Cinque euro e venti.

Vivere del proprio scrivere è una fortuna che capita a pochissimi… pochissimi stronzi!
 
Una promessa, un gioco. Un saluto all’amica scrittrice Annalisa Iagnemma che sta spopolando in questi giorni col suo romanzo d’esordio Suona per me questa notte (un pugno di riso) – edizioni Il Filo – ricevuto stamattina dalle sue mani con tanto di dedica e caffè all’Hollywood. Tra l’altro ho notato che nei ringraziamenti c’è un certo collega Matteo. Se sono io grazie. Se non sono io… sono io. Nella vita l’importante è autoconvincersi.
Appena uscito di casa ho lanciato al cielo un fanculino niente male. Vicino alla buchetta della posta, abbandonato sul marmo proprio accanto al pinuccio in vaso ormai rinsecchito, trovo uno dei pacchi della speranza tornato indietro dal giro per l’Italia. Stropicciato, col lato per metà aperto, l’indirizzo scolorito, e in alcuni passaggi cancellato del tutto; e sul retro l’adesivo azzurrino delle poste con barrata la voce: destinatario trasferito.
Ma dico. Tu, brutto editore – lo so che è brutto, ho visto la foto; va bene? – traslochi, perché t’hanno sfrattato, perché hai trovato un bilocale con finestra (una e una sola) e vista sul mare a prezzo d’occasione, perché il proprietario è uno psicotico, che la notte ti osserva da dietro le tende con sguardo allucinato da maniaco in calore; quello che ti pare, ma cazzo! Possiedi un sito internet visitatissimo, grazie a Dio e a chi hai pagato, immagino non poco, per realizzarlo, inviti gli aspiranti scrittori a inviare il proprio manoscritto. Aggiornalo no? In fondo non credo ci voglia molto a sostituire il vecchio indirizzo col nuovo.
Spese di spedizione buttate all’aria. Tanto che vuoi che siano cinque euro e venti per me? Più o meno:

– Un super Invisibile al Coloniale, con tanto di pizzicosi stuzzichini arancioni (quando si degna di portarli).
– 4 cornetti a San Biagio.
– 5 cartoni d’acqua Guizza.
– Una scatola di preservativi da 6, furtivamente presa a notte inoltrata al distributore della Rotonda.
– Un panino e mezzo al Panippo.
– Un kebab e qualche cosa.
– Un affogato al cioccolato e due cucchiaini, alla pizzeria di Monticchio. (Non ci andrò mai più!)
 
*il matto chiede solo qualche minuto di pausa per lasciarsi andare ad una solitaria e irrefrenabile crisi di pianto*
 
Appena avrò a disposizione altri cinque euro e venti lo invierò a qualcun altro.
Intanto prima di pranzo ho chiamato l’editore della mail, era in riunione. La signorina, tentando palesemente di celare il suo fastidioso accento napoletano, – campani, vi prego non ricominciate a sommergermi di improperi. Lo sapete bene che mi è antipatica la vostra parlata. Mai come quella toscana, se può consolarvi – (bene mi sono inimicato un altro nobil popolo.) mi invita a richiamare una decina di minuti più tardi. (Lunga e impegnativa la riunione!) Stavolta mi risponde direttamente il direttore editoriale.
“Supermarket24…”
Sì, ma levati dalla bocca quel tono schifato, amico mio.
“La scheda di valutazione è positiva. Come lei ben saprà noi abbiamo una distribuzione nazionale. (Beh, nazionale mica tanto! Comunque…) Prima edizione mille e cinquecento copie di cui trecento vanno a lei, mille alle librerie, e duecento le teniamo in casa editrice per le ordinazioni da internet.”
[Trecento a me?]
“Trecento a me?”
“Sì, a prezzo pieno. Noi organizziamo tutte le presentazioni che vuole, con volantini, locandine, e inviti, a spese nostre.”
“In soldoni mi sta dicendo che devo acquistare trecento copie a prezzo pieno?”
Mi scusi se degli inviti, e presentazioni, e locandine me ne sbatto.
“Sì, sono circa tremila euro.”
Mi viene la tentazione di riagganciare senza oltre dire. Almeno risparmio un paio di scatti interurbani. È solo per educazione che rispondo: “Ho capito. Guardi, ho scelto di non accettare proposte che prevedano un contributo dell’autore, di questa entità poi.”
“Va bene, allora se dovesse cambiare idea noi siamo qua.”
Sì, e io sono qua. Ciao.
 
M.
 
Mi rituffo nella Prima Guerra d’Indipendenza. Grande Cattaneo a sfanculizzare Radetzky nelle leggendarie Cinque Giornate di Milano. Io odio la Storia.

62 commenti su “Cinque euro e venti.

  1. Davidormi, mi sa tanto che gli editori che stanno rispondendo ai miei disperati appelli non sono altro che i tuoi pornocricetini assetati di sangue. PAURA! O_o

  2. meglio decisamente la tattica delle 5 euro e 20..o delle cosidette 5 confezioni di acqua guizza (anche io sono un suo tenace consumatore….) sperando sempre che aggiornino gli indirizzi…Comunque è davvero allucinante che uno debba comprarsi 300 copie del proprio libro!!! e soprattutto che debba sborsare tutti sti quattrini…3000 euro!!! mah…caro matto…vado all’In’s a fare un pò di spesa…qui mi sono rimaste solo scatolette di tonno e pornocricetini surgelati…spero davvero che un giorno tu riesca a trovare un editore in gamba e soprattutto che beva acqua Guizza!!! ciaociao

  3. Elfkoenig, forse ignori che lo stipendio all’editore non deve pagarlo l’autore, ma le vendite del libro. La percentuale che l’editore prende sulle vendite è circa il 90 per cento lasciando all’autore il restante scarso 10. Un sano mercato farebbe sì che l’editore investisse su stampa e distribuzione e guadagnasse poi sulle vendite. Se fosse come dici tu, all’autore converrebbe rivolgersi ad una tipografia; pagherebbe molto meno.

  4. ma scusa un editore deve pure guadagnare qualcosa.

    Allora 2000 copie copertina da 250 4+4 interno in 1+1 su patinata opaca da 90 (grammi)

    Brossura cucita saremo intorno all’euro copia.

    mille300 quindi forse qualcosa in più tipo 1.15 euro

    milletrecento copi sono circa 1500-1600 euro

    Se fai la legatura fresata a caldo e la carta uso mano scendi a 1200

    Impianti 150 euro

    Locandine e pieghevoli 4+4 trecento euro (stampa in piano)

    Quindi 1200+150+300=1650

    Spese varie 20%

    diciamo per complessivi 2000 euro.

    Tu gliene dai 3000 pare giusto

  5. m, l’affogato costa tre euro e cinquanta, quindi con due o tre cucchiaini in più stiamo a cinque e venti. Oh, ma ti devo sempre spiegare tutto! 😀

  6. …uè cicci…a casa m la paghetta settimanale e/o mensile…MAI ESISTITA!!!…….sempre lavorato…..oh ma ke affogato ti fanno ke costa 5,20??? ah..forse sono i cucchiani ke costano…anke te! prendine solo uno no!

    m

  7. Perdonate, oggi sono mancata a svegliare la Stanza ma appena il sole è sorto e si è scaldato un pò sono scappata al mare! 😀 Quindi sono giustificata…

    Domani dirò ai miei che devono passare da queste parti

    …ahuahuahuah

    BUON POMERIGGIO èh! 😀

  8. Non so se quella di Moravia è una favoletta, ma nessuno me l’ha raccontata… è un ricordo di un esame universitario su Moravia di tanti anni fa…

    Io, sono un autore comico-umoristico e ho sempre creduto nelle cose in cui scrivo

    Il mio primo libro a pagamento “Niente di nuovo sotto l’ombelico” rifiutato da tuute le grandi case editrici “Mirco Srefanon e chi lo conosce!”

    l’ho pubblicato con una piccola ma seria casa editrice “Nuova Dimensione” (ora a distibuzione nazionale) …

    Sorpresa… il settimanale del Corrire della Sera ha pubblicato un’intera pagina dei mie aforismi

    Comix, allora rivista, mi ha chiesto la collaborazione…

    Una compagnia teatrale ne ha tratto un recital…

    Non è bastato a farmi trovare un editore e ho continuato a pubblicare altri due libri a pagamento

    Grazie ai quali ho conosciuto un duo comico i Papu (tra l’altro hanno presentato due stagioni di Colorado caffè su Italia1) e sono diventato il loro autore storico…

    Ecc ecc…

    Sì, io sono stato fortunato ad incontrae un picclo editore molto disponibile, a bassa prezzo che confeziona e segue veramente dei libri che sono davvero belli anche ad avere in mano…

    ciao!

  9. Mirco, non ho detto che è scandaloso. Certo che la storia di Moravia l’ho già letta e sentita parecchie volte. E’ un po’ la favoletta che raccontano per indurti a scegliere i loro progetti. Non è affatto scandaloso, l’importante è che dietro ci sia un minimo di possibilità di crescita, di promozione e di impegno da parte dell’editore. Chi ti chiede tremila, quattromila, cinquemila, non ha alcun interesse a far girare il libro visto che si è rifatto le spese di stampa e molto di più (conosco le tariffe) proprio grazie a quei soldi. C’è da stare attenti.

  10. La mia esperienza, sei libri pubblicati – 4 a pagamento e due a complrete spese dell’editore –

    mi ha insegnato che nelle case editrici si entra perchè qualcuno di “importante” ti presenta e garantisce per te (grandi case editrici) o a pagamento (piccole case editrici)

    Poi naturalmente ci sono casi fanno eccezione a questa regola

    Pubblicare a pagamento non è scandaloso si è in compagnia di Svevo Moravia e altri grandi scrittori che la loro prima opera l’hanno pubblicata a pagamento

    Moravia “Gli indifferenti” lo ha pubblicato a Venezia credo in un centinaio di copie e a pagamento

    Io sono contento di aver pubblicato a pagamento e fatto così circolare i miei scritti… sono arrivati in posti che mi hanno dato parecchie soddisfazioni nazionali

    naturalmente bisogna fare molta attenzione agli editori a pagamento

    moltissimi sono delle bufale incredibili!

    Ciao!!!!

  11. Pyperita, conosco la anch’io la politica del Filo. Purtroppo valorizzare nuove voci costa moltissimo e nella maggior parte dei casi non porta i giusti rientri economici. Esistono case editrici che lo fanno senza chiedere contributi. Anche se poi scelgono ovviamente quei lavori molto promettenti nelle vendite. Se la gente vuole il sesso nei libri, non ci possiamo lamentare che spuntino come funghetti Pulsatille e Caroline Cutolo. O che spopolino le demenzialità adolescenziali come quelle descritte con un linguaggio per idioti da Federico Moccia. E’ questa la letteratura che oggi vuole la parte d’Italia che legge. Purtroppo è un dato di fatto. C’è un editore molto importante che sta riflettendo sulla decisione di pubblicarmi. Indovina un po’ perché? “Il suo libro è ben scritto, mi ha molto impressionato, ma vedo scarse le possibilità di vendita.” E’ la dura realtà.

  12. Czed, l’Euro c’ha rovinato. Neanche più i preservativi ci possiamo permettere. Moccia è quella che si chiama in gergo scheggia impazzita. Uno che si è autoprodotto la prima edizione di Tre metri sopra il cielo, che sarà stata certamente molto diversa da quella che poi sarebbe diventata la versione finale di Feltrinelli. E poi – come nelle favole – è stato beccato da Feltrinelli appunto, che c’ha visto molto lungo. Anche se poi, coincidenza o no, è figlio di un notissimo produttore cinematografico. Chissà quanto questo dato sia stato rilevante per il lieto fine. Io ho letto Tre metri… e, a parte qualche passaggio molto noioso, in generale mi è piaciuto. Il secondo è orrendo. Il terzo, per ovvi motivi, non l’ho comprato.

  13. So per certo che il Filo chiede lo stesso tipo di contributo, perché un mio amico che ha inviato un manoscritto è stato subito contattato, e gli è stato chiesto di comprarsi le sue copie per circa 2000 €.

    Naturalmente lui ha lasciato perdere.

    Certo che fa veramente tristezza che in Italia venda ,e tanto, uno come Moccia, che non si può definire uno scrittore, e nessuno valorizzi le voci nuove, faccia un investimento in chi effettivamente vale.

  14. Un po’ caro anche il prezzo della scatola di preservativi, comunque… … …

    Tornando a noi, è divertente notare che se non si è Moccia o Piperno, voi scrittori siete decisamnte carne da macello, terra di saccheggio… …

    Ma… visto che ti stai inimicando pezzettino dopo pezzettino tutto il territorio nazionale, altri accenti che non sopporti????

  15. E’ capitato anche a me di ricevere un pacco della speranza causa cambio di indirizzo… sembra che sia normale per gli editori, non aggiornare i siti. Forse non vogliono pubblicare libri… chissà!

    Gloutch

  16. Gatto (abbrevio), non è tanto cosa farmene perché per me non sarebbe un problema vendere 300 copie. Tra librerie e presentazioni col primo ne ho vendute molte di più, parlo di quelle vendute da me soltanto. E’ che non ho voglia di alimentare un tale mercato. Se all’editore versi la sommetta di tremila euro, l’editore non ha alcun interesse a promuoverti e a far girare il libro, tanto le spese di stampa se l’è rifatte coi soldi dell’autore, con tanto di interessi. A questo punto è molto più dignitosa, oltre che economica, una tipografia.

  17. Si è già detto tanto

    e non possono audaci parole nutrire illusioni

    e l’ inverno che bussa alla porta

    l’ ospite reduce da un lungo viaggio

    sguardi famelici implorano un piccolo assaggio di vita altrui


    Prima dell’ alba potrebbero sorprenderci

    rapiti da un sogno dove nitide acque divorano i nostri passi sulle rive di Morfeo.

    Ci stanno accerchiando ed avanzano con passo accorto come belve in agguato


    Fuggi Romeo il tempo è tiranno

    non è d’ usignolo ma di allodola il canto

    sguardi voraci si avventano

    sul fiero pasto senza decenza

    Prima dell’ alba potrebbero sorprenderci

    rapiti da un sogno dove nitide acque divorano i nostri passi

    Prima dell’ alba potrebbero sorprenderci

    rapiti da un sogno dove nitide acque divorano i nostri passi

    sulle rive di Morfeo…

    E’ una delle canzoni, a mio parere, più belle della Consoli 🙂

    …scusami, troppi ricordi.

  18. Trecento copie a te?

    A prezzo pieno? Ci sono solo due categorie di utilizzi…

    Nobili utilizzi:

    Hai una famiglia numerosa, molti amici, una bancarella sotto i portici nel centro?

    Molto meno nobili utilizzi…

    Hai molti tavoli che ciloccano da una gamba? Un sacco di scaffali vuoi? Dalle parti tue non vendono carta igienica?

    Secondo il brutto (mi fido 😉 ) editore, cosa dovresti fartene? :O

  19. ti dirò, un tempo (ma anche oggi) l’odiavo anch’io. poi però ho deciso di diventare ebete anch’io insieme ai profili ebeti. cominciando a scrivere qualcosa di insensato (anche per me).

    ma forse, sarebbe molto più genuino un pacchetto di patatine, in effetti 😀

  20. oh, ma che simpatia, ‘sti editori -_-

    coomunque, direi che i 5 euro e venti sono più che utili, fai bene, a pensarci due volte la prossima volta, caro maaattomaatteo.

    per me 5 euro e venti, in genere, sono 3 pacchi di patatine ed una coca-cola ghiacciata (o quasi sempre SOLO leggermente fresca – dannati frigoriferi scrausi dei bar tuscolani), se questo può consolarti e farti sentire meno peggio di qualcun altro 😀

  21. Elly, a me zero euro al mese. Belli i tempi della paghetta. Per quanto riguarda la domanda sulla dimensione dei preservativi, beh sai Elly, non parlo bene l’Italiano quindi passo oltre. 😛 L’accento siculo mi piace tanto tanto. Io adoro Carmen Consoli. 😀

  22. Findarto comunque se al posto della b e della i metti la u ti viene qualcosa di sottolineato =Pp

    Come dici?

    aaaah il matto non te l’ha detto?

    Ma dai perdonalo, c’ha una certa età ormai! :))

  23. Allora…

    intanto penso che c’hai la manina monca… cioè… a me danno 20 euri al mese e non mi lamento, a te quanto?? Scommetto di più eh!

    E alla fine cinqueurieventi [5,20 €] te li puoi permettere, eddai!!!!!!!

    😀 ok ok ho capito…

    in realtà ‘sto post era un post in codice… dietro c’era il prezzo minimo per pagare il nostro “pescaiolo” emme

    giusto??

    xD ahuahuah ma quanto sono bella, furba e intelligente…

    …e, ovviamente, modesta…

    Eccòmunque, passiamo alle cose serie e che mi interessano…

    UNA SCATOLA DI PRESERVATIVI DA 6. bene, grazie per l’informazione, ma la misura ‘ndo stà???

    wè voglio essere cosciente di tutto io! 😀

    Si prega il Signor Matteo Grimaldi di mettere al corrente il più presto possibile la Signorina Elisabetta

    Grazie per la cortese attenzione.

    Saluti vari.

    o.o

  24. Findarto, sono i tag html. Devi far precedere ciò che vuoi ingrassare da < b > senza spazi prima e dopo la b. (Io ora li ho dovuti mettere perché sennò poi m’ingrassava tutto.) E alla fine devi chiudere il tag con < / b > sempre senza spazi. Non so se è chiaro. E, se al posto della b ci metti la i ti viene il corsivo. -.-‘

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