Intervistina al Matto che, nel frattempo, pulisce.

OK. È tornato il silenzio. La Stanza non è mai stata così affollata da tante voci pazze; però, ragazzi, una mano a pulire potevate anche darmela. Patatine sbriciolate e appiccicate sul parquet, la tenda azzurrina macchiata col pomodoro delle pizzette, sei bicchieri di cristallo andati in frantumi, e se scopro chi è stato me lo faccio a passo di canarino, due profilattici sporchi abbandonati vicino alla poltrona gonfiabile, e uno aperto che sembrerebbe pulito (ahia, cilecca!) sopra al comodino, e mia madre che piange, mentre con pezzetta logora e secchio d’acqua, struscia disperatamente il battiscopa all’angolo dell’armadio, sperando di lavar via il fango che vi siete portati dietro, passando per chissà quali praticelli di terra smossa prima di giungere alla mia residenza.
Comunque è andata. Scherzi a parte, grazie a tutti quanti per questa specie di meraviglioso Tsunami d’auguri e allegria. Ci voleva.
Bene, ora torniamo seri perché, anche se in molti l’avranno dimenticato, distratti da trombette e balli scatenati, il matto è anche uno scrittore. Fortuna che qualcuno se lo ricorda, in questo caso il critico letterario Simone Gambacorta che mi ha intervistato per la rivista on-line AbruzzoCultura.
Allora fate una bella cosa. Mentre io finisco di rassettare, cliccate QUA e leggetevi l’intervista; vi aiuterà a conoscere un po’ meglio Non farmi male e quello che c’è dietro.
 
M.

Come avrete notato, oltre alla sfiziosissima tag-board di saluti&baci, ho inserito una nuova sezione. Matto’s bazar, (il the iniziale l’ho volutamente omesso, appesantiva!) nella quale piano piano confluiranno illogicamente un po’ di cose che riguardano il matto, sparse qua e là per il web.