Interrogato, il morto non rispose

Interrogato, il morto non rispose. Non vorrei che gli spiriti degli Antichi siano stati un po’ troppo tempestivi nell’agire. Il lato positivo della bomba che ha colpito La stanza del Matto sta intanto nella dichiarazione di Luca: “Dai, che t’importa. Tanto lo sanno tutti come si chiama il tuo blog” e poi in quella di Mafalduzza che dice che a lei il titolo si vede, e questo mi fa pensare che i miracoli esistono, perché il titolo, come il banner e come anche la scritta a fondo pagina, che era poi il sottotitolo ingigantito, non si possono vedere e questo è scientificamente provato, ma il miracolo è tale proprio perché va oltre ogni umana comprensione. Ieri son stato tutto il giorno in giro. Al lavoro fino alle 17.30, poi il tè da un amico influenzato, poi torno a casa che è ormai ora di cena e ovviamente avevano già finito perché non sanno mai se e quando torno, e allora loro, per sicurezza, mangiano senza di me, con tutte le briciole della focaccia ai funghi sul tavolo. Si chiacchiera un po’ su Chi l’ha visto che c’era la storia di un grosso imprenditore che è sparito col figlio Stefano lasciando l’altro figlio e la moglie a casa senza notizie. ‘Sto ragazzo, qualche settimana dopo, s’è buttato dal terzo piano ed è morto, mentre quei 2 l’hanno visti recentemente alle Hawaii; a quanto pare non se la passano malissimo. Giusto il tempo di dire: “Che stronzo quello. Se proprio doveva sparire dalla circolazione, poteva portarsi dietro anche l’altro figlio” e sentire la risposta di mia madre: “Certo, le mogli sono comunque destinate a prenderlo nel culo” che son dovuto riuscire immediatamente per raggiungere Franchino al Mc Donald’s e andarci a prendere una crepe al gelato + nutela al Florida, che fa abbastanza schifo come bar, ma le crepe son gustose e costano 3 euro.
Ieri notte le strade aquilane ricordavano il set di un film di Dario Argento. C’erano quelle cupe atmosfere con l’aria umida e l’oscurità appannata dalla nebbiolina mischiata a qualche fumo di comignolo e la totale assenza di esseri umani in giro, che all’improvviso ti aspetti una figura decisa che procede verso di te e fa rumore col tacco delle scarpe eleganti e in mano ha un coltello, e poi son cazzi. Le gambe mi facevano male, il turno pomeridiano ti sfascia e allora abbian passato il tempo ad aspettare che arrivasse la mezzanotte che chiude il Mc, per riportare un paio di crepe ai colleghi che facevano chiusura, che ieri erano quelli simpatici e allora ci faceva piacere fargli compagnia. Tra gli altri c’era Marzia che qualche giorno fa mi ha fatto sobbalzare con questa dichiarazione: “Appena stacchiamo ti faccio vedere la mia pisella rasata, ricordamelo!” che mi s’è fermato il cuore, e poi invece voleva mostrarmi qualche fotina della sua figlioletta bellissima col caschetto nuovo. Io penso che i bambini bisogna farli da giovani. Hai un entusiasmo giocoso dentro che gli arriva e li fa un po’ più felici, secondo me. Perché quando vien fuori che sei incinta e poi nasce il bimbo, l’emozione che provi tenendolo in braccio e crescendo quella creatura giorno dopo giorno è condizionata dalla capacità che hai di provare emozioni, che tra i 20 e i 30 è al culmine. Quando arrivi che sei maturo come una pera marroncina, che sembra quasi che se non fai un figlio entro un anno hai fallito tutto, allora il figlio acquista il sapore del conseguimento degli obiettivi, come se dipendesse dalla sua venuta il senso da dare alla tua vita. Con tutto l’amore del mondo, che non son qui a giudicare, mi vien da pensare al retrogusto egoistico e mi piace meno.