Io non credo tanto nell’oroscopo anzi

Io non credo tanto nell’oroscopo anzi, per niente proprio, però so cosa l’oroscopo dovrebbe dirmi perché io possa concedere agli astri e a chi li legge il beneficio del dubbio. E questo c’ha beccato, perché io mi sento così.

Quest’anno le stelle vi spingeranno a non farvi più sentire perfettamente soddisfatti nel vostro guscio in modo da dovervi concentrare non dico sul futuro, ma quantomeno sul presente e sui voi stessi. Siete i romantici dello zodiaco e spesso siete talmente legati al passato o ad occuparvi della cura del vostro nido che non vi rendete conto che il mondo intorno a voi e, soprattutto, le vostre esigenze, nel tempo sono cambiate.
Sarà Giove con la sua spinta al futuro a farvi provare questo senso di irrequietezza e malessere entrando a Gennaio in Acquario e formando un aspetto di quinconce al vostro Sole per tutta la durata dell’anno. Anche il definitivo passaggio di Plutone in Capricorno, contribuirà a questa situazione mettendo a fuoco obiettivi e tematiche apparentemente non in sintonia con voi.
Non lamentatevi però, lo scopo di tirarvi fuori dalla vostra conchiglia è quello di liberarvi da un passato che non vi appartiene più, di rimettervi a contatto con i vostri bisogni profondi e di imparare ad amare e nutrire prima di tutti di voi stessi. Che grande ricchezza sarà allora poter disporre di tutta la vostra sensibilità e premura sia nella vostra professione che nella vita privata!

E visto che siamo a febbraio e l’aspetto di quinconce al mio Sole è ormai bello che radicato e la mia conchiglia è una specie di carcere con 99 cancelli, 99 porte blindate, 99 celle, 99 sbarre, tutto 99, ieri ho cominciato a valutare la possibilità di pensare al pensare di lasciare la prigione un po’ prima del previsto. Ho pensato che potrei pensare, insomma. Il passo successivo è pensare se farlo, e si presenterà al momento della fine, non del mondo, che quei simpaticoni dei Maya hanno pronosticato per il 21 dicembre 2012, quindi c’è ancora tempo (tanto a loro che gli fregava), ma delle sofferenze. Perché le sofferenze interiori, se quella fine ce l’hanno e tu la vedi, hai il dovere di perseguirla. Stamattina mi son svegliato che, se non mi fossi teletrasportato al bagno nell’arco di un decimo di secondo, sarei esploso, e mi son sentito tanto felice di non soffrire d’incontinenza e, nel tragitto dalla mia stanza al bagno, mi veniva da cantare L’inquietudine di Nek. Mentre espletavo mi son ricordato che avevo sognato che ero in vacanza al mare coi miei amici, e la famigliola del bungalow di fronte  al nostro non faceva che ascoltare ‘sta canzone, a ripetizione per tutto il giorno (non dovevano star molto bene). Per forza poi uno si perde in certe riflessioni di irrequietezza e cambiamenti e fughe.
Domani puntata numero 1 di 4 chiacchiere (contate) con… Ho un po’ di cose belle da dirvi al riguardo.

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