Perdonatemi se sono dovuto venir meno alla promessa di salutare l’ultimo giorno di lavoro del 2008 con un Mc-pasto completo, ma proprio non ce l’ho fatta a mandarne giù neanche una briciola. Tornato a casa mi son preparato un bel piatto di chitarrina all’uovo col sugo d’agnello e parmigiano, che è (molto) meglio. Questo è anche l’ultimo post del 2008 perché tra qualche ora parto per la casetta innevata e, come copione vorrebbe, adesso ci starebbe bene una sbrindellata di palle completa (per chi ce l’ha; altre cose, per il gentil sesso) sbobinandovi la storia di quello che è stato quest’anno per me, cos’è cambiato, gli obiettivi raggiunti e quelli mancati, gli affetti che vanno, quelli che restano, quelli nuovi e quelli persi, ma preferisco lasciare l’incombenza al resto del mondo che a quanto pare non vede l’ora di scrivere questi post commemorativi. Appena m’imbatto in un blog con su scritte queste cose qui, smetto di leggere e chiudo la pagina. Risolvo dicendovi che tutto quello che doveva cambiare cambierà col nuovo anno e, se non cambia ancora, affanculo pure il 2009!
Una cosa che desidererei è certamente che Mentana venisse licenziato da RDS. Quell’uomo, col suo monotòno incorporato e accompagnato all’ineluttabile soffio di drammaticità a tutti i costi, che imprime a qualunque notizia decida di condividere nei suoi 100 secondi ogni ora, ha il potere di trasferirmi addosso un carico di negatività e sconforto che si manifesta nel corso della giornata in pianti immotivati, sensazioni di fallimento multiple, maltrattamenti gratuiti a conoscenti e non, e insonnia. Quando lo becco a Matrix lancio il telecomando contro il monitor e sfondo la piccola tv in camera mia riuscendo così a liberarmi in fretta della sua immagine fastidiosa. La tv la posso ricomprare ogni volta che voglio, perché i televisorini in questi giorni, al Mediaworld, te li tirano appresso assieme ai lettori mp3, che fanno pure male perché hanno gli angoli spigolosi, ma la radio della mia macchina che non si spegne più e ha pure il pulsantino delle frequenze semi-bloccato (semi, perché vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, io) che devi operare una pressione che neanche Yuri Chechi, con quella esagerata gobba di dromedario che si ritrova sulle braccia, riuscirebbe a cambiare stazione. Quella no, non posso distruggerla, ha un valore affettivo troppo grande per me, e allora mi sorbisco rassegnato quei 100 secondi mentre prego invano il cielo che stavolta non facciano effetto. Ma parliamo della notizia del giorno. Una sorridente commessa ieri ha trovato 160mila euro in una cassetta di sicurezza vicino a una filiale Monte dei Paschi di Siena e invece di portarseli a casa e prenotare un biglietto di sola andata per le isole Cayman si è recata nella più vicina stazione dei carabinieri e li ha riconsegnati. Ha fatto bene perché, come ha dichiarato lei, non erano soldi suoi, quelli. Chissà perché io, se l’avessi di fronte in questo preciso istante, la prenderei a moonbootate sul suo bel faccino sorridente per un’intera settimana. Spero che non abbia figli né un marito perché non credo che sarà amorevole l’aria che si respirerà tra le sue 4 pareti domestiche da oggi in poi. Ho capito che tipo è la signora, perché io ne conosco una, ormai madre di famiglia, ma dall’aspetto molto giovanile che definirei britneyspearsesco, che avrebbe restituito pure 2 centesimi, dannandosi la vita pur di ritrovare il proprietario di quella piccola moneta. Se vi capita di trovare 10 milioni di euro in un cassonetto, o qualunque altro luogo va bene, fatemi una chiamatina prima di andare dai carabinieri che io devo parlarvi. Intanto ci salutiamo qua. Vado a preparare lo zaino. Passate una nottata folle e divertitevi da pazzi, possibilmente senza fare cazzate. Arrileggerci al 3 che riscendo in città.
Bam bang buuum!!!
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