Rimarrò sempre me

Dover giustificare ogni passo, spostamento, rapporto, telefonta, non telefonata, risata, silenzio, non risposta, i pensieri no, nessuno può vederli e nessuno può inventarli e raccontarli. Non sarebbe credibile e meno male, altrimenti son certo che sarebbero capaci di storpiare pure quelli. Non è che non voglia raccontare di me, di tutte le persone che ho conosciuto e che per me hanno o no rappresentato qualcosa, e cosa. Lo faccio, ho un passato come tutti. Ma l’interrogatorio continuo è sfiancante, la luce della lampada puntata in faccia non solo acceca, ma scoccia pure, perché io di te ho sempre detto il meglio, ho sempre raccontato la felicità dell’aver incrociato per caso la tua strada, e la felicità che tu abbia voluto fare delle nostre 2 strade una comune, da camminare insieme. Come è possibile che proprio io e proprio ora, che la mia vita è affiancabile per somiglianza a quella di un bullone, che non fa altro che essere svitato e avvitato, tutti i giorni. Mi accusi, coi toni, i modi di fare che provocano e che io faccio finta di non sentire. Mi chiami col nome di chi ti ha rovinato la vita e non fai che ripetermi che sono uguale. Non rispondo, ma mi disturba, pure se non lo dico, perché mai come ora è ridicolo pensar male di me. Ho così tanti voli nella testa che non riesco a trovare le energie per controbattere, per infuriarmi perché non riesci a dire semplicemente: mi fido di te. Io mi fido e tu non ti fideresti neanche se fosse Dio a dirtelo che stavolta è diverso.
Non posso chiedere a un foglio di carta di resistere a 4 mani che tirano da una parte e altre 4 dall’altra. Non si può semplicemente continuare a colorare quel foglio così intenso senza ogni volta doverne testare la resistenza? Vivere il momento e prendersi tutto quello che viene, senza dover analizzare ogni particella di presente e ricollegarla a significati inventati, perché lo so io com’è la mia vita, e come sono le persone di cui mi circondo, e chi sono. E se dopo che ho parlato e spiegato arrivano nuove insinuazioni allora smetto di parlare. È questione di credere o no a me. Punto.

26 commenti su “Rimarrò sempre me

  1. Chi non riesce a riporre fiducia nell’altro, è l’unico artefice dell’eventuale disfatta.

    Quanto capisco il tuo continuo rincorrere spiegazioni a domande che una persona che tiene a te non dovrebbe nemmeno porti.

    Quanto capisco quello stato di continue (e inutili) giustificazioni da dare, che non sembrerebbero valide all’altro nemmeno se avallate dal Supremo, come dici tu.

    Ma che bisogno c’è, dico io.

    Sento parlare di coraggio nel fidarsi. Non posso non ribattere che dovrebbe trattarsi di normalità.

    Sempre più spesso si perde la strada del sentimento, quella strada che ha i contorni ben precisi: sapere che l’altro farebbe tutto ciò che gli si chiede, ma non chiedergli mai quel tutto.

    Una semplice regola che nessuno sembra più rispettare.

    Perchè nessuno investe fiducia. Ma tutti pretendono sentimento.

    E lo trovo assurdo.

  2. morgana, posso capire una volta che quella persona ha fatto qualcosa perché tu quella fiducia la perda. Ma se è di un’altra persona che stiamo parlando, una persona che invece ha fatto di tutto per dimostrarti quanto vali per lei.

  3. Ho conosciuto persone che consideravo quasi “perfette” e poi è bastato un minimo errore, anche sciocco, e tutta la fiducia è svanita, e nonostante gli sforzi da entrambe le parti non c’è stato niente da fare. Purtroppo la fiducia o c’è o niente…è difficile riacquistarla: si vive sempre con la paura che possa accadere di nuovo qualcosa che butti giù tutto.

  4. Anche io sono una che chiede spiegazioni di continuo e mi rendo conto che a volte ci si perde in chiacchiere, si litiga, si sta male, si logora il rapporto insomma…ed è un peccato!

  5. Io ero quella che non si fidava mai, nemmeno se fosse stato Dio a dirmi che… E alla fine mi sono imbattuta in un uomo che ha troppa paura in questo momento per fidarsi. Ovviamente io questa volta mi sarei sentita pronta per fidarmi. Strana la vita. Comunque per fidarsi ed affidarsi ci vuole coraggio, molto coraggio. Solo che, magari lo si vorrebbe anche, ma non si riesce, non si riesce proprio. Quello che ti posso dire è che, paradossalmente, fornire spiegazioni e giustificazioni aumenta la sfiducia. E’ un buco nero che non si colma,e si colmerà solo quando sarà il momento. La cosa peggiore è che tu non puoi farci niente, puoi cercare di riempire con tutte le tue forze il buco dell’altro ma è una battaglia persa in partenza, e che tra l’altro ti lascerebbe stravolto. Credo, senza pretese di dare insegnamenti, che l’unica cosa che tu possa fare è darle amore totalmente… anche se, capisco la rabbia, la costernazione, l’impotenza. E ti sono vicina, per quel che vale! Un abbraccio

  6. funku, La stanza del Matto non ha una politica editoriale. Ho sempre scritto di quello che mi pareva, non sono un personaggio che deve mantenere la sua linea. Quando mi va lo faccio pure, mica no. Però è sempre stato così. Una continua alternanza.

  7. Credere o no, sembra una cosa facile dopo mille delusioni. Io non conosco la tua situazione, ma mi ci rivedo, vedo me stessa in quelle parole che chiedono fiducia a chi la fiducia non sa concederla… funku magari ha ragione, è il Natale che non ti fa bene, io penso invece che è il periodo dell’anno che più fa male…

    ti sono vicina, un abbraccio.

  8. visti gli ultimi post riconosco a stento il blog, e controllo compulsivamente la barra degli indirizzi per assicurarmi di non essere finita chissà dove.

    stupidate a parte, un abbraccio.

    è il natale che non ti fa bene.

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