So leggere, scrivere, e so anche scrivere di ciò che leggo!

Leggo. So leggere (anche ad alta voce), e mi piace. Farmi trasportare dalle acque vive di una buona storia. Non tutte le storie sono buone. Almeno per me. Alcune riescono a farsi amare da tutti, altre solo da pochi, altre ancora spaccano in due, costringendo contemporaneamente alla venerazione e all’odio. Ho parlato di parecchi libri nell’altro blog, che proprio oggi, dopo un mese di preavviso, hanno chiuso e cancellato, sostituendo due anni della vita di molti con l’accogliente messaggio:

RCS Libri tornerà presto con nuovi siti che, grazie a communities mirate, daranno nuove opportunità ai lettori e ai navigatori, con spunti di discussione, iniziative, dibattiti focalizzati sul mondo dei libri e della cultura in generale.

Tornate a trovarci… (Sicuramente!)

Fanculo voi e le communities, mi verrebbe da dire. E lo dico.
Fortuna che sono fuggito in tempo, per sentire, ora, soltanto una lieve malinconia. Qualche illuso sperava di poter  scrivere ancora su DiaBlogando. Non mi son piaciuti per niente, e allora sono andato via; e non avrei cambiato idea qualora c’avessero ripensato.
Torniamo a noi, parlavamo di recensioni. Mi arriva una mail.
Ho voglia di collaborare con un sito nuovo, giovane, vario? Magari con qualche recensione?
. Il sito è serio ma non troppo di nome e di fatto, e oggi è uscita la prima. Mi sono occupato di Mare delle verità, l’ultimo romanzo di Andrea De Carlo. Date un’occhiata alla recensione e a tutto il portale. Ci trovate classifiche, passatempi, giochi, film, libri, moltissime sezioni da esplorare. Il link lo trovate anche in Parole nella rete e la recensione di Mare delle verità inaugura la nuova sezione della Stanza: Le recensioni del Matto. A coloro che son già lì, pronti a deridermi, e mi puntano il dito accusandomi di aver scelto il titolo in italiano solo perché non so come si dice recensione in Inglese, rispondo che recensione in inglese si dice review. (Giusto?)
 
M.
 
Grazie a Dio, sì, proprio Lui, ho terminato Con le peggiori intenzioni di Piperno. La consacrazione dell’orrore. Un contenitore di parolone saccenti, per la serie Io so scrivere, che se non hai un vocabolario a portata di mano non ci capisci un tubo. (Che poi non è che col dizionario il concetto cambi molto.) L’ho finito solo perché, spinto non so da cosa, l’avevo acquistato a prezzo pieno. Quasi quasi lo uso per provare le penne. Non fate il mio stesso errore. E non parlatemi di Piperno. Non lo voglio sentire mai più nominare .