla gamba, e io provo a scacciarla, ma lei ritorna.
Quando non vuoi sentire, spegni la fonte del rumore.
La musica dello stereo t’infastidisce?
Premi off.
Scatta l’allarme della macchina perché un topo ha sfiorato la ruota?
Premi off.
Sei ad una festa e ti stai eccessivamente rompendo i maroni?
Te ne vai.
Solo che io sono a casa mia e non esiste telecomando per liberarmi del peloso insetto. Allora penso che forse se l’accontento la smetterà di volarmi sopra. Bene. Colpisco la mosca con il panno per asciugare i piatti, e poi, mentre si dimena sul tavolo stordita, alla ricerca della lucidità per riprendere il volo, sollevo il mezzo cocomero e glielo appoggio sopra, dalla parte della scorza. Starà percependo quel lieve scricchiolio come un semplice spappolamento di ogni microparte del corpo. Non ronza più. Ha avuto quello che desiderava.
Ora sì che è una mosca soddisfatta.
 
M.
 
Il mio dirimpettaio, in bilico sulla scala, sta trasformando il suo balcone in una gabbia, illudendosi di poter impedire così ai suoi gattini la libertà. Se fossi uno dei suoi due gatti, ora gli salterei addosso, in una coccola estrema. Giusto per fargli perdere l’equilibro.

Lunedì light

Appena spedito l’ultimo Supermarket24. Dovrò farne altre copie per altre possibilità. Il grosso è andato, giusto altre poche. Cinque o sei. Ho qualche debito da saldare e sono in rosso. Domani o dopodomani passo in libreria a ritirare le vendite di Non farmi male, almeno avrò l’autonomia di un altro mesetto di week-end e giovedì cocktail. Gli editori dopo la bomba atomica dei tre NO nello stesso giorno, paiono essersi calmati. Magari già in vacanza, sotto gli ombrelloni a godersi i loro successi editoriali. Torneranno presto più bastardi che mai. Intanto vi segnalo una recensione del mio libro Non farmi male, scritta da Valentina M, giornalista di Sipario, che con passione e amore entra nelle storie e le vive, ritrovando in ogni respiro connessioni con l’arte di chi ha raggiunto tutto. Anche se l’ho già fatto, voglio ringraziarla ancora. Clickate quaggiù.

 
È lunedì. Allora buon inizio settimana a tutti.
 
M.
 
Per la serie schifezze in piena notte: ieri, tornato da una splendida serata, ore due e mezza, ho spalmato quello che era rimasto del Philadelphia su una fetta di pane mediamente secca, e poi quello che era rimasto della salsa tartufata, sopra. Non sopporto le confezioni semivuote. Occupano solo spazio. Unica consolazione, il Philadelphia era Light.

Il germe Facchino

La storia di Facchinetti junior e del suo coraggioso e malriuscito tentativo di apparire simpatico su YouTube non ha colpito solo il Matto (chi s’è perso il post lo trova un po’ più giù. Non mi fate mettere i link ché non mi va!), ma anche migliaia di altri fruitori della rete, che hanno accolto il fenomeno Facchinetti-YouTube come si accoglierebbe la notizia di una calamità naturale; che so, l’arrivo di un meteorite che in meno di quarantotto ore impatterà col pianeta sterminando l’ottantanove per cento della popolazione. Io volevo finirla là. Poi mi sono arrivate altre segnalazioni di chi non si è limitato a lasciare un segno, ma ha ingaggiato una vera e propria battaglia a suon di filmati contro il germe Facchino, che a quanto pare sarebbe tanto potente da rimuovere la cascata di commenti negativi giunti, salvando solo quelli dei suoi simili. E allora il Matto ha deciso, dopo essersi letteralmente scompisciato dalle risate, di supportare la lotta postando il video del simpatico BlackSun per augurarvi un’allegra domenica.

 
Chiudo con un frase che ho appuntato ieri notte alle quattro per non permettere al sonno e ai sogni di portarla via. Chi ha orecchie per intendere intenda. Anche se temo non possegga neanche gli elementari strumenti logici per poterlo fare, comunque…
Ad alcune persone occorrerebbe una lunga immersione formativa in una vasca colma di rispetto liquido e bollente educazione.
 
M.

Technorati ti odio! Auguri Luca!

Mi sto chiudendo. Sono incappato – mannaggia la miseria – in BlogItalia. C’è una specie di mega classifica dei blog più visitati, poi dice segnala il tuo blog!, allora ho segnalato la Stanza. Navigando navigando ho inteso che solo quelli iscritti a Technorati (se qualcuno mi spiega cos’è ché io ancora non l’ho capito, e a questo punto mai lo capirò) vengono rilevati per la classifica, e allora mi sono iscritto, ma quelli dicono che non è vero. Poi il sito è in Inglese, e allora chissà se dicono proprio che non è vero, oppure che manca qualcosa, oppure che ho sbagliato un passaggio, o tutti i passaggi, o che sono un idiota. O uno stronzo (magari ci vanno giù pesante e io non me n’accorgo). Allora ho preso a copiare nel template tutti i loro codici, ma apparivano robe orribili; l’ho modificati, ma probabilmente ora non funziona più, come se prima funzionasse. Poi è apparsa un’icona con la bandierina dell’Italia, che rileva i feed, un feed generator, che fa? Boh, ma pare che ce l’hanno tutti. Ho chiuso mandando ripetute volte affanculo blog, classifiche, template, tastiera (che si dimentica i caratteri), mouse zozzo lercio che custodisce la schifosa pallina intrappolata dalla polvere appiccicosa mischiata a tutte quelle particelle che il super Kirby rimuoverebbe al solo nominare il suo nome, e quella minchia di freccetta che per farla camminare devo zappare sul tappetino; Technorati che odio con tutto me stesso senza neanche sapere che forma abbia, e quella maledetta scrittina fluorescente con tanto di lampadina delle idee che continua a dirmi iscriviti a Technorati! come se non ci stessi provando da ore; il monitor (ok, è l’unica cosa che funziona, ma se affanculo ci vanno tutti non capisco perché non dovrebbe andarci anche lui) e anche la vicina di casa che mi sta lievemente cascando sotto i maroni. Chiudo tutto. Non ho risolto niente, niente è cambiato, a parte il nervoso cosmico e la furia che cresce contro la tecnologia avanzante. Bene. Chi c’ha capito qualcosa è bravo. Io sono un grande (…). Ora ci starebbe bene la sigla di Bravo Bravissimo.
Intanto complimenti a Niccolò Ammaniti che col suo ultimo romanzo Come dio comanda ha vinto il premio Strega 2007. Sono contento per lui. È un autore che amo, ma non posso non dire che a parer mio quest’ultimo libro, per quanto comunque di altissimo livello è il meno riuscito. Mi domando come mai non l’abbia vinto con Io non ho paura ad esempio. Il potere degli editori e il grande ritorno dell’autore dopo oltre cinque anni di silenzio, il successo di vendita del libro comunque non ai livelli attesi, a mio parere hanno inciso profondamente sulla decisione di premiarlo.
Saluto tutti. Technorati stai attento perché io ti troverò, e allora per te sarà la fine!
 
M.
 
Oggi è il compleanno di Luca. Tanti auguri ad uno che mi ha dimostrato, senza far uso di troppe parole inutili, quanto può essere splendida e significativa un’amicizia. Chi l’ha detto che per essere fratelli bisogna per forza avere nelle vene lo stesso sangue? Grazie per tutto quello che sai, e che sei.

Vermi – diario d’amore

Monserrat ha ventiquattro anni, vive a Milano e per pagarsi gli studi lavora come centralinista in un call center erotico. La prima chiamata che prende cambia la sua vita, quando la voce di uno sconosciuto dall’altro capo del telefono le sussurra: “Non ti sto offrendo una tenera noia, tu vuoi essere sconvolta”. È Davide, artista affascinante e sfuggente, animato da uno smodato desiderio di possesso. La piccola Monserrat si lascia trascinare nella spirale di giochi di Davide. L’amore la travolge e lei si fa inghiottire con innocente spontaneità. La sua natura passionale la catapulta in un rapporto simbiotico, fino a perdere le tracce di sé. È confusa. Persa in quel lunghissimo attimo nebbioso dal quale esce d’improvviso, con la scelta di partire per l’India, non tanto per ritrovare se stessa quanto per provare a vivere al di fuori di una relazione sentimentale, che stringe e si fa fondamentale fino a soffocare ogni altro spicchio di vita. È lontana eppure non dimentica. Non si possono dimenticare pulsioni tanto vere, irrefrenabili. Le uniche ad averle fatto conoscere la completezza del cuore e del corpo. E allora dall’India racconta la sua storia con Davide, alternandola alla scoperta e alla estenuante fatica, di ambientarsi in un paese così difficile. Monserrat vive la contemporaneità non giudicandola, ma tuffandosi senza paracadute. È un’esploratrice di sé stessa; legge il suo dentro attraverso le esperienze e gli incontri, le reazioni, i compromessi, la strada. L’India la trasforma da ragazza sprint di città a giovane donna più consapevole e riflessiva; che sa valutare e proteggersi. Vedere il mondo dall’alto e comprenderne certi meccanismi per restare a galla, senza permettere a nessuno di privarla del respiro. Vermi è il suo diario, un viaggio nello spazio e nell’intimo sentire, dove amore e allucinazioni si intrecciano in modo indissolubile. Scene intense, che richiamano l’anima e la catalizzano sulla pagina. Una scrittura incisiva, che taglia e resta con poche parole. Senza fronzoli, secca e definitiva come un’accettata violenta, romantica come un bacio leggero e indimenticabile.
Vermi inaugura la collana Neon! di Tea diretta da Aldo Nove. Un esordio che fa rumore quello di Giovanna Giolla, già apprezzata da molti per la sua rubrica Transiti su Repubblica nella quale scrive brevi racconti.
vermigioL’autrice ha un blog che vi invito a visitare, per conoscerla meglio, ma soprattutto per entrare nelle vene di Monserrat, e nutrirvi di quel calore contemporaneamente sporco e puro.
Leggete Vermi, perché Giovanna Giolla è una rivelazione, perché Giovanna Giolla sembra conoscere il segreto per narrare le emozioni.
  
M.

Vermi
Diario d’Amore

Romanzo di Giovanna Giolla
Edizioni Tea

Technorati Profile

So leggere, scrivere, e so anche scrivere di ciò che leggo!

Leggo. So leggere (anche ad alta voce), e mi piace. Farmi trasportare dalle acque vive di una buona storia. Non tutte le storie sono buone. Almeno per me. Alcune riescono a farsi amare da tutti, altre solo da pochi, altre ancora spaccano in due, costringendo contemporaneamente alla venerazione e all’odio. Ho parlato di parecchi libri nell’altro blog, che proprio oggi, dopo un mese di preavviso, hanno chiuso e cancellato, sostituendo due anni della vita di molti con l’accogliente messaggio:

RCS Libri tornerà presto con nuovi siti che, grazie a communities mirate, daranno nuove opportunità ai lettori e ai navigatori, con spunti di discussione, iniziative, dibattiti focalizzati sul mondo dei libri e della cultura in generale.

Tornate a trovarci… (Sicuramente!)

Fanculo voi e le communities, mi verrebbe da dire. E lo dico.
Fortuna che sono fuggito in tempo, per sentire, ora, soltanto una lieve malinconia. Qualche illuso sperava di poter  scrivere ancora su DiaBlogando. Non mi son piaciuti per niente, e allora sono andato via; e non avrei cambiato idea qualora c’avessero ripensato.
Torniamo a noi, parlavamo di recensioni. Mi arriva una mail.
Ho voglia di collaborare con un sito nuovo, giovane, vario? Magari con qualche recensione?
. Il sito è serio ma non troppo di nome e di fatto, e oggi è uscita la prima. Mi sono occupato di Mare delle verità, l’ultimo romanzo di Andrea De Carlo. Date un’occhiata alla recensione e a tutto il portale. Ci trovate classifiche, passatempi, giochi, film, libri, moltissime sezioni da esplorare. Il link lo trovate anche in Parole nella rete e la recensione di Mare delle verità inaugura la nuova sezione della Stanza: Le recensioni del Matto. A coloro che son già lì, pronti a deridermi, e mi puntano il dito accusandomi di aver scelto il titolo in italiano solo perché non so come si dice recensione in Inglese, rispondo che recensione in inglese si dice review. (Giusto?)
 
M.
 
Grazie a Dio, sì, proprio Lui, ho terminato Con le peggiori intenzioni di Piperno. La consacrazione dell’orrore. Un contenitore di parolone saccenti, per la serie Io so scrivere, che se non hai un vocabolario a portata di mano non ci capisci un tubo. (Che poi non è che col dizionario il concetto cambi molto.) L’ho finito solo perché, spinto non so da cosa, l’avevo acquistato a prezzo pieno. Quasi quasi lo uso per provare le penne. Non fate il mio stesso errore. E non parlatemi di Piperno. Non lo voglio sentire mai più nominare .

Intervistina al Matto che, nel frattempo, pulisce.

OK. È tornato il silenzio. La Stanza non è mai stata così affollata da tante voci pazze; però, ragazzi, una mano a pulire potevate anche darmela. Patatine sbriciolate e appiccicate sul parquet, la tenda azzurrina macchiata col pomodoro delle pizzette, sei bicchieri di cristallo andati in frantumi, e se scopro chi è stato me lo faccio a passo di canarino, due profilattici sporchi abbandonati vicino alla poltrona gonfiabile, e uno aperto che sembrerebbe pulito (ahia, cilecca!) sopra al comodino, e mia madre che piange, mentre con pezzetta logora e secchio d’acqua, struscia disperatamente il battiscopa all’angolo dell’armadio, sperando di lavar via il fango che vi siete portati dietro, passando per chissà quali praticelli di terra smossa prima di giungere alla mia residenza.
Comunque è andata. Scherzi a parte, grazie a tutti quanti per questa specie di meraviglioso Tsunami d’auguri e allegria. Ci voleva.
Bene, ora torniamo seri perché, anche se in molti l’avranno dimenticato, distratti da trombette e balli scatenati, il matto è anche uno scrittore. Fortuna che qualcuno se lo ricorda, in questo caso il critico letterario Simone Gambacorta che mi ha intervistato per la rivista on-line AbruzzoCultura.
Allora fate una bella cosa. Mentre io finisco di rassettare, cliccate QUA e leggetevi l’intervista; vi aiuterà a conoscere un po’ meglio Non farmi male e quello che c’è dietro.
 
M.

Come avrete notato, oltre alla sfiziosissima tag-board di saluti&baci, ho inserito una nuova sezione. Matto’s bazar, (il the iniziale l’ho volutamente omesso, appesantiva!) nella quale piano piano confluiranno illogicamente un po’ di cose che riguardano il matto, sparse qua e là per il web.