In verità l’ho imparato da solo

Sono stato entusiasta, commosso, felice. Mi sono tuffato da uno scoglio altissimo nonostante la paura di farmi male. L’acqua risplendeva nel primo sole dell’anno. Non avevo mai visto un’acqua così verde. Non credevo che esistesse in natura un mare così e invece all’improvviso qualcuno mi ci aveva portato, invitandomi a fare una nuotata.
“Immergiti, guarda che meraviglia. Guarda bene, ma non toccare e poi torna su! Presto sarà tuo, non ti preoccupare.”
Il mio unico errore è stato quello di abituarmi a quel mare. A un certo punto ho addirittura creduto di possedere una casa a ridosso della spiaggia. Chiudevo gli occhi e parlavo da solo. Rispondevo a personaggi immaginari che mi domandavano della mia felicità, e non mi rendevo nemmeno più conto che mi trovavo nella mia stanza, con indosso un paio di jeans squarciati alle ginocchia e una maglia di cotone col collo mangiucchiato dalla mia bocca nervosa, altro che mare di un verde come non mai.
Mi hanno insegnato a non illudere. Mi hanno insegnato a tenere per me le false promesse. Mi hanno insegnato a non illudere, illudere, illudere. Cazzo, ma perché dio mio. Mi hanno insegnato la generosità, senza ostentare possibilità che non potrò mantenere. Mi hanno insegnato ad avere rispetto per i sogni di chi un sogno ce l’ha e lo nutre e lo difende e lo coccola, lo consola e lo aiuta a rialzarsi ogni volta che cade. Realizzare il sogno di qualcuno è il più bel dono, quello che ti cambia la vita e la cambia a quel qualcun altro che riesce a dire solo grazie, ma perché promettere per non mantenere? Perché sorridere e poi calpestare? Restatevene a casa voi che vivete delle vostre grandi glorie, non cercatene ancora da chi sta tentando di capirci qualcosa in questa vita in totale squilibrio. Per favore.

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