L’importante è che sia un titolo da boom

Mi chiama la mia casa editrice e mi dice che il nuovo romanzo non potrà chiamarsi Supermarket24 (che è come l’ho chiamato io), ma Agenzia matrimoniale. Io chiedo perché (Agenzia matrimoniale cos’è, il nuovo libro di Marta Flavi?  Dai, dev’essere uno scherzo!), loro mi rispondono che è così che dovrà chiamarsi perché funziona di più, perché un colosso ha deciso di distribuirlo soltanto a certe condizioni e il titolo è una di quelle e, comunque, o ‘sta minestra o ‘sta finestra. Se dico di no, non mi pubblicano. Respiro rubando qualche istante di silenzio, e continuo a domandarmi come possa essere possibile che qualcuno ritenga il nuovo titolo migliore del mio, quando invece a me sembra di una banalità sconcertante e poi… ma che c’entra con la storia che racconta?!

“C’entra che non serve che un titolo c’entri più di tanto, l’importante è che sia un titolo da boom.” “Allora chiamiamolo Strappami le mutande adesso! sicuramente attira di più.” “Dai Matteo, non scherzare!” “Non scherzo.” “Quindi sei d’accordo o no?” “No che non sono d’accordo!” “Matteo pensaci, perché c’è in ballo una cosa grossa!”

Mi viene da piangere. Comincio a sentire caldo, comincio a sentirmi pazzo con lei che, così calma, mi spiega le dinamiche senza tentennare un istante, mentre io sto imbufalendo. Sì, perché le sue dinamiche si basano su presupposti assurdi ed io non ho più parole per fargli capire che stanno sbagliando tutto. “Allora mi dispiace, non possiamo pubblicarti.” “Ma abbiamo firmato un contratto!” “Sul contratto c’è scritto che possiamo riservarci il dirtto di cambiare il titolo, pena l’annullamento.” “Sì, è scritto in tutti i contratti, poi però non lo cambia mai nessuno!” “Quasi mai…” “Va be’, mai però con uno più brutto!” “Matteo mi dispiace.” “No, senti, cioè, è del mio libro che si sta parlando. Il libro che per trovare un editore c’ho impiegato due anni. E voi siete fantastici, e che significa questa cosa?” “Significa quello che significa. Il mercato ha le sue condizioni e questo mondo, lo sai, non è un bel mondo, quindi ti facciamo avere presto la copia dell’annullamento, e in bocca al lupo!”

Scaglio il cellulare contro la parete, ma la voce della tipa resta immutata nell’aria. Non possiamo pubblicarti se non lo chiami Agenzia matrimoniale, sarà la quarta o quinta volta che lo ripete ed io scoppio a piangere. Vorrei strapparmi i capelli, lo faccio, ma non sento dolore. Ho sete e non riesco a parlare per via della bocca impastata. Gli occhi chiusi, quasi sigillati che trovano la luce del giorno. Una notte di merda. Oddio ragazzi che incubo, e che sollievo al risveglio! Perché il mio romanzo uscirà a fine anno e si chiamerà Supermarket24, come piace a me e alla mia CE (Casa Editrice).

80 commenti su “L’importante è che sia un titolo da boom

  1. Mattè, c’ero cascata pure io. Ma che razza di sogni fai?

    Vabbè, parlo io che mi sono sognata il grande capo del vecchio lavoro, da cui mi sono licenziata in modo piuttosto burrascoso, che dall’alto del suo suv mi faceva ciao ciao con la manina tutto sorridente…

    Vabbè, buona notte, va.

    Anna

  2. Rano, l’unico modo per trovare delle risposte è proporre i tuoi lavori. Cerca case editrici che pubblicano racconti o antologie e inizia ad inviare qualcosa di tuo. Io ho cominciato così. Anzi io ho cominciato con una piccola poesia in un’antologia di 50 poesie scelte. C’è un sito molto ben fatto che si chiama Il rifugio degli esordienti dove trovi moltissimi consigli utili. Arrivare alla pubblicazione di un libro proprio non è semplice se si sceglie di camminare la strada dell’editoria vera. Quello che ti consiglio è non pagare mai perché qualcuno ti pubblichi. E di lavorare molto sui tuoi scritti per arrivare a ciò che davvero ti soddisfa, prima che pensare a come pubblicarlo.

  3. Jakumal, no io se fossi in te lo lascerei tutto bianco. Certo, magari abbasserei il prezzo ad un massimo di 1 euro, alla gente servono i block notes! 😀

  4. Io ti invidio molto. Da tempo sogno che qualcuno pubblichi qualosa di mio. Anche un piccolo racconto, ma non so come fare e non so se quello che scrivo potrebbe essere vendibile.

    Grazie del messaggio sul blog, mi piacerebbe molto che tornassi a leggermi.

  5. Il mio primo libro lo pubblicherò senza titolo…vedrai che nessuno mi dirà nulla vedendo uno spazio bianco!Poi ognuno può scriverlo a penna quando lo ha finito di leggere, e inviare a me una copia così che io possa scegliere quello che più è adatto.

    Senza contare che la mia casa editrice sarà entusiasta dell’idea così innovativa.

    😀

    Ora devo migliorare questo progetto, perchè al momento oltre al titolo in bianco ci sono anche le pagine…e quelle non vendono…

    credo… -.-‘

  6. Beh..alla fine quello che conta è il contenuto del libro..può avere anche il titolo più fico del mondo..ma se la storia fa schifo sta sicuro che nessuno lo leggerà…

    Ciao.

  7. ma perche’ devono sempre cambiare i titoli?

    come se dicessero…tutta l’opera l’hai scritta te pero’ IO devo metterci il titolo!

    Anche il titolo e’ roba dell’autore!

    Anche il titolo e’ l’opera d’arte!

    come le copertine…ma che palle!

  8. O.O ho scoperto che era solo un sogno leggendo i commenti!!!! e stavo x farti i complimenti per non essere sceso a compromessi e aver fatto valere le tue idee!!! eheh

  9. Capa, persegui il tuo sogno, però sappi che questi meccanismi sono frequenti. E tu fai bene a voler essere libera, lo voglio anch’io. Per ora la fortuna mi assiste. Quello che pubblico è mio.

  10. Una che vuole fare la scrittrice non può leggere post del genere e relativi commenti.

    Dovresti scriverlo sopra al titolo dell’intervento, come avvertenza:

    Attenzione! Questo post potrebbe urtare la sensibilità di una lettrice che sogna di fare la scrittrice libera.

  11. Ciao Matteo è vero ho sentito anche io in un’intervista paolo giordano raccontare la storia del titolo del suo libro. Adesso non so se sia davvero merito del solo titolo la fortuna del libro. Magari diciamo pure che dietro c’è una major che sa il fatto suo in fatto di pubblicità. Ci tenevo a dire che il titolo è comunque azzeccatissimo e molto inerente alla storia (Paolo giordano è un fisico e ne sa qualcosa di numeri primi). Poi, magari sto tipo scrive pure bene, perchè no? Sono felice per l’uscita del tuo nuovo romanzo. Lo leggerò con piacere. Si troverà anche in libreria?

  12. Miya, prima che loro lo accettassero, un altro editore, molto ben distribuito, mi ha proposto la pubblicazione a patto di modificare il finale e far nascere un improbabile e lunga storia d’amore tra i due protagonisti. Che se lo leggi capisci che non c’entrerebbe nulla con la mia idea di storia. Io ho risposto che quello poi non sarebbe stato più il mio libro, ma il suo, lui allora ha detto che così com’era non avrebbe potuto trovare posto nella loro casa editrice, io l’ho cordialmente salutato. Sono meccanismi molto frequenti, gli editori hanno (giustamente, visto che tirano fuori il money) l’ultima parola. Io di fronte a queste cose mi pongo con uno spirito aperto. Nel senso che, nel momento in cui mi vengono dati suggerimenti migliorativi che condivido, sia nel corpo del libro che nel titolo, sono felice di accettarli (è importante che il libro sia il più bello possibile). Certo è che se dovessero impormi un titolo di merda, o modifiche sostanziali che renderebbero il libro non più mio, beh allora rifiuterei, come ho fatto in passato. Non farmi esprimere sulla Fallaci ché è anche morta, ed è brutto dire certe cose (quello che potrei dire se decidessi di farlo) di una morta. Tra l’altro ora sta uscendo il libro postumo, va be’! Tu resti sempre il vice del TWE, certo è che la tua è stata un’assenza ingiustificata, pertanto ti arriverà presto la tua prima lettera di richiamo. Alla terza sei fuori.

  13. Johan, è stata una specie di vendetta del mio inconscio perché proprio ieri sera pensavo a quanto fosse azzeccato e bello il titolo del nuovo libro, e la notte mi ha voluto punire. 😀

  14. O_O è l’espressione che si è stanziata sulla mia faccia mentre leggevo, perchè non trovavo logica in quel titolo e forte del fatto che anche i romanzi Harmony hanno titoli migliori! Poi s’è svelato l’arcano e un “vàcac” con relativo lancio di manina non te l’ha levato nessuno!:D

    Ma qui nasce il dubbio: al tuo posto cos’avrei fatto? cos’avremmo fatto? avremmo ceduto alle astruse logiche commerciali o avremmo protetto il nostro bambino? (come chiamava il suo ultimo libro la Fallaci)

    Vado a riflettere affacciato al balcone mentre un nuvolone nero m’ha coperto il sole… anche perchè non ho una risposta!

    Ma te, realmente cos’avresti fatto? Quello era un sogno… io sogno di volare e di ruttare, ma nella vita reale non lo faccio perchè non ne sono capace… indi, realmente che avresti fatto? mò mò ti chiama la CE te che le dici?

    P.S. 10 giorni d’assenza e subito gli stagisti hanno fatto il possibile per scalzarmi da viceredattore del TWE! Che mondo ingiusto! Ma tu gliel’hai detto che ero solo MOMENTANEAMENTE impossibilitato? Hai protetto il posto del tuo personale più efficiente?:D

  15. Ti posso mandare a quel paese in maniera tranquilla e amichevole? Fatto.

    Complimenti per la pubblicazione ma ti consiglio di non mangiare a cena quella combinazione di cibi che ti portano a certi tipi di sogni… (a meno che non siano medicinali… se del caso cambia medico).

    Un saluto… a te, alla tipa gelida e all’ “Agenzia Matrimoniale” (confermo che è un titolo di m…a).

    Saluti

    J.

  16. ma dai, ci stavo credendo e mi stavo facendo dare il numero di telefono per dirgliene quattro a quella casa editrice lì! Che titolo squallido “Agenzia matrimoniale”! Intanto ti anticipo un in bocca al lupo!!!

    Ciao, Taenia

  17. Mi sono trovato benissimo, invece. Per merito loro, per merito mio, e per merito della fortuna tra un po’ ristamperanno per la terza volta Non farmi male.

  18. m, stavolta è stato solo un brutto sogno, ma sono cose che accadono quotidianamente. Pensa che prima di trovare l’editore, uno (molto ben distribuito) mi disse che me l’avrebbe pubblicato a patto che avessi cambiato il finale e che avessi fatto nascere una specie di storia d’amore, e che l’avremmo modificato insieme. Io gl’ho risposto che se aveva voglia di scrivere un libro tutto suo poteva farlo da solo senza plasmare a sua immagine quelli degli altri. Però, credimi succede. Per farti un esempio concreto: La solitudine dei numeri primi, primo in classifica e premio Strega 2008 dell’esordiente Paolo Giordano, deve molta della sua fortuna allo splendido titolo scelto dal direttore editoriale di Mondadori, non dall’autore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.