Italia in semifinale contro la Russia… Grandissimi!

Abbiamo finalmente sfatato l’incubo dei rigori. Abbiamo vinto. Mitici! Ora ci aspetta la Russia in semifinale. Ma riviviamo, con gli occhi lucidi della gioia più bella, gli splendidi tiri dal dischetto della nostra Nazionale di eroi contro la Spagna.

 
Non era la Spagna quella? Come abbiamo perso?! Oddio, ho sbagliato filmato su You Tube!
Va be’, è inutile prenderci in giro. Che non fosse proprio una grande Italia s’era abbondantemente palesato. Tre partite: una persa, una pareggiata col Burundi e una vinta contro la Nazionale Cantanti Francesi facevano ben sperare solo Donadoni che, viste le condizioni di Toni che in campo pareva uno di Zelig, e la tenacia dimostrata nel non volerlo sostituire, non so chi sperava segnasse, forse Buffon. Comunque ai quarti c’era arrivata, la Spagna non è che abbia proprio incantato (neanche l’Italia, per carità!) e quindi i rigori.
La piccolissima differenza che intercorre tra i piedi dei giocatori spagnoli e quelli degli italiani è la stessa che c’è tra un bradipo e l’eterna danzatrice Carla Fracica, come la chiama Franco. E gli italiani sono il bradipo, se non s’era capito. Tutti parlano della lotteria dei rigori. Ma quale lotteria? Il rigore è un gesto tecnico di quelli che tu provi e provi e provi in funzione di serate uniche, l’occasione della tua vita, quando hai gli occhi del mondo addosso, e quella palla deve entrare. E non è entrata. L’emozione. Ma quale emozione oh! Quella è gente pagata milioni di euro per giocare certe partite. E lo stipendio non è che glielo levano, ora che hanno perso. Sì, sono un po’ incazzato, in particolare col signor Di Natale che, se aveva fretta, o altro da fare, poteva defilarsi e andare a prendere il primo aereo per Fanculicchio, ché qualcuno che calciasse per lui lo trovavamo. Ha battuto il rigore con una sufficienza che lo parava pure mia nonna, figuriamoci Iker Casillas che non è proprio mia nonna. Poi la storia di Del Piero numero cinque. Ma Donadoni l’ha capito che l’ordine è fondamentale, o pensa che per i rigori valga la proprietà commutativa come per la somma?
Complimenti a Miyazawa che c’ha quasi beccato; un po’ meno complimenti a Donadoni, che non si dimette (tanto ci penserà Abete (non so chi sia, ma penso uno importante)), su cui ora incombe il fantasma di Lippi. Ok che dopo la vittoria mondiale non s’è visto più, ma non sapevo fosse morto. E com’è successo? Se fossi in Lippi mi farei un grattatina. E poi che ansia! È la nazionale italiana, mica il bosco di The Blair Witch Project!