Vien fuori che Celentano prenderà 700mila euro da mamma RAI per farsi una molleggiata sul palco dell’Ariston e bum, il finimondo. È una vergogna di qua, è uno schifo di là. Fischi, pernacchie, casalinghe che gettano la spugna e i guanti a terra. E discorsi del tipo: Io che svolgo da 33 anni l’onorevole professione di garden-designer, devo lavorare 25 ore al giorno per guadagnare un miliardesimo di quello che Celentano blablabla, e via dicendo. I social network, poverini, soffocati da cartelli e locandine di sdegno per il cachet, che recano in alto la scritta: 700mila calci in the ass. (In Inglese magari suona meno volgare. Sul cartello comunque era in Italiano, cioè culo.) Ho subito pensato: Evviva è partita la rivolta popolare. La cacciata del Re ha finalmente inizio, e invece erano per Celentano. E allora ho pensato: Mi sa che tutti questi qui non fanno le rockstar nella vita. Risparmiatemi la lapidazione in pubblica piazza, perché lavoro pure io come voi, fatico pure io tanto come voi, mi sento stanco e stanchissimo pure io e, come voi, guadagno poco pure io, forse pure meno. Però mi rendo conto che, se Celentano ha il merito di far impennare gli ascolti, saranno pure cavoli suoi quanti soldi chiede di cachet e, se la RAI glieli accorda, evidentemente c’avrà di che guadagnarci, no?!
Ma io dico, non vi incacchiate neri perché la benzina fra poco costerà più del siero di lunga vita, che nessuno vorrà più, visto che una vita in cui, se ti va bene, con lo stipendio ti ci paghi le tasse, meglio non farla andare avanti troppo, e vi arrabbiate perché Celentano, che fa il cantante da poco prima della Seconda Guerra d’Indipendenza, chiede 700mila euro alla RAI che, solo di sponsor, ci farà 10 volte tanto? Ora è venuto fuori che Celentano darà tutto in beneficenza a 50 famiglie italiane bisognose (dov’è il modulo per fare la richiesta?) e che addirittura pagherà di tasca propria le tasse, una cifra vicina ai 250mila euro, e nessuno scrive più cartelli.
Mi fa sorridere, quando qualcuno tuona la solita: Tu guarda che ci fanno coi miei soldi! riferito naturalmente al Canone.
Il Canone RAI è uno dei pochissimi collanti ideologici che sono rimasti al nostro Paese, ci fa sentire tutti parte delle decisioni della RAI. La RAI siamo noi; decidiamo noi a chi far presentare la prossima edizione dell’Isola dei Famosi o chi arruolare per il nuovo anno di Ballando con le Stelle. A proposito di Canone, è scaduto da 2 giorni ormai. L’avete pagato? Quest’anno erano la bellezza di 112 euro. Guardate che vi arrivano le lettere minatorie a casa, non sto scherzando. E non importa se voi il televisore ce lo avete rotto, o ce lo avevate, poi si è rotto e l’avete buttato in cantina. La cantina è comunque casa vostra, ciò implica che voi il televisore continuate a possederlo, come una pericolosissima mina inesplosa, e quindi il Canone RAI lo dovete pagare ugualmente. Non è una tassa come tutte le altre. Il Canone RAI non esiste, è così da alcuni (tipo me) impropriamente appellato il tributo che è dovuto allo Stato, quindi non all’azienda RAI, per la proprietà dell’apparecchio radio e/o televisivo. A molti stranamente pare una somma di denaro senza giustificazione, che non si capisce. Se io mi compro un televisore, è evidente che l’ho pagato o che qualcuno l’ha già pagato per me. Che significa la tassa sul possesso della tivvù? Che la decisione di acquistare un elettrodomestico merita una condanna pecuniaria vita natural durante? Andremo a finire che ci faranno pagare la tassa sul possesso del computer e della lavastoviglie e della piastra per capelli, di cui io, per ovvi motivi, non necessito, del ferro da stiro e della vasca per le tartarughe. Aaahhh. Disperazione!
Comunque, se volete sbarazzarvi della tivvù e della tassa, soluzione più che comprensibile considerato il livello de-cerebrale a cui la stanno portando, una procedura c’è ed è davvero semplice e veloce. Vi basterà scrivere all’Agenzia delle Entrate per farlo suggellare. Tutte le istruzioni, con gli indirizzi utili e il modulo da compilare, le trovate su sito dell’Associazione Cittadini (qua).
Una volta che avete spedito la lettera, non vi resta che aspettare l’arrivo dell’omino incaricato di portare a termine questa procedura spietata. Suonerà il campanello solo su appuntamento; sta espletando un servizio richiesto da voi, mica una perquisizione con un mandato. State tranquilli che voi non avete ancora ucciso nessuno, mica come Parolisi che ieri Federica Sciarelli ha detto che si è scoperto che chattava con i trans, col nickname: CorpoACorpo. Se qualche trans che chattava con Parolisi sta leggendo, è pregato di contattare al più presto la redazione di Chi l’ha visto? che su RAI3 coi trans hanno una certa esperienza.
Siate gentili e aprite all’incaricato le porte della vostra bella casa; offritegli un tè con qualche biscottino alla nocciola, un pezzo di pandoro, qualche avanzo delle feste insomma, e consegnategli il vecchio televisore che lui infilerà in un sacco di iuta. Prima di salutarvi, si farà un giro per casa. È solo un pro forma per accertarsi che voi non possediate un 46 pollici TV LED design ultraslim con impianto dolby surround, per portare a casa la magia del grande schermo, che sbadatamente non gli avete consegnato. Certe cose capita di dimenticarle, l’omino vi comprenderà con un ghigno. Succede che passino anche anni dalla richiesta e che non arrivi nessun funzionario a rapirvi il televisore, va a finire quasi sempre così, mica questi qui possono perdere tempo con i soliti morti di fame che siamo noi. In quel caso siete autorizzati a smettere di pagare il Canone, perché avete ottemperato a tutto quanto previsto dalla normativa vigente.
Voglio il Telegatto come blog socialmente utile.
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