Funeral Blues

W. H. Auden

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l’amore fosse eterno: e avevo torto.

Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l’oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.

L’immensità di un sentimento capace di superare di gran lunga quello che, per altri, è l’assoluto; insomma, cosa c’è di più totale dell’Universo? E invece tutto si riduce a scenografia se si parla del loro amore, che è il vero spettacolo della serata. Fate caso ai termini. Non dice cancellate le stelle, dice spegnetele, come se fossero solo luci di scena che ora non servono più. Imballate la luna, come quando si fa un trasloco. Smontate il sole, svuotatemi l’oceano, e sradicate il bosco. È ora di portare via i pezzi dal palco; perché è giunto il tempo degli applausi finali, e non è per scelta dell’uno o dell’altro, ma di un destino che ha deciso di distruggere e lasciare un solo superstite a vivere il resto della vita nel dolore. Nel vuoto che lascia il ricordo. La rileggo spesso per godere della sensazione che mi dà. Di qualcuno che ha capito l’Amore, e ha saputo raccontarlo solo dopo averlo perso.

 

M.

32 commenti su “Funeral Blues

  1. Adoro ogni singola frase… mi piacerebbe registrarla in un nastro, chiudere gli occhi ed ascoltarla.

    Bella davvero Matteo, complimenti per il post.

    Ciao,

    ManMan / RyuKen

  2. Questo é uno stato d’animo, è la condizione in cui ci si trova alla fine di un lungo viaggio quando tornato a casa ti ritrovi solo. Di nuovo solo. E’ quel dolore che senti partire dallo stomaco e bruciare fin su nella gola e spaccare il petto, come mille pugni sferrati da dentro. Da dentro l’anima. Come un fuoco che ti riempie di fumo gli occhi. E’ abbandono! E’ smarrimento! E’ perdita! E’ la lacrima. L’ennesima lacrima che ormai non trova più spazio per scorrere su un viso ormai madido. L’ho vissuto questo, e leggerlo, vederlo espresso con delle parole rievoca tutto quello strazio che è la fine di un amore…quando nulla intorno ha più motivo di esistere. Quando non c’é più differenza tra giorno e notte, tra pioggia e sole. Quando il pieno sembra un immenso vuoto e il vuoto non é mai abbastanza profondo per precipitare al suo interno! E allora non hanno più ragion d’essere sole, luna, stelle, oceani e boschi…quando non puoi più goderne con chi ami! Diventano solo sterile cornice di un vuoto incolmabile!

  3. Daniele, ma io lo valorizzo. La poesia non mi tocca dal punto di vista personale, soprattutto ora. Mi emoziona, quello sì. 😀 Benvenuto nella Stanza! A presto!

  4. almeno ora dovresti aver imparato a valorizzare l’amore mentre lo vivi, non dopo che si dilegua.

    Ogni male nuoce e giova insieme: approfittane.

    Ciao, DANIELE

  5. resta il fatto che certe parole bisognerebbe didicarle quando quella persona è lì,viva davanti a noi..

    bellissime parole,ma ne avevamo già discusso del loro significato no Mattè? 😉

  6. anonimo7, io amo le belle poesie. Poi che i loro autori siano omosexual (come dici tu), bisex, etero, trans, travestiti, transgender (come dice Luxuria), uomini, donne, vecchi, cani, importa poco. Non conosco i gusti sessuali dell’autore, come non li conosco di nessun autore che leggo. Quello potrebbe importare al direttore di Eva3000, forse. Chiedilo a lui/lei (non so chi sia) magari te lo sa dire. Io ignoro. 😀

  7. Questa intensa poesia molto omosexual viene ripresa anche nel celebre film “quattro matrimoni e un funerale” ………Matto ma non sarai mica…………………….??!!?!

  8. Queste parole sono sempre rimaste incise nel mio cuore e rileggerle è sempre un “gran bel dolore”..

    Un abbraccio Matteo, nella speranza che i nostri cuori riescano sempre a capire quello che hanno e quanto hanno, prima che il tempo scriva quella parola inesorabile ed inevitabile..

    Eli

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