Quella ridicola donna ultracentenaria che attende come un incubo la notte del 5 gennaio quando, a cavallo della sua scopa volante (non ho capito perché ancora non l’ha brevettata così si fa i soldi e si vive gli scarsi 3mila anni che le restano nell’ozio perenne, perché le freddure diventano pericolose a una certa età e quella mantella bucherellata non credo le sia molto d’aiuto), dovrà farsi il giro del mondo in 7 ore e riempire calze vecchie appese ai camini di dolciumi vecchi di un anno, ha ben pensato di liquidarmi con un leggerissimo foglietto anche colorato che io pensavo fosse, che so, un biglietto aereo per i Caraibi o il biglietto vincente della Lotteria Italia che pescano stasera e che io non ho comprato, ma spero di vincere lo stesso perché la speranza è sempre l’ultima a morire, e invece era il tagliando dell’assicurazione della mia Matiz scaduta il 31 dicembre, che ammonta a 450 euro. Cancella il mio indirizzo dalla lista delle tue visite e di’ a Babbo di fare lo stesso!
“Mamma, volevo parlarti di una faccenda.” “Sì?” “È arrivata una rata unica dell’assicurazione, quando io l’avevo divisa in 2 rate da 225 euro; ne sai qualcosa?” “Perché, dopo che tu l’hai divisa in 2 rate, io le ho fatte accorpare in una rata unica a dicembre, almeno ci leviamo il dente e stiamo a posto tutto l’anno.” “E perché non me l’hai detto?” “Ti devo comunicare tutte le migliorie che faccio?” “Non è una miglioria questa.” “Se ti piace stare sempre a pagare non lo è, a me no e quindi ho deciso così.” “Sì, ma perché parli di te riferendoti all’assicurazione della mia macchina che dovrò pagare io nella sua interezza?” “Perché è una questione anche psicologica, vedersi arrivare tutte queste cose da pagare, è una cosa in meno, no?” “Ho capito, ma per me è una cifra un po’ proibitiva tutta in una volta.” “Sì, ma te l’ha ordinato il medico di comprarti una macchina?”
Quando mi raggiunge la consapevolezza che potrei continuare a discutere con lei per ore tanto sarebbe sempre capace di sviare il discorso, emetto un paio di sospiri e annuendo procedo alla ricerca di una distanza di sicurezza. Sospiri particolari, tipo quelli che riecheggiavano nella minuscola stanzetta da notte della casetta di capodanno e che nessuno è riuscito a provare scientificamente appartenessero a me, come sostenevano i miei numerosi coinquilini di letto che detto così sembra un’orgia, che poi l’ho sentiti pure io i sospiri (e chiamali sospiri, sembrava la bora triestina) e dubito avessi subìto una sorta di sdoppiamento o viaggio extracorporeo nella notte, quindi escludo possa esserne stato io l’artefice. Ieri al Mc Donald’s sembrava l’inferno della storica scena del Gladiatore, nell’attimo immediatamente successivo al suo segnale. Non ho mai visto tanta gente disposta a farsi code interminabili, a consumare il pasto appoggiandosi l’uno all’altro, in piedi come statuine col vassoietto in mano, sparsi per tutta la sala, perché di tavolini liberi neanche l’ombra. A un certo punto mi è venuto anche da ridere perché non riuscivo a star dietro alle cotture delle cotolette chicken. Ne mettevo a cuocere 12, cioè la portata massima del cestello, e nei 4 minuti necessari alla cottura ne ordinavano 14, 15. Ho provato una pena immensa per quelle persone che dopo aver trascorso l’intera giornata in giro per le bancarelle della fiera, accalcati, a spintonarsi per accaparrarsi un paio di stivali, o un portafogli, o il grattino per le carote a poco prezzo, pensano bene di prolungare la loro agonia per un panino.
Visto che l’Epifania tutte le feste porta via e visto che a me le poesie non piacciono, perché nella maggior parte dei casi, diciamo quasi totalità, non si tratta di poesie ma di versi incolonnati che, se mi ci metto, in una giornata ne produco anche 500, ma le filastrocche quelle le adoro, e visto che la storia della Befana che vien di notte con le calze tutte rotte ha un po’ rotto, come le calze, ho deciso di salutarvi con una, un po’ bruttina, di Rodari Gianni che si accontenta di poco, devo dire, ma mi piaceva per augurarvi definitivamente un buon anno, perché da domani si ricomincia sul serio.
“Mamma, volevo parlarti di una faccenda.” “Sì?” “È arrivata una rata unica dell’assicurazione, quando io l’avevo divisa in 2 rate da 225 euro; ne sai qualcosa?” “Perché, dopo che tu l’hai divisa in 2 rate, io le ho fatte accorpare in una rata unica a dicembre, almeno ci leviamo il dente e stiamo a posto tutto l’anno.” “E perché non me l’hai detto?” “Ti devo comunicare tutte le migliorie che faccio?” “Non è una miglioria questa.” “Se ti piace stare sempre a pagare non lo è, a me no e quindi ho deciso così.” “Sì, ma perché parli di te riferendoti all’assicurazione della mia macchina che dovrò pagare io nella sua interezza?” “Perché è una questione anche psicologica, vedersi arrivare tutte queste cose da pagare, è una cosa in meno, no?” “Ho capito, ma per me è una cifra un po’ proibitiva tutta in una volta.” “Sì, ma te l’ha ordinato il medico di comprarti una macchina?”
Quando mi raggiunge la consapevolezza che potrei continuare a discutere con lei per ore tanto sarebbe sempre capace di sviare il discorso, emetto un paio di sospiri e annuendo procedo alla ricerca di una distanza di sicurezza. Sospiri particolari, tipo quelli che riecheggiavano nella minuscola stanzetta da notte della casetta di capodanno e che nessuno è riuscito a provare scientificamente appartenessero a me, come sostenevano i miei numerosi coinquilini di letto che detto così sembra un’orgia, che poi l’ho sentiti pure io i sospiri (e chiamali sospiri, sembrava la bora triestina) e dubito avessi subìto una sorta di sdoppiamento o viaggio extracorporeo nella notte, quindi escludo possa esserne stato io l’artefice. Ieri al Mc Donald’s sembrava l’inferno della storica scena del Gladiatore, nell’attimo immediatamente successivo al suo segnale. Non ho mai visto tanta gente disposta a farsi code interminabili, a consumare il pasto appoggiandosi l’uno all’altro, in piedi come statuine col vassoietto in mano, sparsi per tutta la sala, perché di tavolini liberi neanche l’ombra. A un certo punto mi è venuto anche da ridere perché non riuscivo a star dietro alle cotture delle cotolette chicken. Ne mettevo a cuocere 12, cioè la portata massima del cestello, e nei 4 minuti necessari alla cottura ne ordinavano 14, 15. Ho provato una pena immensa per quelle persone che dopo aver trascorso l’intera giornata in giro per le bancarelle della fiera, accalcati, a spintonarsi per accaparrarsi un paio di stivali, o un portafogli, o il grattino per le carote a poco prezzo, pensano bene di prolungare la loro agonia per un panino.
Visto che l’Epifania tutte le feste porta via e visto che a me le poesie non piacciono, perché nella maggior parte dei casi, diciamo quasi totalità, non si tratta di poesie ma di versi incolonnati che, se mi ci metto, in una giornata ne produco anche 500, ma le filastrocche quelle le adoro, e visto che la storia della Befana che vien di notte con le calze tutte rotte ha un po’ rotto, come le calze, ho deciso di salutarvi con una, un po’ bruttina, di Rodari Gianni che si accontenta di poco, devo dire, ma mi piaceva per augurarvi definitivamente un buon anno, perché da domani si ricomincia sul serio.
Fammi gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
L’avevo detto che era bruttina, eh.
L’avevo detto che era bruttina, eh.
carlo, non ti spazientire che poi mi sento in colpa.
…con un pò di pazzienza finisco di leggere il tuo post,,,,,,,,,,,dai simpatica direi almeno la tua descrizione potrebbe raggruppare la stessa identità della mia cara vicina!
Carlo
morgana, la filastrocca dici? No perché io le poesie le odio, perché alla fine di poesie vere ce ne son poche, il resto sono tutti surrogati.
gode, ah pensavo volessi accusarmi di plagio.
erika, l’aspetto di chi?
vincenzino perché, chi altro li fa?
bè dai non è così male la poesia…almeno non annoia…
Ma figurati, anzi. Sono contento di non essere l’unico a pensarla in questo modo 😛
avvolte l’aspetto nn è importante
^-^
Erika
Cavolo però, pure McDonald’s…fa i cestelli solo per 12 ??? Non c’è più religione…
gode, giuro che non avevo letto il tuo post. 😀
Ah ma qui si parla di banalità poetiche… mi ricorda qualcosa XD
gogan, poi se è mia madre la cosa mi fa incazzare ancor di più.
zero, ci parli tu e le dici che sono un bravo figlio?
dora, grazie. Sei la benvenuta!
pyp, se provi a patteggiare con mia madre lei tira fuori tutta una serie di episodi sparsi negli anni passati con cui argomenta la sua ragione a prescindere e alla fine rischi di doverle anche dei soldi.
orange, ma cambia assicurazione!
odio pure io quando la gente mette mano alle mie cose senza permesso..
“Sì, ma te l’ha ordinato il medico di comprarti una macchina?”
tua madre ti odia essì!
Arrivo qui sulla scopa della befana;))
ops…dalle pagine di Mary Zed:)))
Molto piacevoli i tuoi scritti…
Buona conclusione di festività
dora
Innanzi tutto buon anno!
Per quanto riguarda l’assicurazione, non potevi “patteggiare” con tua madre almeno una parte della cifra a carico suo? Per far pagare anche a lei una parte della sua azzardata iniziativa.
Anch’io zero biglietti della lotteria, mai preso uno in vita mia… per la rata dell’assicurazione in fondo tua madre non ha torto, la mia per sbadataggine l’ho pagata in ritardissimo che se mi fermavano per un controllo mi sequestravano pure il gatto! ehm…la mia è più di 700€!
darkangel, contro Rodari nulla figuriamoci, chi lo conosce. Temo che al Mc stasera ci sarà il bis e io sto andando al lavoro, mi viene da piangere.
mafalduzza, è una battaglia persa in partenza.
Cos’hai contro Rodari, eh??? A me è sempre piaciuto, mia madre mi leggeva sempre le filastrocche da piccola e questa non è poi così male, ce ne sono di peggiori. Per quanto riguarda il Mc o la vecchiaccia sulla scopa (nn ti sto a dire quanti auguri mi sn arrivati oggi) è normale, ad esempio a CL c’è la tobola dell’Epifania… nn oso immaginare quanta gente si accalcherà stasera al Mc…
Tua madre??? Beh, ormai dovresti esserci abituato XD
Un abbraccio Matto!
ammiro la tua pazienza. io non so come avrei reagito a: “ti devo comunicare tutte le migliorie che faccio?”. 🙂 pensa anche tu ad una miglioria – dal tuo punto di vista, – poi ne riparlate.
Buona meditazione sarky!
coltemposai, non credere mai a chi ti dice che sforna panini o altro fresco.
zot, prendi in giro?
ma neppure uno, lo giuro. Non vivo in Italia, altri metodi di fatturazione, che dolore, ora mi chiuderò in me stessa a meditare, sniff
Fortunatamente da domani si smette con gli auguri .. per l’anno prossimo mi organizzo in tempo e preparo auguri personalizzati .. che ne so! .. per gli stitici un anno di m. ecc..
Mi chiedo anch’io perche’ la gente vada al Mac e non al bar di fronte che sforna panini freschi … 🙂
Ciao ciao!!
Ottima scelta Rodari! 🙂
sarky, chissà quanti incidenti avrai fatto! 😀
Ma non diamo alla befana colpe che non ha, vedi, te lo dice anche la tua mamma che hai deciso tu di guidarla. Cqe in Svizzera neppure esiste la befana. Oggi si festeggiano i tre Re Magi ma è un giorno lavorativo come gli altri. La magia funziona solo con i bambini, perché quelli beneducati non hanno pretese molto elevate. Dai che abbiamo tutti lo stesso problema, non sei solo, io pago 650€ per l’assicurazione della macchina….
iosempreio, forse non ti ha portato mai nulla perché tu non l’hai mai sopportata.
curly, di più!
be’, diciamo pure che c’è di peggio, in giro.
e per inciso: la befana non l’ho mai sopportata, forse perché non mi ha mai portato niente!
non è bruttaaa!!! :DDD
ilanio, potrebbero averci separati alla nascita, oppure ancor prima scambiato le provette e quelle cose che fanno a Beautiful.
maristey, lo dici solo perché hai paura dello spirito di Rodari Gianni.
tua madre assomiglia pericolosamente alla mia… non e’ che siamo fratelli e non lo sappiamo?? O_O
non è vero che è bruttina, dai è carinissima… ciao se ti va passa pure da me, ciao.