Sabato, considerate le mie condizioni di deambulazione molto (molto) approssimative, ho organizzato un avvincente dopo cena Paralitic Party, a casa.
Programma della serata:
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Antipastino di gustosissimi biscottini a base di cocco e cioccolato sintetici, accompagnati da qualche bicchiere di Cola (non Coca) e Aranciata spagnola, tutto targato rigorosamente Eurospin.
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A seguire un bel terzo di Viennetta classica panna e cioccolato, gentile omaggio degli invitati Luca e Niccolò. Ditemi chi l’ha inventata perché voglio chiamarlo per fargli sapere che è un genio.
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Trasloco in camera per attrezzarci alla visione delle prime due puntate di Ugly Betty, scaricate da Luca, obviously E-mule.
La sistemazione avviene in funzione di:
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Vicinanza delle prese per attaccare il caricabatteria del PC.
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Spazio per le due casse megalitiche staccate dal mio computer dei primi 900 (Niccolò: “non avevo mai visto un computer così grande!”) e da riposizionare ai lati del suo portatile.
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Visione soddisfacente, considerata distanza e angolazione dello schermo per la giusta luminosità.
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E, fondamentale, comodità degli spettatori, soprattutto la mia.
Optiamo per comodino più al centro; abatjour (5 euro) sulla mensola; stereo dalla mensola alla mensola, però più a destra, sennò non c’entrava l’abatjour; scatola CD vergini sopra i CD originali sennò non c’entrava lo stereo. PC sul comodino; prima cassa sul comodino a destra; seconda cassa all’angolo della scrivania (mica ho un comodino di tre metri quadri!); noi sul letto con la schiena alla parete; io con la gamba appoggiata alla sedia millenaria di cui presto vi parlerò. Ha una storia che meriterebbe una miniserie TV.
Esiste un unico inconveniente in questa geniale disposizione di cavi e oggetti: noi. Se ci appoggiamo contemporaneamente con la schiena alla parete, come è ovvio che sia, (uno fa tanto per riprodurre l’effetto schienale poi non si può appoggiare?) il letto inizia a scivolare in avanti lentamente, ma inesorabilmente, e noi con lui. E non ci puoi fare niente, se non spostarlo indietro con un movimento di culi sincronizzato, e fingere di star comodo. Stile Fantozzi con la sua sedia invisibile.
Carino il telefilm, due o tre scene esilaranti, anche se un po’ troppo “ispirato” al Diavolo veste Prada, con tanto di citazione nel secondo episodio. Continueremo a seguirlo.
Ma quello che c’ha sconvolto nell’anima è stata l’agghiacciante scoperta di un nuovo programma televisivo lanciato da All Music.
The Club Tutti Nudi, in cui si sfidano 110 concorrenti spiritosi e disinibiti, pronti a tutto pur di vincere una fantastica moto.
Ognuno dei contendenti si esibisce in uno strip integrale, ma sfumato (anche male). Si nota perfettamente la mutanda sotto, fateci caso.
Ognuno dei contendenti si esibisce in uno strip integrale, ma sfumato (anche male). Si nota perfettamente la mutanda sotto, fateci caso.
Nelle logiche del gioco, in onda tutte le notti dopo mezzanotte come ogni porno che si rispetti, la sorte del verdetto compete al pubblico a casa, che può inviare sino a 10 sms di voto al giorno, ed esprimere il proprio giudizio sull’esibizione di uno stripper contribuendo a decretare il vincitore finale.
È un peccato che a prestarsi a questa messinscena di dubbio gusto sia una vj di belle speranze come Lucilla Agosti, costretta a indossare i panni di una geisha che cavalca l’onda del fetish.
Vi lascio il filmato di un concorrente architetto, giusto per darvi l’idea dell’orrore.
M.
Se dovessi decidere di partecipare, inviereste 10 sms al giorno per me?
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