Vorrei essere cielo per darti vento.

C’è un posto in cui mi sento meno solo. E quel posto non è casa mia, che stasera per un paio di giorni si svuoterà, e che avrei voluto riempita della voce che continuo a sentire. Provo a concentrare i miei pensieri su altro, su ciò che sarebbe giusto per me e per il mio futuro, ma lo faccio senza una spiegazione, senza riuscire a dare una sola risposta ai miei perché.
Una questione irrisolta non ha pietà. Spostarla nel cestino come un file che non sai più a cosa serva, e poi rimuoverla definitivamente, non basta. Perché quel file è legato al buon funzionamento di almeno sei o sette programmi di cui non puoi fare a meno. E allora tornerà nel tempo a chiamarti. Causerà problemi continui ed errori di sistema. Riporterà nella tua testa sempre le stesse domande. Ed è per questo che fissare per due ore un libro di Storia non mi aiuta. Scapperò da qui anche oggi pomeriggio. Non posso stare troppo tempo da solo, perché la sofferenza è maggiore della mia forza, nonostante qualcuno si sorprenda di come io riesca a reagire. Ma io non sto reagendo, sto solo fingendo. È questo il punto. Semplicemente perché non mi piace farmi compatire, non mi piace piangermi addosso, e addosso agli altri. E allora rido. Mi viene benissimo, anche se non ci riesco proprio sempre sempre, ma non potete chiedermi l’impossibile.
Abbiamo combattuto come guerrieri fiduciosi, forse per la prima volta. Curato ogni dettaglio perché fosse tutto splendido. Perfezionato il nostro cigno di vetro sorridendo ad ogni microscopica mossa riuscita, felici quando l’abbiamo ammirato volare. E noi con lui.
Non voglio sentire storie, perché quel volo era sincero, libero e intiepidito dal sole. E lo è stato fino a ciò che non riesco a comprendere: un crack di un istante. Un cambiamento repentino, all’improvviso, senz’avvertire. Uno squarcio nel parabrezza, che si allarga come la tela di un instancabile ragno. E non so se la mia impossibilità sia dovuta ad una oggettiva mancanza di dettagli. Insomma un uomo primitivo non conosceva la forma della Terra figuriamoci se avrebbe potuto calcolarne il diametro, o anche solo immaginarne il significato. Oppure se la cosa sia davvero incomprensibile di per sé. Ma neanche questo mi consolerebbe.
Io sono qua, e aspetto. Senza mai aver smesso di crederci.
 
M.
 
“Vorrei essere cielo per darti vento, vento a scuoterti e ad accarezzarti, scosse e carezze che già tu doni al vento stesso.”
Tratto da Lupo Solitario, splendida pubblicazione della giovane casa editrice milanese Edizionidilatta.

68 commenti su “Vorrei essere cielo per darti vento.

  1. Certe volte non c’è bisogno di parlare troppo…molti capiscono anche senza che le cose gli vengano chiarite nei minimi dettagli…o meglio…forse non si capiscono bene bene le situazioni, ma le emozioni quelle si.

    Forza Matto, perchè il futuro ti sorriderà e l’amore ti accoglierà nel suo abbraccio…e non dimenticarti che se anche non condiviso o non vissuto, l’amore è bello se vissuto…anche se singolarmente.

    Ti voglio bene

    A.

  2. ebbuong.. Matto!?

    ò.O mi hai anticipata!

    ahuahuahuah scusasse ^^ la sveglia per questi ultimi giorni suona sempre tardi.. hihihi

    Comunque, rimane sempre un dolce giorno!

    (: smack pipol

  3. ViOla, per me il matto è colui che è sempre vero, che non riesce a non essere se stesso. E’ per questo che ho scelto questo nick tanti anni fa, perché mi piacerebbe assomigliare un po’ ai matti. E comunque grazie. Lo reputo un complimento. 😛

  4. Daphne, lo sto leggendo. Io ti consiglio Revolver, è quello che più mi ha segnato. Lei è una che ci va giù tosta, e secondo me quello è il suo più riuscito. Anche Zoo mi è piaciuto.

  5. Ciao, mi servirebbe un consiglio….Volevo comprarmi un libro di Isabella Santacroce, ho sentito molto parlare di lei, alcuni definiscono il suo stile sublime….quale romanzo mi consigli? L’ultimo l’hai letto?

  6. alex, la vita è vita grazie anche al dolore e ai brutti momenti. Altrimenti sarebbe un susseguirsi di figurine sorridenti. Me la vivo, per quello che è. Un abbraccio.

  7. Un abbraccio sincero. Visto come un orecchio a cui sussurare i tuoi segreti. Un diario a cui raccontare le tue storie.

    “Perchè anche gli eroi piangono, metty..” diceva qualcuno…;-)

    E forse…ogni tanto..va bene così…;-)

  8. Gogan sarò il tuo incubo miglioreeeeeee

    buahuahuahuahuahuahuah

    Tanto lo so che ogni notte mi sogni.

    E so anche cosa ti succede! =b

    E’ inutile che fai finta di niente ù.ù ammettilo, dillo anche a Matt!

  9. Avere qualcuno accanto è sempre importante..amici,fidanzati,parenti..

    l’importante è il supporto sincero di qualcuno..

    Amè..una fattura per far sparie Elly ce l’hai?

  10. Ale, hai ragione, ma io sono fatto così. Poi talvolta scoppio e la mia fortuna è avere vicino persone che mi amano. E me lo dimostrano con i loro abbracci e i loro gesti.

  11. mostrare agli altri una propria debolezza che di solito si vuol nascondere dietro ad un sorriso non è affatto il simbolo di una persona che si piange addosso… e nessuno lo penserà! siamo fatti di carne, di emozioni, di una bocca che ride e di occhi che, a volte, buttano fuori lacrime… non serve scappare, anche solo rimanere dove si è, sfogarsi, è un modo per affrontare il problema e scoprire dentro di sè risorse e forza inimmaginabili…

  12. non ti lascerai mica abbattere,vero?ti si concede un post di nostalgia, niente più, dopodichè parte la spedizione punitiva! Hai mai ospitato dei pipistrelli in casa? Non hai idea di quanto scagazzano…

  13. E già Elly, la gran parte delle persone ignorano la mia realtà. Sono pochissimi coloro ai quali apro il cuore. E loro sanno tutto, e a quel sorriso non ci credono per niente. Bacio.

  14. La gioia sta nel vedere quel sorriso arrugginito che cerca disperatamente di alzarsi in su e formare due fossette agli angoli della bocca. Fa fatica. Ma che importa?

    In fondo, la gente fortunatamente, vede ciò che sta fuori.

    E sorriso sia.

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