[II] Weekbook. Un ricordo, un libro che non m’è piaciuto per niente e una segnalazione

È arrivato pure ottobre, ma shhh! perché il sole ancora non se ne accorge. Che questi ultimi raggi tiepidi continuino a scaldarci la pelle finché ne avranno voglia, senza insistere troppo perché il freddo arrivi. Che poi ce ne pentiamo, lo so.
Tattarapippi-nananà (la sigla di Weekbook).
Partiamo con la bella notizia o con quella brutta? Tenuto conto che la bella notizia non è bella quanto la brutta invece è bruttissima (è venuto improvvisamente a mancare…), io direi di toglierci subito questo dente. Qualche giorno fa (il 26 settembre) è morto Sergio Bonelli, l’editore dei mitici Zagor, Tex, Dylan Dog e moltissimi altri indimenticabili personaggi dei fumetti. Provo a ripercorrerne (molto brevemente) la carriera in questo articolo. Non leggo fumetti, però dispiace anche a me, che c’entra!
Asciugata la lacrimuccia? Bene, passiamo ai libri nero su bianco. Qualcuno ha letto ‘Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve’? Io purtroppo sì. Qualcuno ha riso almeno un paio di volte sfogliando le 446 pagine che lo compongono? Io purtroppo no. Questa è la recensione che ho scritto per evitare la morte certa per asfissia fra le sabbie (im)mobili di Jonas Jonasson a coloro i quali fossero intenzionati ad acquistarlo per trascorrere qualche settimana di lettura in leggerezza, ma – fondamentale – ancora non l’hanno fatto. Ben venga chi non la pensa come me. Chi l’ha amato, chi lo consiglia e chi lo regala (ma chi? Io lo uso per sorreggere lo spinotto del digitale terrestre che non fa tanto bene contatto con la TV) vorrei mi spiegasse cosa gli è piaciuto di questo libro osannato in tutto il mondo. Capiterà da queste parti uno di quegli osannatori. Se non oggi, domani. Se non domani, prima o poi. È questione di statistica. Mi metto qui, buono buono, e aspetto. Nel frattempo faccio un salto a Terracina (provincia di Latina) da non confondersi con Pietralcina (provincia di Benevento), la terra di Padre Pio, per capirci.
A fare che a Terracina? Alla seconda edizione del Terracina Book Festival: 3 giorni di incontri, scrittori e giornalisti a confronto e un concorso che premia i giovani autori locali al grido di “la seconda volta non si scorda mai”. Avete tempo fino a domani.
Weekbook torna, se Dio vuole, sabato prossimo.
Tattarapippi-na-na-nà (la sigla di chiusura rallenta nel ritmo facendosi un po’ più enfatica, non notate i trattini?).
[Cos’è Weekbook? Se proprio non possedete il talento dell’intuizione, la risposta la trovate dove e quando tutto nasceva.

8 commenti su “[II] Weekbook. Un ricordo, un libro che non m’è piaciuto per niente e una segnalazione

  1. Mi è successo recentemente la stessa cosa con il libro “La terapia dei dolci”. Non è scritto male, ma non mi ha convinto come dicevano tutti. Questione di gusti, probabilmente.

    • Forse non erano fresche le uova o il latte avariato. Poi, se non sai fare la crema, è un altro paio di maniche. 🙂

    • Content, ti voglio consigliare un nuovo blog che certamente ti piacerà. Non solo qualche cosa, non ricordo. Poi mi informo e ti faccio sapere! Ah ah ah

  2. Uhm, io un libro di tutte quelle pagine, se non mi piace, lo mollo prima. Però è difficile che lasci qualche lettura, a dire il vero, ho intuito in questo, so cosa mi piace e cosa no. Qualche rara volta, me incauta, mi lascio convincere a comprare libri che so già che non mi piaceranno ma che entusiasmano gli altri, e puntualmente, li pianto lì.
    Notte, Matte!
    P.s. ah, mi scordo sempre di dirti che la nuova grafica è galattica, mi piace molto! Io il blog l’avevo visto anche prima di commentarlo, quando ero in incognito 😉

    • Miss Fletcher hai proprio ragione. E’ sempre quando ti lasci trasportare che poi ti penti. Tutto l’entusiasmo che vedi negli altri ti fa sentire obbligato alla lettura, pur sapendo che ti farai del male.
      [Sei troppo gentile! Ti abbraccio doppiamente.]

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