Revolutionary road

Ieri sera io e Franchino abbiamo staccato alle 22.30 e alle 22.35 eravamo al Movieplex, e ci siam anche dovuti cambiare. Istallare il teletrasporto nello spogliatoio del Mc Donald’s – devo dire – è stata una grande idea. Per lo spostamento d’aria provocato dal nostro passaggio la manager, in evidente stato confusionale, è caduta fra i sacchi della spazzatura che grondavano liquami alieni. Franco s’è fatto un panino di nascosto e se l’è ingurgitato in bagno. Io così non ce la faccio, ho bisogno dei miei tempi di masticazione e assaporamento, e quindi a mangiare c’ho rinunciato. Al cinema c’era una fila che sembrava l’area check-in dell’aeroporto di Malpensa. La gente era disposta in un lungo serpente che strisciava verso le 2 casse. Avevamo un dubbio: ci vediamo Il dubbio, o un altro film a caso?
“Viaggio al centro della Terra, l’ho visto è una cagata” captano le mie orecchie. Italians proprio non m’ispira, e poi ho un blocco molto radicato nell’anima e nel culo, che m’impedisce di vedermi un qualunque film dove compaia anche per un solo istante Scamarcio. “Revolutionary road cos’è?” “Boh!” La fila procede. “Scusi!” La signorina continua a parlare col suo fidanzato. “Scusi leiii?!” Franco le dà un cazzotto sulla spalla, lei si volta terrorizzata. “Mi allunga la recensione di Revolutionary road?” Quella è stata l’ultima cosa che ha fatto. Estremamente dolorante per la botta subita, è stata portata subito in ospedale ed è morta dopo un’agonia di 9 ore. “Uh, il film con Kate Winslet e Di Caprio! Sì andiamo a vederci questo!” “Matte’ sei sicuro? Ho il dubbio che sia meglio Il dubbio!” “Ma che dubbio e dubbio, ho deciso!” “Sì, ma…” “2 biglietti per Revolutionary road!” “15 euro!” “Cheeee?!” Gli do un calcio e Franco si azzittisce. Paghiamo e lo spingo oltre la transenna, prima che si lasci andare a uno dei suoi commenti inopportuni e incontrollati, ad altissima voce. “Prendiamo l’ascensore!” “Ma che ascensore Fra, saranno 2 scale!” “No, ne sono tante e poi sta arrivando!” “Forza che è tardi!” E parto per le scale; 6 rampe ragazzi. Arriviamo alla sala 3 che dopo 5 ore di lavoro e il teletrasporto e la corsa per le scale ci sentiam come quando hai pestato l’uva per un’intera giornata e poi all’improvviso, qualcuno ha pestato te. Il film comincia con una litigata tra Kate e Leo. Lei sognava di far l’attrice e si ritrova a un’età indefinita, ma meno di 40 anni, a fare le recite del paese. Si sente frustrata, incompresa, fallita, piena zeppa di sogni e imprigionata in una casetta bianca con giardino in Revolutionary road che è più una prigione. Lui ha un lavoro che non lo soddisfa, ma è l’unica possibilità per portare avanti la famiglia coi loro 2 figlioletti. Il primo tempo è – credetemi – una palla pazzesca. Più di un’ora a suon di litigate e urla e silenzi, ma nessuna evoluzione. Per la serie: L’abbiamo capito che la vostra vita fa schifo, ma proviamo ad andare avanti. La scena clou è quando la signora Givings, la vecchia agente immobiliare che ha venduto loro la casetta, che poi è Kathy Bates, mica per ricordare Titanic, no no, suona al campanello. Kate apre la porta nel solito stato depressivo che le appartiene per tutto il film, lei le sorride e: “Cara, ho notato che il tuo giardinetto è un po’ arido, smorto, e così ti ho portato delle piccole piantine ornamentali che hanno bisogno di appena uno schizzetto d’acqua al giorno!” Il secondo tempo è un po’ più vivo, con quelle 2 trombate lampo in cui Di Caprio viene dopo 12 secondi (per essere generoso) e, se fossi in lui, mi preoccuperei un attimo, ma l’esito non cambia. Ricordiamo anche la scena clou del secondo tempo che è, senza ombra di dubbio, quella in cui Kate dice a Leo che anche secondo lei quella era stata una colazione speciale e, considerato che hanno parlato solo di quanto fosse deliziosa la frittata, spero che questo basti a farvi rimuovere la malinconica tentazione di rivederli insieme. Il film fa schifo. Kate Winslet che, per carità, recita da dio – ha beccato pure il Golden Globe come migliore attrice per questo film – stavolta non è riuscita a trovare una tavola a cui aggrapparsi ed è affondata appresso al suo Jack che, dopo Titanic, s’è messo a mangiare di brutto visto che è triplicato di dimensioni.
Avete capito, lasciate perdere e andatevi a vedere Beverly Hills Chihuahua, che sicuramente è meglio.

27 commenti su “Revolutionary road

  1. Avessi letto il post me lo sarei risparmiato.

    Ma a quanto pare venire in 12 secondi fa parte della trama del film (il tradimento in auto per esempio) ma soprattutto andare in 10.

    Fuori dalla sala.

  2. Perchè mai mettere in dubbio “Il dubbio”? Bisogna andare dove c’è Meryl Streep senza pensieri accessori… non seguire il cuore ma Meryl Streep, è un dato di fatto! Vabbè, s’è capito che ho visto “il dubbio”. Nonostante la presenza di argomenti come la chiesa, i preti, le suore, la pedofilia, l’omosessualità c’era quella sottile ironia che tanto me piase… talmente sottile che in sala ridevamo io e altri 3. Purtroppo chi stava con me era uno di quelli che voleva vedere “Italians” e ho detto tutto. Visto che i biglietti sono i miei… si vede quello che dico io. Quando paghi te, vedo quello che vuoi e ti faccio pure da pouf… forse!

    Anyway, “Revolutionary road” vado a vederlo lo stesso… se poi non mi piace mi schiaffeggio da solo! Oook!

    – Ossequi –

  3. Ora mi stampo questo post e lo porto alla mia ragazza, che sabato sera mi ha fatto un capoccione come il good year per andarlo a vedere questa settimana… ingrandisco anche l’ultima frase giù che ci sono (e non ci faccio eh), così forse riescono a convincerla a portarmi a vedere i Chihuahua!

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