Quando sono partito il Fabriano A4 mi scrutava

Quando sono partito il Fabriano A4 mi scrutava dall’alto aspettando di aprirsi al momento giusto, ma che non avesse ancora nevicato era solo un’illusione. Esco dalla galleria del Gran Sasso e dall’altra parte quello che mi si presenta è un inferno, con la sola differenza che al posto delle fiamme, dei carboni incandescenti e dei vapori c’era un’amorevole coperta di ghiaccio sull’asfalto e 20 cm di neve ammucchiati sul guardrail e attorno a me, più che le campagne della lontana periferia aquilana, sembravano le piste di Cortina D’Ampezzo. Lo scenario in quell’istante che ho avuto per riflettere, perché quando esci a 160 all’ora dalla galleria non è che hai molto per comprendere perché la macchina non risponde più ai tuoi comandi, e perché davanti a te sembra la puntata finale di CSI Miami e Dottor House che si ritrovano per brindare al successo degli ascolti, era il seguente. Una decina di automobili fracassate contro i guardrail, un signora che inginocchiata nella neve piange con le mani al volto, un’allegra famigliola che procede mano nella mano legata indissolubilmente al ricordo della loro ormai ex automobile che invece non procede sportello a sportello con un’altra identicamente immobile, che forse era quella di Bruno Vespa. Un paio di omini col gilet arancio fluorescente, un po’ pacchiano a dir la verità (ma non andava il viola?), che muovono la bocca agitando bandierine, che ho pensato di essere finito sulla pista di atterraggio di Fiumicino. Apro il finestrino magari carpisco suggerimenti, mentre ormai la Getz (che non è mia ma di father) travolta dalla passione per il pattinaggio sul ghiaccio che nutre da anni, volteggiava leggera, libera e felice. L’omino grida: “Piano, devi andare pianooo!” (se magari pure tu parli piano…) fracassandomi le orecchie. Facile parlare, tanto mica ci stai tu dentro un mezzo di trasporto che a 160 non risponde più ai tuoi comandi con davanti una specie di campo di combattimento minato e a ostacoli con tutte queste automobili sparse casualmente sulla carreggiata. Evita gli ostacoli, che bel giochino. Mi ci voleva proprio stasera. Sparo a valanga 14 Padre Nostro, 7 Ave Maria e pure 4 Salve Regina in 9 nanosecondi, constatando con mia somma sorpresa di rimembrarne le parole, e lascio tutti i comandi per la serie: Mioddio, salvami!
La Gets sfiora 3 automobili e quando dico sfiora mi riferisco a quella sensazione che ti senti perduto perché valuti rapidamente la direzione e viene fuori = colluttazione, e poi per una piuma o un chicco di neve, o uno sputo, o un pelo pubico, fate voi, le automobili non si toccano e io finisco girellando contro il guardrail che però, sempre per quella percentuale di C che in certe circostanze la vita te la salva, si scansa, e io mi fermo a 10 cm dalla lamiera e ricomincio a respirare. Potevo morire soffocato se solo la girandola fosse continuata anche solo pochi secondi in più. Viste le condizioni del tempo quella di ieri non era proprio la serata adatta per un tour per tutto l’Abruzzo in macchina, però alla fine nessun morto e nessun ferito e ho incontrato nel mio isterico cambiare frequenze radiofoniche tante di quelle stazioni radio che secondo me io ero l’unico all’ascolto. Tipo, chi se la sente radio Azzurra alle 3 di notte che dopo Montesilvano già non si prendeva più? Questo mi dà un non so che di onnipotente e anche di generoso appagamento perché ho dato senso alle parole di quel povero dj che altrimenti sarebbero rimaste inascoltate, e parlare da soli è il primo sintomo della follia. Ti ho salvato dj, capisci? Comunque ho guidato più io ieri notte che un camionista coatto di quelli coi nomi scritti sul camion, e Autostrade per l’Italia dovrebbe conferirmi un consistente premio in denaro per la fedeltà accordatale. Ho rivisto la mia casetta alle 4 e 37 e anche L’Aquila aveva subito, nel frattempo, l’ira funesta del bianco candor, e io, non pago della lezione, ma esausto davvero, svolto nella mia stradina un po’ troppo bruscamente e la macchina si va ad appiccicare al cancello che, come il guardrail, ha preso vita e s’è aperto da solo evitandomi l’impatto. Meno male che oggi non lavoro, non esco di casa neanche se mi pagano (oddio, dipende pure dalla cifra).

24 commenti su “Quando sono partito il Fabriano A4 mi scrutava

  1. non ci credo!! qualcuno che mi becca il diminutivo senza neanche prima insultarmi per il troppo lungo nickname! 😀

    ah…mi piace comunque il tuo modo di scrivere…non mi ricordo se da qualche parte l’avevo già scritto …

  2. Ehi che bel blog. Grazie per la visita. Ma a 160??? Ma dai!! Il buon Dio ti ha salvato ma io sento il tuo cuore battere forte forte che fa rimbalzare il template del mio blog. Son troppi 160 per la tua preziosissima vita. Un bacino

  3. dark, mi succede come agli eroi nei telefilm, non possono morire e allora deve succedere sempre qualcosa che li metta in salvo. Nel mio caso all’ultimo istante si scansano gli inanimati pericoli.

  4. Ma com’è che ogni volta che rischi una collisione puntualmente l’immobile tuo rivale si scansa??? Questa è fortuna con la C maiuscola matto!!! Beato te… io non guido onde evitare certi episodi… anche perchè solitamente quando sono al volante gli immobili non solo non si scansano, ma si mettono in mezzo…

  5. odio quegli omini che ti fanno “piaaaano”… scandiscono così bene il labiale ma come fanno?!mentre tu stai cercando di non ribaltarti e di tenere i nervi a freno.. Matto sei salvo menomale..

    Noemi

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