In vacanza nel mio giardino, che ha pure il mare

Ho capito che il prezzo del petrolio è variabile, ma variabile fino al punto che metto quindici euro di benzina, cercando tra l’altro invano di rilevare scostamenti confortanti della lancetta da quel baratro rosso, che ormai occupa indisturbata e inamovibile da anni, pagandola un euro e cinquanta al litro e, quando ormai ho finito e sto per ingranare la prima, svuotato e malinconico al pensiero di quante splendide emozioni avrei potuto vivere con quei quindici euro, esce l’omino e cambia il prezzo a un euro e quarantotto e qualche cosa. Carlo (Verdone), amico mio carissimo, prendi nota!
Se continua a crescere la velocità della variabilità (state tranquilli, non è di Matematica e Fisica Quantistica che si parla qui (chi non l’ha sostenuti è pregato di cercare il materiale per la preparazione all’esame altrove)), si arriverà al punto di dover pagare un omino che faccia solo quello, un addetto esclusivamente all’aggiornamento del cartellone del prezzo davanti al benzinaio. Provate a moltiplicare quel suo piccolo stipendio per tutte le stazioni di rifornimento del mondo; capite bene che si tratterebbe forse della spesa più grande e inutile del pianeta Terra. E chi dovrebbe sostenerla? Due sono le possibilità: o un’entità misteriosa, di buon cuore e ricca, che potrebbe abitare, non so, al centro del mondo ad esempio, e donare denaro ai più o meno bisognosi; oppure ogni stazione di rifornimento pensa al proprio omino. Bene supponiamo che ogni singolo benzinaio (quella dell’entità generosa mi sembra così, a prima lettura, magari mi sbaglio eh, un’ipotesi da scartare), il responsabile, il direttore, il proprietario, o chi per lui, decida di accollarsi lo stipendio dell’addetto al settore aggiornamento prezzo della benzina. Come fa a riavere quei soldi? Perché è naturale che se novecento euro al mese escono, novecento euro da qualche parte devono pur rientrare, magari di più è meglio.
Semplice, applicando un piccolissimo rincaro (chi vuoi che se n’accorga?) al già notevole rincaro che la benzina subisce di giorno in giorno. Comunque secondo me quest’estate ci sarà un calo a picco del numero dei vacanzieri all’arrembaggio. Costano più tre ore di viaggio in automobile che tre settimane di villeggiatura in albergo a Porto Cervo.

18 commenti su “In vacanza nel mio giardino, che ha pure il mare

  1. Gogan, effettivamente. Ricordo che il periodo dell’attentato a New York che erano crollati i prezzi dei voli, volevamo portare i lupetti a Londra a fare il campo scout di due giorni. Costava meno il biglietto aereo per Londra che quello dell’autobus per Capitignano (paesello qua vicino)! O_o

  2. in fondo se ci pensi è il modo migliore per ridurre i gas serra e negli anni passati si campava lo stesso…

    comunque io rimango sempre dell’idea che le auto dovrebbero andare a urina! quella non manca mai e per produrla basta bere!

  3. 2, il problema è che senza macchina, a meno di qualche eccezione, non sopravvivi. E loro questo lo sanno. E poi il petrolio sta finendo, quindi si dessero una mossa a mettere sul mercato alternative umanamente plausibili, che non costino cioè centinaia di migliaia di euro, e che siano testate e sicure.

  4. Infatti sta benza sta alle stelle.. e continuerà a crescere, ormai è questa la tendenza. Io quando posso prendo il bus. Ormai devi decidere se andare a mangiare una pizza o se mettere benzina. boh si dovrebbe fare uno sciopero generale, nel vero senso della parola.

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