“Avete i numeri grossi delle scarpe in saldo?” “Sì, certo signore!” Signorino, prego. Torna con 6 scatole e apre la prima. “Queste le piacciono?” “Sì, molto. Quanto vengono?” “165 in saldo. Costavano 320, pensi!” Quando uno esclama: “Pensa!” non è che poi tu pensi veramente, e invece io, in quella circostanza, ho pensato che se le poteva sinceramente tenere così ho detto: “Vediamo anche le altre” e lui ha aperto la seconda scatola. “Queste sono in pelle, costavano 290 ora stanno a 145.” “Guarda, amico” termine dalla stessa valenza che ha il concetto di amicizia su myspace o su facebook. Messenger è un po’ diverso perché lì ci son gli amici che poi vedi anche in giro, pure su facebook, certo, ma non è che uno vada a prendersi un aperitivo con 37mila amici che son quelli di Carmen Consoli, per dire. “Mi sa che non ci siam ben capiti e quindi mi spiego meglio. Quando dico in saldo, intendo quelle dignitosissime scarpe che costavano 60 e ora stanno a 30, e pure un po’ di più.” “Ah, ho capito” dice accennando uno sbuffamento lieve, ma non abbastanza perché io non lo colga e spostando lo sguardo lateralmente come quando pensi le offese e non le proferisci. Porta via i suoi gioiellini e torna con altre 2 scatole un po’ scolorite. Apre la prima: “Queste costano 19 euro e 90, quanto costavano non lo so, le vuoi?” Prima mi dava del lei e anche del signore, ora mi tratta come un accattone. “Uh, che belle!” Sì, perché costano 20 euro, sembrano dire i suoi occhi. “Queste altre sempre 20 euro.” Un paio Lacoste e un paio Adidas. Sono indeciso finché il mio istinto predatorio non mi suggerisce di prenderle entrambe. “Là ci sono le magliette a 5 euro!” Ma tu guarda questo, ma per chi m’ha preso. “Le vuoi le suole anatomiche in gomma flessibile e antiscivolo?” Veramente no, però, visto che se ti dico che non mi servono, che poi è la verità, si cementifica in te l’idea del cliente accattone di cui non vedi l’ora di liberarti dico: “Sì, va bene e… e…” devo trovare un’altra cosa da comprare così ti convincerai pienamente che sono soltanto uno che sa fare buoni acquisti. “Anche questa busta di calzini!” Mi guarda stupito e mi sorride. Certo sarebbe stato tutto diverso se avessi comprato le sue stramaledette scarpe da 300 euro in saldo, ma a me di quel che pensa quello là, che poi se spende tutto il suo stipendio per un paio di scarpe mi fa anche un po’ pena, non è che freghi tanto. È che i calzini mi servivano – se avesse venduto anche le mutande in busta avrei preso pure quelle – e queste suole sono meravigliose. Ieri le ho provate con le scarpe provoca-infortuni di cui ci hanno dotato al lavoro ed era come passeggiar sul marzapane.
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