Il patto col Diavolo

Stamattina mi sono svegliato disposto a scendere a patti col Diavolo. Mi capita ciclicamente di pensare a cosa rinuncerei di ciò che posseggo adesso, in cambio di tutto quello che desidero da una vita e per la mia vita. Oggi poi questo cielo cupo aiuta pensieri simili. Come aiutano gli accadimenti dell’ultima settimana in particolare; direi più in generale l’aria che tira in Italia da qualche anno a questa parte. Non che prima proliferassero sensazioni di benessere e scintillanti prospettive per il futuro. I nostri ex governanti avevano dalla loro un’eccellente capacità di dissimulare la verità. Ci inducevano a credere che tutti i problemi erano risolvibili e riducibili alla dimensione di uno spillo, e che ci avrebbero pensato loro a farlo, attraverso l’operato politico. Il solo fatto che qualcuno ce lo dicesse, e che la nostra quotidianità procedesse senza il peso tangibile del cattivo momento, bastava a farci sentire quella speranza che oggi è disperazione. Fortunati quelli che non sanno cos’è la disperazione. Tirare un sospiro di sollievo per non essere ancora morti di fame evidentemente non basta. Bisognerà pur fermarsi un attimo di fronte all’ondata di suicidi per motivi economici degli ultimi mesi. Adesso pure la vendita di organi per saldare i debiti con l’agenzia di recupero crediti Equitalia. Bisognerà pur fermarsi un attimo di fronte al ritorno della devastazione che stavolta colpisce l’Emilia e alla tempestiva decisione del governo Monti di riformare la Protezione Civile col decreto legge 59, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: da oggi in poi lo Stato non risarcirà più i cittadini per i danni da calamità naturali. Nel provvedimento si stabilisce – ancora solo in via transitoria e a fini sperimentali – la facoltà del privato di estendere ai rischi derivanti da calamità naturali le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà dei privati. Qualche post fa, vi ho raccontato la chiamata della squinzia sciacalla telefonica che voleva propormi una copertura assicurativa contro le calamità naturali. Ricordate? Mi era parso così ridicolo, manifestazione e conseguenza dell’assurdo precipitare del buonsenso, che ci ho scritto un post su. Non avrei mai immaginato che quella sarebbe stata la strada intrapresa dal governo.
Ci sentiamo protagonisti di un mondo di cui, all’atto pratico, non possiamo disporre affatto. Ci avete mai pensato? Questo continuo parlare al plurale: Dobbiamo fare sacrifici perché ce lo chiede l’Europa, come se un luogo geografico avesse facoltà di porre delle domande. Dobbiamo fare un passo avanti verso la crescita. Dobbiamo uscire dalla crisi nella quale ci troviamo impantanati. Dobbiamo pagare la benzina 2 euro al litro per un tot tempo. Dobbiamo alzare l’iva al 21%, e se servirà al 23, così recupereremo fondi da destinare al meridione. Dobbiamo pagare la tassa sui cani e sui gatti; se servirà pure sui pesci rossi, sulle lumache che vengon fuori durante la stagione delle piogge, e sui lombrichi che i nostri ispettori troveranno appiccicati sulla parete di casa vostra al momento delle verifiche. A proposito di casa, dobbiamo pagare l’IMU che possiamo calcolare attraverso questo semplicissimo form a disposizione di tutti (non è fantastico tutto ciò?). Dobbiamo far abbassare lo spread sotto la soglia dei 300. Pure se per voi quello dello spread è un pensiero che viene dopo il lavoro che manca; il frigorifero che pare una bara illuminata a neon; i figli piccoli che vorrebbero, ma non possono; i figli grandi che provano a sentirsi forti, ma a un certo punto crollano, e lasciamoli anche un po’ in santa pace; le robe da pagare che si triplicano senza spiegazioni comprensibili. Noi ve lo spieghiamo perché sono aumentate, ma voi continuate a non capire. E voi continuate a mangiare e bere in abbondanza, a sprecare cibo e risorse, a far lavorare chi dite voi, a dare la colpa alle gestioni precedenti, pure se la gestione precedente eravate voi, a riempirvi la bocca di quel tutti noi insopportabile. Ditemi se a uno non gli deve venir voglia di fare un patto col Diavolo. Per capirci qualcosa di più su come contattare l’altissimo Re del male mi sono rivolto alla fonte informativa più attendibile della rete: Yahoo Answers. Un ragazzo, il cui nickname è Milledollarisulrosso, che la dice lunga, pone la domanda: Com’è redatto un patto col diavolo? Nemecsek gli risponde:

Hai presente il contratto con gli italiani che Berlusconi ha firmato da Vespa qualche anno fa? Ecco, è una cosa del genere.

Per dovere di cronaca devo precisare che quello ritratto nell’immagine, che ho prelevato dal blog Matite in libertà del disegnatore Federico Distefano, non è Silvio Berlusconi. O almeno, al momento non ci sono prove che dicano il contrario. Per la vicenda Mediatrade è stato prosciolto anche in Cassazione per non aver commesso il fatto. cvs Quibron-T