I due corpi nell’oceano non sono morti, fanno finta

Hanno ritrovato 2 corpi, una valigetta e un sedile blu con un numero di serie compatibile con l’Airbus sparito, uno zaino con dentro una scheda di vaccinazioni e un biglietto Air France, che ballonzolavano nell’oceano. Ora ci diranno che no, non è come pensiamo. Quei 2 non erano sul volo fatale, ma l’hanno provato a inseguire remando a bordo di un sedile, che avevano staccato precedentemente dall’aereo per via della rabbia provata nel sentirsi dire che non potevano imbarcarsi, perché troppo brutti e col loro truce aspetto avrebbero potuto spaventare gli altri passeggeri. Allora hanno nascosto il sedile nello zainetto sotto a due panini con la frittata di zucchine, avvolti nella carta stagnola, al biglietto dell’aereo e al libretto delle vaccinazioni del gatto brasiliano che, dall’oblò, li salutava con la zampetta pelosa – lui l’hanno fatto salire perché di razza pura – e hanno deciso di fare il viaggio in sedile. L’ipotesi che apparirebbe la più verosimile è che abbiano perso la vita per via delle perturbazioni e delle onde, degli squali e del fatto che l’oceano è un po’ più impervio di un laghetto con le paperelle, ma non è così che sono andate le cose. Quei 2 sono ancora vivi e stanno fingendo da oltre 6 ore (facendo il morto a galla) per non dover ammettere il furto del sedile e quindi dover pagare una multa più salata dell’acqua del mare con cui si sono dissetati per più di una settimana. Le autorità a bordo di canotti stanno provando a convincerli con le buone, ad ammettere di essere vivi, ma loro non mollano. Un agente ha anche sparato un paio di colpi all’uomo galleggiante che, grazie al gran talento recitativo in suo possesso, è riuscito a trattenere il dolore senza lasciarsi andare al benché minimo movimento.  Nel frattempo attendiamo notizie dalla dimensione Z in cui pare che l’aereo sia finito, perché, se non lo sapete, i forti temporali con fulmini ravvicinati aprono squarci dimensionali ad alta quota, sostiene una signora di bell’aspetto mentre annaffia le gardenie nella serra dell’ospedale psichiatrico dove sta benissimo – dice lei – e guai a chiamarla reclusione, ex pilota della Marina Militare che, in tempo di guerra, si è ritrovata, in una notte tempestosa, al cospetto di un buco nel cielo che la tirava a sé e lei, con una manovra che non riesce ancora oggi a spiegarsi, l’ha evitato salvandosi la vita. Signora, porti i miei saluti alle sue amiche gardenie.
Poi.
Ieri mi sono messo a elencare tutti i percorsi possibili della mia vita, dipendenti da variabili non del tutto casuali, ma quasi, distinguibili e vicinissime, che orienteranno il mio futuro, non dico in modo definitivo, ma determinante quello sì, e tutto questo nei prossimi diciamo 14 giorni ad esser generosi. È venuto fuori un grafo orientato con tanti pallini e archi con la freccetta ad entrambi gli estremi, in cui ogni nodo ha almeno 4 strade possibili. Chissà a quale dei 120mila nodi foglia approderò. Quindi aspettatevi imminenti rivoluzioni.
Poi.
A proposito di imminenti rivoluzioni, ho parlato con una signora, probabilmente amica della suddetta pilota, ma più anzianotta, che dice di avere contatti soprannaturali con la nonna morta che le appare in sogno con l’avvicinarsi di grosse e pericolose sciagure. Le sarebbe apparsa prima che lei scoprisse di avere un cancro da cui poi ne è uscita alla grande, e le è apparsa 10 giorni prima del terremoto. (Pensate che felicità appena la vede in sogno!) Nell’ultima occasione pare che le abbia detto qualcosa del tipo: “Nipotina mia, a breve ci sarà una catastrofe con tanti morti, ma tu non preoccuparti che ti salverai. Però stai attenta e il primo dicembre resta fuori da casa!”. Io, con tutto il rispetto per la nonna, non ci credo, ma ho deciso che il primo dicembre me ne vado a fare una bella scampagnata in Guatemala. Voi, però, non denunciatemi per procurato allarme.
Poi.
Mancano 50 pagine alla fine di Anna Karénina che dopo giorni di psicosi e sdoppiamenti di personalità, turbe ossessive su ipotetici tradimenti del conte Vronsky,  suo compagno, la quasi sicurezza che il suo ex marito non le concederà il divorzio e che suo figlio Seriogia la sta dimenticando inesorabilmente, raggiunge la stazione e si avvicina a un binario. Pensa agli sguardi penosi della gente che la fissa, ora che la voce della sua vita abbandonata ha fatto il giro della città, su quello che ha da perdere che è molto poco rispetto alla vendetta ai danni di Vronsky che la sua morte significherebbe, che si lascerebbe logorare dal senso di colpa per non averla compresa e amata abbastanza, così decide che vale la pena buttarsi sotto a un treno.
Buona domenica, allegriaaa!

19 commenti su “I due corpi nell’oceano non sono morti, fanno finta

  1. Ora ti spiego: l’aereo non è sparito, è stato inghiottito in un’altra dimensione spazio-temporale. Lo sanno tutti, basta guardare la 5 serie di Lost… i superstiti sono sull’Isola, insieme a quelli del progetto Dharma e gli Altri… ah, ma non stai parlando di quell’aereo lì? Certo che al telegiornale non hanno più la stessa inventiva di un tempo, ora copiano i telefilm… 😉

    R.

  2. Buondì muli, dici? Forse. In tanti mi chiamano giornalista per via della rubrica su SoloLibri in cui intervisto gli scrittori, ma io dico sempre che non sono un giornalista, ma solo uno che fa 4 domande a uno scrittore. Poi stasera devo scrivere un articolo per un giornale importante, se me lo pubblicano ci penso.

  3. Per i parenti delle vittime è importante , visto che la maggior parte di loro non avrà neppure un corpo su cui piangere, avere una verità per farsene una ragione.

    l giornalisti non avendo nulla da dire , perchè ancora non è possibile avanzare delle ipotesi, si esercitano come l’autore di questo post nella elaborazione assurda dei pochi elementi dati a loro disposizione…..l’importante è aver qualcosa da dire e non che cosa dire.

    Matteo hai un fururo nel giornalismo ci hai mai pensato???

    Buongiorno Muli

  4. e.s., non ho mai cancellato alcun commento. Mah, è una tragedia che ha toccato molto anche me. Non ho scherzato sulle vittime, o disegnato le loro tombe. Ho fatto ironia sull’informazione, sui media che ogni ora modificano la tesi più plausibile sulle cause del disastro. Su chi alla domanda: “Da cosa potrebbe essere dipeso?” non fa che contraddirsi e rimangiarsi cose dette in precedenti interviste. Così ne ho inventata una io, alternativa, stupida, ma non troppo più assurda di tante che ne ho sentite. C’è una grossa differenza tra la vignetta di Vauro e il mio post. Se non la noti mi dispiace molto, e non credo di poter essere io la persona più adatta per spiegartela.

  5. Il blog è sempre stato simpatico e corretto però scherzare su una tragedia io eviterei…caro Matto, ricordi quando Vauro scherzò sul terremoto?

    Nessuna critica in particolare, sono solo dispiaciuto per la tragedia e contrariato da ciò che hai scritto.

    Spero che questo commento non venga cancellato e attendo una tua risposta.

    Ti ringrazio

    E.S.

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