L’avete sentita la storia del cucciolo di alieno trovato in Messico? Purtroppo a differenza del suo ben più fortunato e celebre compaesano ET, non ha incontrato il piccolo Elliot pronto a prendersi cura di lui e a darsi così da fare perché potesse mettersi in contatto con la sua famiglia che, nel caos di una frettolosa fuga, aveva dimenticato il piccolo fra i secolari arbusti di una foresta californiana. No, lui ha avuto la sventura di incontrare Marao Lopez, un contadino della zona che dopo averlo individuato in un fossato, ha deciso che doveva morire, così ha tentato per ore di annegarlo, finché c’è riuscito. Dopo due anni di test, gli scienziati hanno dichiarato di non aver mai visto nulla di simile. Se avessero dichiarato di aver visto qualcosa di simile certamente la tesi dell’alieno non sarebbe stata così tanto credibile, ecco. Intanto Lopez è morto in un misterioso incendio della sua auto, così almeno non potrà arricchirsi facendo comparsate ai vari Costanzo Show e Buone Domeniche messicane. E ben gli sta, mi vien da dire. Che gli aveva fatto quell’aggraziato amoruccio con lo scheletro da lucertola, i denti senza radici, un testone e cervello giganteschi, con la parte superiore particolarmente sviluppata segno di grande intelligenza? E poi, possibile che non esista un alieno ritardato? La Terra è così carica di forme di vita obiettivamente riconosciute e certificate come idiote che neanche il piano di smaltimento rifiuti attuato a Napoli dal nostro magico Presidente porterebbe risultati soddisfacenti, e nel resto dell’infinito universo son tutti Archimede, Edelman, Eulero e Fermi?!
Le fiamme dell’incendio di cui è rimasto vittima il contadino assassino, secondo Joshua P. Warren, esperto americano di Ufo, avevano una temperatura superiore a quella di un fuoco normale. Si è diffusa la voce che ad uccidere l’agricoltore siano stati i genitori della strana creatura per vendetta. Nella zona in cui è stato trovato l’esserino, inoltre, vi sono frequenti avvistamenti di Ufo e notizie di cerchi nel grano. La storia è stata divulgata dall’esperto ufologo messicano Jaime Maussan, che è pronto a scommettere sulla sua veridicità. Alcuni contadini gli hanno raccontato che c’era un’altra creatura che tuttavia è riuscita a scappare quando loro si sono avvicinati. Sarà stato il fratello? E ora dov’è?
Io volevo unirmi al dolore della famiglia del piccolo alien, e fare un appello perché vengano aggiornate le leggi riguardanti gli efferati crimini. Uccidere un alieno è un omicidio. Dev’essere inserito nel codice penale e stabilita un’equa pena. Nel suddetto caso c’hanno pensato da soli a farsi giustizia; pure gli alieni devono essere tutelati. Poi non lamentiamoci se un bel giorno questi si rompono le balle, atterrano in massa in qualche (si spera americano) campo di erba medica, tipo quello che raggiunge mia madre ogni volta che avverte la terra scoreggiare, e sterminano tutti in quindici secondi (tranne me, si spera sempre).
A tal proposito m’inquieta non poco l’incontro ravvicinato che ho fatto l’altro ieri notte tornando a casa dopo una serata moderatamente alcolica. Sulla strada dell’aeroporto che due mesi fa ha ospitato gli elicotteri presidenziali di quegli otto stronzi del mondo, procedevo a velocità sostenuta (molto), quando dal margine, scorgo sbucar fuori dalla boscaglia frondosa di erbacce geneticamente modificate una creatura che decide di attraversare proprio davanti alla mia automobile. Fa un paio di passi poi, abbagliata dai fari, torna indietro come un gambero e sparisce nel buio. Ok, era di certo un animale perché un essere umano non poteva essere, a quell’ora fra le fratte, da solo, a meno che qualcuno non s’era fermato per pisciare. Diciamo un nano, con tutto il rispetto, visto che non superava il metro d’altezza e stava in piedi, potrei giurarci, ho visto nitidamente le braccine corte, ma non ho riflettuto sulle mani. E la testa era avvolta da una calotta di spine che proseguiva dietro la schiena. Volevo fermarmi, solo che la dimensione della creatura mi ha convinto ad accelerare via alla velocità della luce. Ho pensato a un istrice, non un riccio, un istrice. Ce ne sono di molto grandi in giro, anche oltre gli ottanta centimetri. C’è un dubbio, però che continua a tormentarmi – tormentarmi, oddio, diciamo che ogni tanto ci ripenso – ma gli istrici passeggiano in piedi?!
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