E scusa pure se non so fare i palloni con le Big Babol panna e fragola!

Gli Sugarfree mi erano anche simpatici nella loro pseudo apprezzabilità. Ora, dopo essersi venduti all’eterno finto adolescente, finto uomo (no, secondo me non è neanche una donna. Non saprei, approfondiremo) finto scrittore col cappellino, finto pur’esso, (sì, è palesemente di carta o, al massimo, di plastica), quarantenne col cervello ibernato all’età adolescenziale Federico Moccia. Ebbene, dopo essersi venduti a questo popò d’artista si sono guadagnati a pieni voti il mio eterno disprezzo, nonostante gli evidenti segni sul volto del cantante che palesa un’insopportabile sofferenza ad interpretare quella roba. Come se se ne vergognasse. Questa l’esibizione non live, nonché colonna sonora di Scusa ma ti chiamo orrore.

M.

“Scusa se non posso avere gli anni che hai ora tu…” Temo che persino il testo sia opera di Moccia. Vi prego fermatelo, perché sta provocando danni irrimediabili. E della giovincella svestita che affianca il presentatore nano ne vogliamo parlare? Il suo intervento è a dir poco illuminante. Che brava: riesce persino a ripetere: “Questo quarantenne…”. Una cocorita parlante avrebbe manifestato maggiore originalità.