Assiomi splendenti

Vorrei riuscire a tenere buona quella parte di me che invece non sa stare ferma, e soprattutto zitta. Non sa lasciarsi guidare dal vento a favore, coglierne la brezza, aspettare quando è tempo. Non sa sfruttare le circostanze, le persone, le occasioni. Potrei evitare di essere me, e potrei anche riuscirci visto che in molti si scoprono maestri nell’arte del trasformismo. Otterrei così il giusto pass per la soluzione migliore. La raggiungerei comportandomi come si comporterebbe qualcun altro, che non capisce il mio modo di fare, il mio modo di arrabbiarmi, il motivo che mi spinge a urlare, inveire contro, alzare aria, polvere. Faccio uso di tante parole che cadono pesanti, che si districano tra i rovi e trovano sotto alle pietre anime da colpire. Consumo un po’ di me sapendo già che tra poco sarà tutto uguale a prima. Intanto fuori tuona. Intanto, dentro, la pace soffia silenzio, e stanca la voglia di vedere e sentire. Di restarci di un male che non so raccontare, perché non so neanche spiegare le meccaniche della mia mente e non soltanto, che io per primo non comprendo, che sono mie, complicate, ma irremovibili, immodificabili e certe, come assiomi. Volto pagina e nessuno se ne accorgerà. Perché la nuova ha lo stesso sfondo, gli stessi personaggi, lo stesso fiume e le stesse montagne, gli stessi fuochi d’artificio e gli stessi intrecci. Diversi i colori, che stavolta sono splendenti.

20 commenti su “Assiomi splendenti

  1. stefan, il come ci comportiamo credo sia anche un’evoluzione forse genetica e sicuramente tanto dovuta a quello che abbiamo vissuto, perché la vita volente o nolente ci cambia, ci trasforma in altro. Il mio essere così è dovuto, quasi obbligato. Non potrei essere diversamente, perché odio la menzogna che sia essa verbale o comportamentale. Un abbraccio a te, e benvenuta nella Stanza.

  2. Il mio augurio è: continua così. Solo tu saprai come hai voluto vivere il mentre, il durante e ogni singolo, fuggevole istante.

    Potresti cambiare sotto alcuni aspetti, e vorrai,forse, cambiare: se la vita cambierà; se cambierà il palco teatrale dove ora scarni venti infiacchiti sospingono i troppi, sovraccumulati, stipati sentimenti, lì “tenuti a bada”, se non “repressi”, o “ignorati”.

    Ormai siamo adagiati con freddezza e conformismo sul clichè della “buona educazione”, si! però è quella del deja-vu e del “lei non sa chi sono io.” !

    Tu ti stai impegnando, al contrario, e con una bella l’umiltà di cuore – che immagino che a volte ti costi moltissimo- a scardinare “porte chiuse” da chiavi usurate e decadenti.

    Sono tutte le “porte chiuse” agli sforzi di immaginazione e di elaborazione più aprofondita, sono tutte le porte blindate dalla “sicurezza” falsata dall’apparenza-apparenza (che diventa, di fatto, una realtà “indiscutibile” agli occhi di alcuni).

    La tua espressione viva, autentica, ironica e presente dei fatti e sentimenti può risultare “spiazzante”, “sconveniente” sia per te che la lanci tra le righe, sia per chi la riceve.

    Ma, secondo me, è fonte di riflessione, è rivitalizzante, e risana laddove inizialmente sembrava aver lasciato “tabula rasa” o “porte chiuse” nella comunicazione tra persone-tra-le persone: quello che, semplicemente, siamo.

    Persone-tra-le persone. Ognuno con le proprie pagine da voltare, e ognuno con i propri colori. Alcune persone hanno solo colori e pagine più splendenti di altri. “Tutto” qui.

    Un abbraccio. Stefaninsonne.

  3. matteo e poi, dopo un po’, quando si satura lo spazio disponibile, tutto scoppia. T’immagini una coda di automobili che scoppia? Carina come immagine.

  4. In realtà tutto deve scorrere.

    Quando le cose non scorrono, la testa è bloccata, la vita è bloccata, i fianchi sono bloccati, il fegato è bloccato.

    Pure il traffico si blocca!

  5. io sono per il trasformismo superficiale davanti a interlocutori inutili…ma le dinamiche della nostra anima devono necessariamente rimanere assiomi!

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