Carnevale di parole [bla bla bla]

Io penso che se a uno interessa una e glielo fa capire (uno è consapevole se gliel’ha fatto capire veramente, oppure se l’ha capito soltanto lui, il fatto di averglielo fatto capire, dico) e lei dice che ricambia, ma dimostra che se ne frega, forse l’atteggiamento in cui va cercata la verità è quello del fregarsene, in quanto dimostrazione. Sempre per la storia che non contano tanto le parole quanto i fatti, che poi non è una cosa provata, però è innegabile che i fatti hanno molta più probabilità di essere veri delle parole che, se ci pensate, sono solo facili suoni da emettere, sia che corrispondano a reali sensazioni sia che appartengano alla sfera delle buone ed educate consuetudini. Ora, perché fare un passo avanti, cercarmi, chiamarmi, domandarmi, e poi, quando rispondo, retrocedere come un gambero e sparire nella nebbia? Boh! Certe volte mi chiedo se sono io ad essere anormale, e mi rispondo pure di sì, per carità! Però tutto sarebbe più semplice nella vita se l’uomo vivesse le emozioni, le relazioni con l’altro, nel modo più semplice possibile. Se mangiasse una mela a morsi, piuttosto che farla a spicchi col coltello; se rispondesse ai propri impulsi, nobili come quelli dei sentimenti, senza starsi a domandare quale sia la tattica migliore per riuscire nell’effetto calamita e trattenere l’altro senza mai dargli certezze. Perché? Sono così belle le certezze! E invece è tutto complicato, passano i giorni e ti chiedi qual è il senso di un rapporto che vuole nascere, ma non nasce, e ti rispondi che forse è proprio perché non vuole nascere. Comunque non è che cambi nulla, ci risiamo. Trovare qualcuno interessante capita di tanto in tanto. Quando inizia a comportarsi così, smette di esserlo e tutto va a posto nel silenzio. Provare a contenere il proprio interesse è possibile, ma non dimostrare niente (cioè il fregarsene appunto) è per forza sintomatico del fregarsene reale. Cioè, tu riusciresti a dimostrare di fregartene sempre (indifferenza) a chi invece t’interessa? È quel sempre il problema.
Che poi non capisco cosa spinga le persone ad essere quello che non sono, a costruirsi maschere di comportamenti (a loro giudizio) convenienti. È faticoso; per ottenere cosa, poi?

69 commenti su “Carnevale di parole [bla bla bla]

  1. Evidentemente ha taaaaaanto tempo libero che non sa come impiegare. E poi gli aquilani sarebbero scontrosi. E vabbè.

    Chilli

  2. No chilli, è uno capitato qua perché efferato criticone della casa editrice Voland; casa editrice che io stimo e seguo sul blog ufficiale e che ho difeso con qualche commento anche parecchio scazzato, e allora lui ora se la prende con me. Contento lui.

  3. soleepioggia, non vogliono dire per forza che, siamo d’accordo. Però io sono un po’ stanco di voler credere ai troppi giri di parole. Io voglio le cose semplici, adesso.

  4. Matto il tuo post mi ha fatto sorgere mille e mille riflessioni che non ti espongo perchè starei qui tutto il giorno, e anche perchè tutti questi commenti mi hanno distratto e in buona parte le ho dimenticate! 😉

    Comunque, più o meno sto vivendo una situazione simile alla tua. Le parole, i fatti…certo. Ma anche la nostra interpretazione dei fatti. Perchè i fatti non sono mai univoci, e anche la realtà non è davvero reale, ma filtrata dalla nostra interpretazione della stessa. Forse sono stata contorta, ma in effetti io vedevo un certo fatto come chiara indifferenza, e poi mi hanno fatto notare che era una mia lettura, e forse non è tale (forse, dico forse). Si tratta -parlo per me, non so se vale anche per il tuo caso- di dare fiducia alla persona che ci sta dicendo quelle parole, e al fatto che una o dieci telefonate non fatte non vogliano dire per forza che.

  5. Vorrei sapere se LIBRAIO INKA ha letto il libro di Matteo o se ha scritto lui stesso un libro dato che si permette di dare giudizi.

    Se la sua cortesia in libreria è la stessa che ha dimostrato in questo blog io nel suo negozio non vorrei capitarci.

    orangecat

  6. libraio, l’ho sempre detto che il mio blog ha una validità sociale. Tante ne ho scoperte, mi fa piacere questa tua testimonianza sulla sua funzione di regolarizzare l’intestino pigro. Lo concentro in pillole e lo smercio in erboristeria.

  7. orange, proprio perché qualunque tattica è solo uno sforzarsi a costruire comportamenti studiati, che magari neanche portano effetti confortanti, a ‘sto punto siamo noi stessi e basta. Magari ci va anche meglio.

  8. moody, devi essere felice ed orgoglioso di te per il cambiamento che c’è stato. Non c’è bisogno che tutti ci accettino per quello che siamo l’importante è che noi viviamo quello che siamo, almeno le persone che ci amano, amano il vero noi.

  9. E comunque sai perché passo tanto tempo sul tuo blog? Mi stimola molto sai, mi stimola il deretano: soffro di stitichezza e la sera mi è di grande aiuto fare un salto qui da te.

    A presto

  10. La nottetempo non vende solo la Agus, ma anche Lidia Ravera, Gianni Celati, Giorgio Agamben, Giulietto Chiesa, Zanzotto, te lo dico per esperienza: vendere libri è il mio mestiere. Ma forse questi sono autori che la tua ignoranza ti rende molto distanti o forse misconosciuti. Quei quattro scrittori bulgari o messicani che la Voland continua a pubblicare non li vuole nessuno. Ma forse è ciò che vi meritate voi scrittori minori: l’oblio.

    Libraio inka

  11. Spesso si manca di spontaneità perché si ha paura di essere derisi, mi ci metto anch’io tra questi… c’è troppa presunta perfezione. Il brutto è che neanche le tattiche danno risultati sicuri, un po’ come accennavi tu…

    è un casino insomma.

    A me le mele piacciono a spicchi… devo preoccuparmi?

    orangecat

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