Anime di cristallo

(ANSA) – NAPOLI, 2 MAG – Un ragazzino di 12 anni si e’ lanciato dal quinto piano di un’abitazione di via Tagliamento nel pieno centro ad Avellino ed e’ morto. Secondo una prima ricostruzione della polizia, il tragico gesto sarebbe avvenuto dopo un rimprovero che il 12enne avrebbe avuto dai genitori. Il fatto e’ accaduto a pochi passi dal Tribunale di Avellino.
 
Sembra che l’andare avanti dei tempi accentui l’insicurezza nelle persone. Se ci pensate è un paradosso. Con lo scorrere degli anni dovremmo acquisire sempre nuove certezze dateci dal conoscere un po’ di più la realtà, l’ecosistema in cui viviamo, il nostro pianeta, le possibilità del corpo e della mente, e invece ad un’apparente crescita scientifico/tecnologica corrisponde una terrificante involuzione interiore. Nasciamo deboli, come tutti gli esseri che trovano la vita, soltanto che adesso la crescita naturale dell’individuo è sempre più soltanto apparente, riguarda aspetti superficiali e visibili; pare contare solo quello: l’esteriorità. Manca l’educazione dell’Io, il nutrimento all’anima e al carattere, aspetti che non si palesano agli occhi, ma custodiscono un’importanza fondamentale: sono l’essenza della persona, saranno giudici nel percorso della vita. Siamo d’accordo che la vita non è sempre semplice, che esistono ingiustizie tali da abbattere chiunque, anche dotato di una forza interiore straordinaria, però insomma, io mi ricordo di quando mia madre e mio padre me le davano di santa ragione. Mi ricordo le urla, mi ricordo gli schiaffi, mi ricordo che mia madre usava la paletta di legno per girare la pasta, o il battipanni, e faceva veramente male. Non si limitavano a sgridarmi, ecco. Piangevo, sì, però quelle lacrime avevano già in sé uno spirito di ribellione, di rivincita. Quelle lacrime arrabbiate erano vita. Questo per dirvi che non mi è mai saltato in mente di buttarmi dal balcone dopo una sgridata.
Allora mi chiedo: stiamo davvero diventando così fragili?

59 commenti su “Anime di cristallo

  1. noi non eravamo così plateali forse. rinchiudevamo la nostra fragilità nella nostra stanza o la soffocavamo nel cuscino inumidito di lacrime. oggi quello che sembra venire insegnato è teatralità, teatralità, teatralità. non si sa più come attirare l’attenzione, senza soffermarsi a pensare che a volte è più utile fermarsi ad ascoltare.

  2. Malley, il mio ovviamente non era un esortare ad usare le mani, ma solo un paragonare metodi educativi che sono stati usati con me alla sgridata che ha portato quel ragazzino a suicidarsi. E’ vero, è aumentata la distanza, anche se io, ad esempio, non ho mai sentito i miei particolarmente vicini.

  3. Benvenuto nell’età dei figuranti.

    A parte le frasi fatte, non credo sia una questione di botte o meno (da evitare sempre e comunque a mio modesto avviso, non in quanto traumatizzanti ma sostanzialmente inutili) ma credo sia aumentata la distanza tra genitori e figli, vuoi per fattori socio/economici che per chissà cos’altro. Non generalizzerei troppo però, casi come quello che hai citato sono sempre esistiti.

  4. matteo, l’hanno detto tutti e non lo posso dire io? Rispondo ai commenti singolarmente per due motivi: uno di ordine tecnico l’altro di senso. Quello tecnico è che trovo difficoltà a scrivere tutto in un unico commento, mi confondo col codice, devo stare continuamente a rieditarlo perché mi dimentico qualche virgoletta o slash. Il secondo riguarda il significato che do ad ognuno dei lettori. Credo meritino tutti una risposta singola, la vedo come un’attribuzione di valore alla persona, di rispetto.

  5. 1) se si arriva a “non ci sono più i giovani d’oggi di una volta”, credo l’abbiano detto tutti tranne Adamo.

    2) curiosità “tecnica”: perché rispondi ai commenti 1 per 1, invece di usare un solo commento?

  6. un mio fratello ha conosciuto, su tre figli, il battipanni sul culo! ho avuto genitori splendidi, uno non c’è più per scelta. oggi sono mamma di una peste di 5 anni…e ha visto la mia mano forse tre volte, l’ultima avantieri quando ha scaraventato con forza il cane in un cespuglio di fiori viola per giocare…..ha preso 4 botte sul culetto! per fargli capire il rispetto per gli animali…..quel fratello che ha conosciuto il battipanni, oggi è il più malinconico! ha 40 anni e due figli!…..certo è che la società gioca parecchio i cervelli, soprattutto quelli dei bambini che compiono azioni per imitazione. ciao….vado dal mio angelooooooooooo

  7. lorenzo, abbiamo tutti tra le mani una piccola possibilità di cambiare un po’ il mondo che non ci piace. Un po’, io ci provo sempre. Un abbraccio forte.

  8. bassotuba, io dissento un po’. E’ vero che i mezzi di comunicazione amplificano il segnale permettendoci di conoscere storie che sarebbero passate inosservate, ma non credo sia come una volta. Non lo credo guardando la mia microrealtà e facendo un paragone.

  9. matteo, io non so dare risposte, però è un dato di fatto che le generazioni passate a partire anche dai venticinquenni di ora, erano più salde, più pronte a reagire. I giovanissimi di oggi sembra si possano sgretolare da un momento all’altro.

  10. Chiaretta, la sensibilità è legata al sentire, al percepire le cose per quello che sono, a subirle anche. E’ splendido arrivare alla sensibilità. Buon week anche a te! Bacio.

  11. Monia, la nostra è una civiltà che avanza verso l’autodistruzione, il caos, la brutalità, l’istinto, la violenza gratuita. Tutto questo mi fa paura.

  12. Orangecat, concordo in pieno. Non esiste più il premio all’impegno; i bambini pretendono e basta. Io ho avuto il cellulare come regalo di diciotto anni, mia sorella a tredici, ora i genitori lo regalano a nove, dieci anni. Un abbraccio!

  13. jerome, forse il punto è che non si riesce a trasmettere alle giovani generazioni il valore della vita. Perché la vita va oltre qualunque dolore, certamente oltre qualunque rimprovero. Ti voglio bene anch’io.

  14. dorame, credo che le attenzioni da parte dei genitori siano solo una componente. Prima il carattere del bambino cresceva insieme al bambino, ora si fa sempre più fragile, non so.

  15. Io ne ho prese ma tante ma tanteeeeeeeeeeeeee!! ke neank ti immagini! e c’è stato un periodo che (non è uno scherzo) almeno uno schiaffo al giorno (soprattutto da mia madre) lo prendevo!…e poi nn ti dico quando me li tirava mio padre ke doloreee!!!…xo adesso sono contento di averne prese…cioè…capiamoci…io quando le ho prese le ho sempre meritate (tranne una volta ke era stato mio fratello a strappare la tenda, ma poi mio papà mi ha subito chiesto scusa=))…e quindi sarebbe stato molto peggio se nn mi avessero dato sberle…..che poi tanti dicono che “picchiare” i bambini nn serve a niente e così e cosà…cazzarola dopo 2 o 3 volte ke ti arrivano dei bei sganassoni voglio vedere se fai ancora quella cosa ke ti ha portato a prenderli!!

    m

  16. Io matteo ne ho prese di santa ragione e continuo tutt’ora ad essere ssgridato, secondo me è il rapporto di stima e rispetto verso e coi genuitori che manca, tutti si son focalizzati sulla fragilita’ del bambino, nessuno sull’incapacità dei giovani genitori (generazione prima della nostra) a farli. Credo che i mass media abbian cancellato tantissimi valori, credo che abbiano annullato il rispetto verso le persone e quindi verso la vita, credo che non ci sian piu’ valori forti su cui basare la propria esistenza, e queste putrtroppo ne son le conseguenze, ed io in questo mondo ci sto male, male davvero!

    Scusa la lunghezza, buona domenica e serata!!

  17. penso che da questo punto di vista, sì, siamo più fragili. Sempre di più. E temo che se noi non faremo niente questa fragiltà verrà trasmessa anche ai nostri figli. Bisognerebbe trasmettere il senso della felicità senza supportarla con cose materiali. Bisognerebbe spiegarla attraverso la rinuncia che ripaga, la soddisfazione personale, l’amore. Non c’è più spazio per questo. I genitori ci rinunciano, e i figli non lo capiscono. Oppure i genitori ci provano e i figli non vogliono capire. O ancora, a tutti è indifferente tutto.

    E’ questo il punto, secondo me: la crescente indifferenza, che si è impadronita delle anime. Se una madre sgrida un figlio, il figlio non piange più, quindi non si ribella: si sente un fallito, perché sente di avere bisogno dell’approvazione dei più grandi. E’ questa la catastrofe.

  18. Forse apparentemente è cosi.

    Solo che secondo me per capire veramente una persona bisogna viverla,entrarci dentro…

    Magari quel ragazzino aveva altri mille problemi,e non aveva nessuno con cui parlare,magari i genitori erano troppo presi dai loro problemi per capire quelli del figlio.

    A volte le persone si distraggono…e qualcuno ci rimette.

    Magari quel ragazzino non si è buttato di sotto solo per una sgridata.

    Un abbraccio.

  19. credo che uno sia fragile se compie un gesto del genere ma sono altrettanto convinto che sto genere di fragilità sia sempre esistito .. la differenza è che una volta non c’erano i mass-media….

  20. a questa faccenda dell’Io, dell’Es e del Sé ci credo sempre meno. Come fai a dire cosa è Io, cosa è Es e cosa è Sé? Mica siamo fatti a comportamenti. Siamo piuttosto (mal)educati e gestire emozioni bollate come “negative” e a cercare di rimuoverle/sublimarle/negarle/caproespiotarle,

    convinti, magari, che eliminare i sintomi risolva quella che consideriamo una malattia.

  21. Purtroppo credo proprio di si è la società che ci porta a volere essere sempre apprezzati, tutti primi della classe, dimentichiamo cosa vuol dire perdere e questo è sbagliato, dobbiamo saper accettare anche i nostri difetti e limiti…

    mi spiace però per questo ragazzo…

  22. Caro Matto, temo proprio che la risposta alla tua domanda sia un “bel” si…magari il discorso non vale per tutti, non è bello e forse neanche giusto generalizzare…però credo che ci sia un mare di gente che non dedica una cura sufficiente alla propria anima -o alla propria crescita interiore se preferici chiamarla così-, ritenendo una tale attenzione come segno di debolezza…quando invece si tratterebbe solo di sensibilità…ma a quanto pare questo mondo in cui siamo immersi sembra voler identificare la sensibilità con la debolezza; secondo il mio modesto parere, invece, la sensibilità ci rende fragili solo nell’immediato, ma col passare del tempo ci rende più consapevoli di noi stessi e quindi più forti.

    Ciao Matto, buon fine settimana!

  23. “Anime sempre più fragili”: io credo proprio di si…Purtroppo.

    Ho sentito questa tragica notizia ieri e ancora una volta sono rimasta “sbalordita e sbigottita”, e mi dico menomale di aver riprovato questo sentimento, seppur di profondo biasimo, dato che oggi sempre più è diventato anche difficile “stupirsi ancora”…

    Mi chiedo non “chi”, ma “cosa” stiamo diventando? Solo il giorno prima la notizia di quel padre che ha tenuto segregata la figlia per 24 anni in quello scantinato murato e senza finestre, con i figli dell’incesto…E la madre al piano di sopra che non si dava pace per la scomparsa della figlia…

    E solo stamattina, appena accesa la tv: (il buongiorno) ragazzo di 29 anni pestato a morte (difatti è morto) da un gruppo di balordi per essersi rifiutato di dar loro una sigaretta…

    Ci sono parole per rispondere a questo? Si resta ammutoliti, in noi cresce la paura. Quante persone non riescono più a uscire di casa da sole, se non accompagnate? Quante non dormono più la notte per paura che qualche pazzo venga loro a far visita per portarsi via la loro vita, per una maciata di euro?

    Mah….

    Monia.

  24. Alla tua domanda risponderei sì, purtroppo.

    Io lavoro spesso con le scuole e ho notato che i bambini sono sempre più viziati, in nome di nuove norme di educazione i ceffone è bandito anche quando servirebbe, risultato: i bambini si credono dei semi dei, non riescono ad accettare un rimprovero, e poi i casi estremi sono come quello che hai raccontato.

    Un saluto… con amarezza.

  25. Credo che il rimprovero sia stato la piccola gocciolina che ha fatto traboccare quell’oceano immenso di dolore che ha spinto un essere umano a togliersi la vita! Ma ci rendiamo conto di quanto forte deve essere il male di una persona che si spinge a tanto? Se ci pensate é assurdo! Un dolore talmente insostenibile che ti fa privare della vita! Sono profondamente scosso ogni volta che sento certe cose! Forse perché un mio caro amico ora non c’é più e ancora non mi spiego tanti “ma” tanti “perchè”! Per certe cose non si trova mai pace!

    caro anonimo pensa che anche tu che banalizzi una cosa intoccabile come la vita…meriti di vivertela! Ti auguro di trovare quella felicità e quella serenità che ti manca e che ti spinge a cercare attenzioni in questo modo un pò infantile! E non sono sarcastico! Spero davvero che tu possa trovarti un amico con cui aprirti, parlare e confidargli i tuoi problemi!

    Ciao Matteo, ti voglio bene sai? Ma solo oggi però, no te ne approfittare 🙂

  26. Non ho le capacità per parlar bene di argomenti seri come questi. Mi sento solo di dire che la penso come te. Ma penso anche che dovremmo tutti imparare la cultura della rinuncia. Siamo abituati ad avere tutto, che ogni volta che ci viene a mancare qualcosa ci sentiamo dei falliti cronici. Non dico che non bisogna lottare per ciò che vogliamo,anzi. Dobbiamo farlo con tutte le nostre forze, ma essere pronti anche ad accettare una sconfitta e andare avanti per le battaglie successive.

  27. sono d’accordo con te. bisogna essere davvero tanto “fragili” per compiere un gesto simile dopo essere stati sgridati.

    x utente anonimo, guarda che se ti butti tu ci fai un favore ancora piu grande

    non farmi male..mhh dev essere interessante, magari vado a comprare il tuo libro..un bacione ciao

  28. io credo che più ci si allontana dalla natura, più l’uomo non ricorda perchè è al mondo. non ha uno scopo perchè non sa più cosa ci fa su questa Terra.

    fammi sapere il tuo pensiero.

    passa da me.

    un abbraccio

  29. beh purtroppo tocco ogni giorno questa realtà di anie sempre più fragili in cui la paura di non essere all’altezza ha la meglio sulla possibilità e la capacità di credere a quanto si vale; è un mondo in cui vince il più forte, il fiù prepotente, il più figo e non meraviglia che un ragazzino di 12 anni pensi a farla finita per una cosa “banale” come il rimprovero…ogni giorno presi dallo stress, dalla rabbia, dalla nostra sconsideratezza non si fa altro che ripetere a ragazzino così che non sono capaci, che sono cretini, che non capiscono, che non possono e non potranno…i nostri genitori è vero ci punivano ma non disdegnavano di sottolineare i nostri successi e non tralasciavano mai una nostra difficoltà per la cena di lavoro…c’è da pensare, effettivamente, a quello che stiamo combinando ed eventualmente cominciare lì dove possiamo a invertire la tendenza…

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