Nel silenzio di mille prati

Fare l’amore è come ubriacarsi. Non sei cosciente mentre lo fai, mentre accarezzi la pelle, mentre baci, stringi, senti l’odore del corpo e lo assaggi, salato. È come quando attraversi la piazza con cinque o sei Gin Lemon nello stomaco. Segui la scia dei tuoi amici, sorridi e saluti chi non conosci. Respiri e cammini ancora, magari ti siedi, oppure inciampi e cadi. Ma non ti rendi conto del gesto, qualunque esso sia, mentre lo fai. Lo fai per un naturale istinto, perché sei abituato, perché la tua testa conosce i passaggi elementari del vivere quotidiano, non perché pensi e decidi. Non puoi, perché l’alcool ti rende incapace di farlo. Trascinato è il termine giusto. Mentre fai l’amore è lo stesso. Il desiderio, l’eccitazione che sale, la voglia di annullare le distanze, di sentirti appagato, di evadere in quella dimensione adiacente, che tocca la tua, eppure così distante agli occhi di tutti, che faticano a comprendere il significato di un rapporto del genere. L’esaltazione dei sensi annulla la ragione e annebbia la mente.
Fare sesso invece cos’è?
È come camminare ubriaco sì, ma insieme a un manichino, mano nella mano. È come confidare i propri dubbi a un manichino. È come abbracciare un manichino. Costringerlo ad assumere la posizione a te più congeniale, accompagnare la testa o le gambe perché l’atto trovi il compimento migliore. È come telefonare a un manichino. È come andare a pesca, o giocare a tennis con un manichino. È prendere la sua mano e guidarla e costringerla a movimenti eccitanti. È scopare senza guardare negli occhi. È scopare voltandosi dall’altra parte. È scopare con un manichino.
Perché quando hai finito fa subito freddo e senti l’immediata urgenza di rivestirti. Perché quando hai finito è improvvisamente tardi, e senti l’immediata urgenza di andare a dormire, perché il giorno dopo hai la sveglia presto. Perché quando hai finito piomba un silenzio nell’aria che crea disagio, e sei sincero quando dici che non hai fatto niente di che. È vero che è tutto normale, però quel silenzio c’è e il vento sposta le nuvole che comunque continuano a coprire la luna, che dorme e non ti capisce. L’amore è un altro pianeta, ma c’è una cosa che ti rassicura restituendoti tutta la serenità che quelle evanescenti sensazioni avevano soffocato. E cioè che, ora come ora, l’amore è l’ultima cosa che vuoi. E star lì, sotto le nuvole, a respirare il silenzio di mille prati, ora come ora, è tutto, ma proprio tutto, per te.