Tornare a Orte

Orte per me significa tornare.
Il ritorno ha a che fare con emozioni di bellezza. Si torna in luoghi amici. E Orte per me significa Stefania e Giuseppe della Libreria Gorilla & Alligatore, due persone davvero speciali che spero possiate avere l’occasione di conoscere, chissà.
C’eravamo io, a parlare del Violino di Filo, ed Eliselle, in libreria col suo nuovo romanzo Il collegio, uno storico per ragazzi che sto divorando.
Eliselle ha una storia editoriale e personale che per certi versi è molto simile alla mia, ed è forse per questo che ho iniziato a seguirla e poi ad apprezzarla. L’ho definita durante l’incontro una scrittrice rara, perché non gliene frega niente delle logiche di mercato, delle imposizioni, delle convenienze. Ha fatto una gavetta estenuante e lunghissima. Scrive di ciò che sente davvero, e non si preoccupa di dover piacere a qualcuno, per esempio strizzare l’occhio a quella fetta di pubblico che aveva apprezzato il suo precedente romanzo.
Macché, ogni volta torna in libreria e stupisce tutti con un libro completamente diverso e inaspettato. (Prepariamoci a un’altra sorpresa!) E poi c’è una cosa di lei che apprezzo tanto: la sua preparazione. Non lascia nulla al caso, e pure se si muove su generi differenti, riesce sempre a risultare credibile e a utilizzare il giusto registro per il tipo di libro che sta scrivendo. Insomma, leggete Eliselle!
Ci siamo divertiti pur parlando di temi forti: il terremoto io e la guerra lei, ed è stato bello, mentre raccontavamo i nostri romanzi, vedere sui volti delle persone, anche su quelli dei giovani lettori fra il pubblico, l’espressione colpita che lasciava il posto a un bel sorriso sempre pronto a spuntare.
Grazie a Stefania e Giuseppe per l’ospitalità – tutte le volte che esce un mio libro mi invitate a presentarlo, e questo per me significa moltissimo. A Stefania va un doppio grazie anche per tutti i consigli di lettura che mi ha dato.
[Ho portato con me: Un bel giorno sarà estate, di Giovanna Amato; Il liceo, di Alessandro Berselli; L’anima degli altri, i primi racconti di una già straordinaria 24enne Alba de Céspedes; Il caos da cui veniamo e Sul lato selvaggio, di Tiffany McDaniel di cui avevo letto L’estate che sciolse ogni cosa (sempre su consiglio di Stefania), che mi ha segnato per storia e scrittura.]
Un grazie anche ad Eliselle per la domanda cattiva sul finale, quando mi ha chiesto se ci fosse – eccome se c’è! – un libro brutto, di quelli che magari non riesci a terminare, che non ti spieghi proprio come mai lo abbiano pubblicato. Ebbene sì, ma per scoprire il titolo, e anche per godere del mio cinico entusiasmo nel rivelare il libro brutto, ma brutto che ho letto fino alla fine con una fatica che non sto a dirvi, dovete guardare gli ultimi minuti della diretta sulla pagina Facebook della libreria.
Ne vale la pena.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.