E andare lontano

Quando non sei sicuro di volere qualcosa e quella cosa vuole te. Quando non esiste un solo motivo perché non debba andare così, eppure è piena la tua testa di perplessità. Quando il tempo si fa ago della bilancia, preziosa risorsa che già non hai, figuriamoci se avrai poi. Continuare a pensare mi sottrae energie, proprio ora che non posso permettermi di perderne troppe. Poi penso che non avrei potuto permettermi un sacco di cose che poi ho acchiappato al volo, nel cielo, tenuto e amato, però subito abbasso gli occhi perché quelli erano un tempo e un Matteo diverso, che si giocava tutto in una manche secca, a cui non importava perderlo, quel tutto, perché era convinto che valesse la pena vivere per vivere. Stavolta è tutt’altro discorso. Non che non creda più alle pulsioni, è solo che esistono priorità decisive, ed è mia volontà seguirle, perché solo così avrò la possibilità di decidere davvero della mia vita. È faticoso restare in piedi. E le parole sono corazza a proteggere un magma che ha il potere di ferire. Devo aver in qualche modo sconfitto la fragilità dei sentimenti. Devo aver in qualche modo sviluppato cinismo, e tutto quello che non si spezza, ma sa uccidere. Devo aver in qualche modo nutrito quel piccolo seme di freddezza che qualcuno mi ha piantato nel cuore. Ora sono indeciso. Se strappar via la profumata pianta che rende di un verde acceso e pericoloso i miei occhi nuovi, oppure se accettare con un sorriso malinconico, ma destinato alla vittoria, la mia nuova natura. Il fatto è che difficilmente si può far qualcosa quando è Natura che vuole altro. Sono solo domande, in giorni che non trovano risposte. E non sono neanche, a dire il vero, le domande predominanti di questi giorni. Non sono vere domande, solo qualcuna assomiglia alla verità; quasi nessuna mi uccide come sembrerebbe. Quindi non facciamo che mi affaccio dalla finestra, attratto dal poco rassicurante verso di una sirena impazzita, e scorgo due ambulanze pronte a portarmi via.
Tutto bene e niente in ordine, insomma. Si stava meglio quando si stava peggio (sicuro?). Meglio così che peggio (lo diceva una signora biondona che veniva a comprare la frutta quando lavoravo al supermercato dietro casa). Rosso di sera bel tempo si spera. Sì, ma chi vive di speranza muore disperato. Quindi cielo a pecorelle pioggia a catinelle. Che sfiga! Eh, ma dovresti saperlo che la fortuna aiuta gli audaci. Ma c’è una certezza, almeno una in tutto questo: Trenta giorni ha Novembre con Aprile, Giugno e Settembre, di ventotto ce n’è uno tutti gli altri ne han trentuno. Avete fatto più che bene a chiamare le ambulanze.
Stasera partita da Mc Donald’s; accoppiata fatale: maglietta + cappellino con scritto Forza azzurri! stacco a fine primo tempo. Se scorgo del nefasto giuro che mi cambio, altrimenti aspetto la fine in divisa. In campo Cassano dal primo minuto. Donadoni tenta il tutto per tutto. Tentarlo prima pareva brutto?!