La redazione ha con accuratezza esaminato gli scatti che Gogan con la sua super macchinetta ha realizzato a Roma dopo la presentazione di Oltre… e nonostante io sia uscito malissimo in ogni foto (eccheccazzo! Una dove sembro normale no, eh? (Gogan, non so perché, ma sento che dietro c’è il tuo zampino) Vi giuro che non sono così!) ha deciso comunque di pubblicarle nella Stanza, perché la redazione è un’entità bastarda sempre pronta a ridicolizzarmi.
Vai con la prima.
Fine presentazione, io e gli altri autori di Oltre… tutta a sinistra Monia Di Biagio, tutto a destra io che rido come un deficiente perché Gogan faceva le facce da scemo, mentre scattava (sì, sono alto, ma proviamo ad andare avanti). Seguono le foto birresche alla pizzeria di Trastevere che vi sveleranno i volti dei misteriosi Gogan e Jerome, oltre al mio che, va be’, non è così misterioso.
Io (togliamoci subito ‘sto dente):
Jerome:
Gogan:
Non lasciatevi ingannare dall’apparenza superfiga che non lo contraddistingue, ma proprio proprio per niente! È tutto merito mio e della mia abilità fotografica che di fotografia non ci capisce una ceppa (l’abilità dico). Per la serie: imbraccia la macchinetta di Gogan e puoi sentirti fotografo anche tu!
Poi c’abbiamo Alex e Marta, ma quanto so belli ‘sti ragazzi innamorati!
E chiuderei con me che sostengo la lieve come una libellula Marta (ditele che s’è dimagrita che se no scatta il diavolo in lei. Diventa tutta verde, si gonfia fino a far saltare i bottoni dorati della camicetta (?) e si trasforma nella temibile Aggressiva).
Quella piccola vena sulla fronte che furbamente (visto il colore dominante) ho cerchiato in rosso, (potrei cambiarla e cerchiarla in nero, o giallo canarino, o azzurrino, o arancione, o quello che volete. O addirittura potrei evidenziare il cerchio che serviva ad evidenziare la vena con un altro cerchio (certo!), ma vado di fretta) dovrebbe essere eloquente segnale della leggiadria della dolce fanciulla.
È chiaro che farvi arrivare le sensazioni di una giornata così è impossibile, come è impossibile racchiuderle in cinque o sei, o anche cento foto. Immortalarle nella Stanza vuole essere il mio modo per dire a tutti che a queste facce brutte (sì, mi sono guardato, va bene?) ci tengo tanto. Sappiatelo, ecco.
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