Commentare è un’arte non da tutti. Riflessioni post-Pierantozzi

Mi godo la silenziosa pace ritrovata dopo il baccano di questi giorni causato dalle faccende Pierantozziane dell’ultimo post, che ha attirato su queste pagine centinaia di lettori. Al silenzio della stanza, nel mio giorno di riposo, con la luce del sole intiepidita dalla tenda verdina, poco dopo il pranzo, rifletto. Mi aspettavo una vagonata di insulti dagli amici di Pierantozzi, indirizzati sul blog dal link che lui stesso ha condiviso sulla sua bacheca. Sospetto l’abbia fatto allo scopo di infliggermi una punizione. Un precedente mi preparava al massacro mediatico. Qualche secolo fa pubblicai un’analisi molto seria, si fa per dire, del testo della canzone Essere una donna interpretata da Anna Tatangelo. Purtroppo, pure col pulsante di ricerca, non riesco a recuperarlo per lincarvelo. Voi che mi conoscete rileggete il testo, soprattutto quando Anna dichiara con convinzione, e non vedo motivo per dubitarne, di non essere una ciliegia, e immaginate il tono del mio post al riguardo. Una tatangiolesca ascoltatrice ebbe la fantasmagorica idea di condividerlo nel forum ufficiale della di D’Alessio compagna, e via il finimondo di offese dei nano-fan all’insegna del minimal: T nn cpsc 1 caX d music!! VFNCL!!!!!!!!!!!!!! (sui punti esclamativi non lesinano mica), molte delle quali manifestanti la mancanza della più intuitiva consecutio temporum. Stavolta conto con sorpresa la quasi totalità dei commenti di sostegno non a me, che non sono in discussione, perché la discussione non verteva sulla mia persona, ma alle mie impressioni, quelle sì. Questo mi convince dell’opportunità della mia riflessione. Esprimere un’opinione, che sia di complimento o delusione, di critica o di piacevole emozione da condividere, un commento o il post di un blog, deve restare intanto una libertà incondizionabile e insindacabile di chi scrive. E poi deve restare sempre ben visibile il muro di separazione fra la persona che scrive e la sua idea, pure se i muri nella Storia non hanno mai significato cose buone. Quello che voglio dire è che si può rispondere ed è sempre gradito un commento da chi legge, che sia di complimento o delusione, di critica o di piacevole emozione da condividere, come sopra. L’importante è che resti legato all’impressione manifestata, e non abbia niente a che fare con la persona autrice: nel caso specifico me medesimo. Per esempio, commentare le mie osservazioni sull’atteggiamento snob di Pierantozzi così: Tu sei invidioso perché Rizzoli non ti chiama, e se non ti chiama è perché non hai le qualità, significa debordare dal letto di discussione. Cosa c’entrano le mie qualità con l’atteggiamento snob di Pierantozzi? Cosa c’entra la mia invidia con l’incoerenza di Pierantozzi, che noto io, magari sbagliando, e della quale scrivo? Perché non mi correggete, se sbaglio, invece di parlare di me quando si sta parlando d’altro? Io, la mia invidia e le mie non-capacità non rientriamo nel discorso Scrittori che sputano nel piatto dove mangiano, e quindi chi ci tira in ballo dichiara a gran voce di avere grossi limiti nel confronto. Non sa mantenersi sullo stesso piano di discussione, e fa una brutta figura nel tentativo di farla fare a me che mi prendo gioco di lei/lui commentatore.
Piccolo aggiornamento lampo: Pierantozzi mi ha offerto di nuovo la sua amicizia su Facebook per permettermi di leggere e rispondere ai commenti di chi è intervenuto sotto al link da lui condiviso. Io non c’entro niente con la sua bacheca, e la mia autostima non ci tiene a farsi una doccia sotto una cascata di attacchi sanguinari, né m’interessa alimentare il polverone mettendomi a battibeccare pubblicamente coi suoi lettori. Chi vuol parlare con me sa dove trovarmi. A quelli lì che gli risponda pure lui! Perciò ho rifiutato. Quello che mi dispiace, e di cui mi scuso, è di non essermi inginocchiato mentre lo facevo. Il confronto con l’autore è andato avanti per altri 2 o 3 lunghi messaggi privati che non riporto, perché Pierantozzi mi ha fatto notare che non è carino pubblicare su un blog una conversazione privata. Vista l’annotazione illuminante, sto seriamente valutando l’ipotesi di lasciare MatteoGrimaldi.com in gestione ad Alcide Pierantozzi, sarebbe in ottime mani.
Piccolo aggiornamento lampo2: Domani, 6 giugno, sarà il giorno della nostra decisione difficile. Vi racconto tutto al ritorno o al massimo giovedì. Spero che prevalgano il buonsenso e l’umanità.

30 commenti su “Commentare è un’arte non da tutti. Riflessioni post-Pierantozzi

  1. Be’… sai cosa penso dell’arte di commentare: abbiamo un cervello, un gusto e una lingua… La possiamo usare come meglio crediamo.
    Sono i paladini che odio profondamente… Per questo alle volte glisso e mando a fanxxxxlo più gente possibile 😀

    Per la decisione… Sono curioso come una scimmia…

    Ti abbraccio

  2. Il successo porta fuori le caratteristiche più vere delle persone, perché quando non hanno più la necessità di comportarsi in un certo modo, sono veramente libere di fare quello che vogliono.
    E penso che sia solo allora si può notare veramente di che pasta sia fatta una persona.

    Che poi io questo Pierantozzi lo sento nominare ora per la prima volta ;P

  3. Ussignùr… manca solo che adesso ti “quereli” e stiamo apposto… ma che esagerazioni! E poi, comunque, dedicandogli un post gli hai dato notevole visibilità, no?
    Resto del parere che se lui da deciso di “fermarsi”, avrà avuto i suoi buoni motivi e tali sono insindacabili.
    Ciao Carissimo.. proseguo la lettura del tuo libro.. ora Luca è al primo giorno di lavoro… (Ahò, ma ‘sta Flavia, merita?) 🙂

  4. Io ho un blog da poco, non sono uno scrittore, ma è da anni che seguo alcuni blog, mi sono reso conto che ci sono persone perfide. Quest’ultime vanno nei blog personali, che sono dei veri e propri diari, per leggere e scrivere offese gratuite. Questa cosa non mi piace, io ho deciso di non scrivere critiche o commenti negativi direttamente ad una persona, ma soltanto cose positive. Forse per molti il mio è un pensiero sbagliato, ma a me non piacerebbe ricevere brutti commenti, quindi… Ma libertà non vuol dir essere cafoni!
    Buona serata ^_^

      • Fatemi santo! La mia amica dice che in me vi è una vena da assistente sociale, pensa che il mio lavoro ideale sia aiutare gli anziani nelle case di riposo. Riflettendoci è vero, gli anziani mi amano, soprattutto le sciure vicino a casa mia, quando porto il cane fuori le saluto sempre e chiedono cosa stanno cucinando, sento dei profumi…
        Va beh sai perché penso questo!? Noi abbiamo giù fin troppi problemi, per cui anche una sola frase positiva può portarci un po’ di felicità e serenità, se ciò dovesse venire da uno sconosciuto ben venga! Aggiungo, se per esempio tu scrivessi ho tradito la mia ragazza, io posso scrivere che secondo me hai sbagliato, come tutti, ma non potrei dire se uno st**zo oppure… La differenza è evidente! Poi perchè giudicarti, se non ti conosco!?
        Ciao Matteo ^_^

        • La vecchia (cattiva) vicina di casa di Villa Madre, alla tua domanda: Cosa sta cucinando di buono oggi? ti risponderebbe: Pensa agli affaracci tuoi, se no cucino te! Penso che sia l’unica creatura di sesso ipoteticamente femminile capace di tirare fuori il peggio da ognuno di noi. Secondo me le risponderesti malissimo pure tu. 🙂

          • Va beh io do confidenza a chi conosco! Penso che questa signora mi adorerebbe, poi con la mia cagnolina che d’estate che le leccherebbe i piedi! Una vecchietta, mia vicina di casa, mi da persino le uova delle sue galline. Sono proprio un tombeur de femme ^_^
            Io non rispondo male a nessuno, per così poco, magari per altro sì…
            Ti saluto e ciao

  5. Questo post mi ha ricordato un saggio di Schopenhauer dal titolo “Sull’arte di ottenere ragione”. L’hai mai letto?
    La tecnica di deviare il discorso con argomentazioni ad hominem piuttosto che ad rem … vabbè se non l’hai letto non voglio fare lo spoiler 😛

    Sempre in gamba!

  6. Non ho commentato il post precedente perchè non conosco la persona di cui parli, ma ti giuro che mi hai messo addosso una curiosità assurda su Anna tatangelo e le sue fan…ahahahah

    Per il resto, che dire? Non è la prima volta che critichi e lo fai sempre in modo molto costruttivo, tranne che per quanto riguarda Fabietto 😉 Su di lui proprio non riesci a trattenerti e a me, grazie alle tue critiche, lui mi è ancora più simpatico 😀 Comunque, dicevo che le tue sono sempre critiche costruttive. Chi non lo accetta, beh, problemi suoi…

  7. Inutili veleni. Senza far di ogni erba un fascio ho recentemente imparato a mie spese che gli scrittori sono creature permalose e più ancora lo sono i loro appassionati sostenitori. In seguito ad una recensione a proposito di un libro di Frank Spada sono stata subissata di critiche per un giudizio espresso a titolo personale e ne ho trovato eco anche in altri blog a lui collegati. Ho fatto come te, ho spiegato con gentilezza il mio punto di vista e mi sono ritirata in buon ordine per non alimentare sterili polemiche. Il blog è uno spazio condiviso, meglio se con eleganza.

    • I sostenitori portano avanti crociate sanguinarie contro chi si permette calpestare il loro idolo. Certi addirittura aizzati dagli autori stessi. Mi viene in mente Moccia, che ha invitato tutti i fan della sua pagina a insultare un tipo che lo aveva criticato.

  8. Non mi sento di aggiungere altro, anche perché credo che da commentare ci sia poco a parte due piccolissime cose:

    1) Evviva la libertà di commentare (almeno un po’ di democrazia nel net), ma a me hanno insegnato a tacere se non si ha la capacità di argomentare la propria posizione. Sarà un atteggiamento sbagliato anche il mio, ma piuttosto che scrivere “ah l’invidia è una brutta bestia” (con o senza punteggiatura adeguata), me ne sto zitto.

    2) Aggiornamento lampo: hai fatto benissimo.

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