Sì, sono proprio io

Allora: Cassano dal primo minuto, e l’avevo detto io che doveva giocare! Pare che Pirlo abbia segnato il rigore che ci dovevano regalare (ho visto bene? E avevo detto pure questo). È più veloce mia nonna di Toni, ma Donadoni non l’ha convocata. Poi dicono che nel mondo del calcio non esistono le raccomandazioni; povera nonna che c’ha sempre creduto! L’Italia ha vinto lo stesso, la Romania non ha vinto, la mia tartaruga d’acqua non ha cagato, e la vicina è riuscita a ritardare l’avvento del suo personalissimo ciclo mensile di ben sei giorni quindi, per questa serie di splendide e fortunose coincidenze, non si sa come, siamo approdati ai quarti di finale. Donadoni, sempre molto moderato e razionale: “Noi possiamo battere chiunque!”. Chiunque finora è stata una squadra di cadaveri, e all’Italia sono serviti un rigore e un rimpallo a culo su mezza barriera. Vediamo che succede domenica con la Spagna (comunicazione di servizio: Miyazawa, sbrigati con la previsione ché ho una certa urgenza di assaporarmi un gruzzoletto di sonanti dindini, perché se mi fossi giocato i tuoi risultati dall’inizio a quest’ora sarei milionario. E scemo sì, ma fino a un certo punto). Intanto, che qualcuno spieghi alla mia amica che quel tristissimo strombazzamento accompagnato a canti e balli e bevute e grida in piazza non voleva significare che l’Italia s’era riconfermata campione del mondo, essenzialmente per due motivi. Uno: sono gli Europei, due: non l’ha vinti, ha solo vinto una partita. Meglio comunque festeggiare, che ‘ste cose, coi tempi che corrono, non sai mai se e quando ti ricapitano.
L’accoppiata maglietta + cappellino con la scritta Forza azzurri! ha portato bene; soltanto che io domenica non lavoro, quindi non provate a chiedermi di indossare ugualmente la divisa del Mc Donald’s perché già per strada mi riconoscono in borghese: “Uh, guarda quello alto là sotto!” “Chi è?” “Come chi è?” (Sì, cara, lo puoi dire forte. Sono proprio io: l’autore di Non farm…) “Il paninaro del Mc Donald’s!”.