Ho quasi vinto quarantaseimiladuecento euro al Superenalotto. Sì, c’è mancato un pelo pubico, o una bollicina di saliva filamentosa perché mi ritrovassi fra le mani la schedina con un quattro star miracoloso. Partiamo dalle basi, le certezze incancellabili che nessun destino o pallina della fortuna non pescata potrà più cambiare. Ho fatto tre. Ho beccato il 41, il 49 e il 63 e questo ha portato nelle mie casse ventitre euro e ventiquattro centesimi con una schedina da tre euro, e trovo sia straordinario. Almeno ho recuperato parte delle giocate di questi mesi. E poi è eccitante ritrovare, fra i tuoi, tre dei magici numeri a cui milioni di italiani da centinaia di estrazioni danno la caccia. Ti dà la sensazione di aver sfiorato i centoventi milioni di euro. Immensamente felice – ho vinto! ho vinto! – controllo l’altra colonna e ci trovo un altro dei numeri vincenti, il 40. E lì comincia a salirmi dal più profondo del Super Io (super come l’enalotto) un istinto omicida generalizzato. Nei miei dodici numeretti, sei e sei, ne avevo beccati quattro dei vincenti, capite? Solo che il quarto, cioè quello che avrebbe fatto lievitare la mia vincita da ventitre a quattrocentosessantadue euro, (ecco comparire un mini pc nuovo, che mi eviti ogni volta un’ustione del nono grado sulle gambe), proprio quel numero, se ne stava placido e solitario sull’altra colonna, il solito odiosissimo asociale sfigato e snobbato, maledizione. Quindi niente più mini pc e ben venga un mezzo pieno alla macchina con rassegnato sospiro che par dire: “Meglio di niente!”. È quando l’occhio balza sul numero Superstar che faccio un salto dalla sedia a metà. Avete presente quando stai esultando e già capisci che il motivo del tuo gaudio infinito è frutto di un microscopico errorino di valutazione e che quindi esultare perde immediatamente il suo senso, per il non sussistere del fatto? Sei lì che esclami: “Eeehhh!!!” e alla prima acca già ti accorgi che: eh ‘sta minchia! Sì perché il mio numero Superstar era il 66, quello vincente il 67.
Alla luce di questi elementi facciamo una rapida carrellata delle possibilità che la sorte poteva riservarmi.
– Prima possibilità: 3 = 23 euro. Ed è quello che è accaduto.
– Seconda possibilità 4 (lieve shift di quel maledetto 40 sull’altra colonna, che ci voleva?) = 462 euro = mini pc = non più ustioni e clessidre che vorticano all’infinito sulle pagine impallate.
– Terza possibilità: 3star (una sola, vergognosissima unità in più) = 3000 euro circa, che avrei dissipato in poche ore spendendo e spandendo sentendomi milionario, per poi impazzire sul lastrico.
– Quarta possibilità, la combinazione delle precedenti: 4star (shift del 40 sull’altra colonna e una sola, vergognosissima unità in più del Superstar) = 46200 euro. Proprio quelli che ho quasi vinto.
Ora che ci penso esiste anche una quinta possibilità. Shift del 40 sull’altra colonna e la pennina che così, per sbaglio, per un rotolamento casuale, perché una vecchia, ansiosa di pagare la sua rotellina di liquirizia (sono attese tormentate per un’ottantanovenne con la pressione bassa), mi dà una gomitata, per cause varie ed eventuali insomma, invece di quegli altri due, avesse, come dire, macchiato il 56 e il 61. Sì proprio quei due e io…
Va be’, ora che ho il totale dominio del caso, ora che ho chiaro il suo modus operandi, non posso fallire. Stasera è vero. Stasera sarò centoventitre-milionario.
Aggiornamento lampo post-estrazione: ho giocato fra gli altri il 24, il 52 e il 58. Sono usciti il 24, il 51 e il 58. Un altro tre sfioratissimo.
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