Poi inventi il modo

Oggi avrei dovuto raccontarvi le stra-galattiche emozioni vissute in fiera. Avrei esordito con qualcosa del tipo: “Proprio non potete immaginare chi ho intervistato mentre faceva la pipì in piedi alla turca dell’unico bagno del Palazzo dei Congressi!”, oppure: “Fatemi subito ringraziare Titti, Nanni, Mimmi, Pussi, Betti, Patti, Babi, Step, Pollo e Gallina per essere passati allo stand e aver creduto in me portandosi a casa una copia di Supermarket24”. Avevo pure pianificato il rapimento della signora Dacia Maraini, nel caso avesse rifiutato il mio invito a prendere un caffè assieme. E invece niente fiera, niente rapimenti, niente emozioni. Alla disavventura di Madre nello scorso post narrata si unisce quella di Papi, la mia amica che avrebbe dovuto accompagnarmi e che l’ultimo (e unico) libro che doveva leggere, ma alla fine non ha letto, è 3 Metri Sopra Ar Cielo che però le hanno rubato sul bordo della piscina (quello sì e il portafogli no) e lei ha pianto. Tanto grande è stato il trauma, che non ha più aperto un libro. Mentre il giovedì si recava al lavoro con un lieve mal di pancia, ha emesso un rutto – così lei descrive il fatto – e, senza avere il tempo nemmeno di accostare e aprire lo sportello, ha riempito l’abitacolo di materiale gastrointestinale espulso dalla bocca. Per la serie: Come rimettere pure l’anima nella propria macchina. Ha fatto dietrofront e ha ripreso la via di casa, alla guida di una vasca di vomito a motore. Per fortuna non è fidanzata con un comune mortale, ma con un Santo martire destinato per direttissima al Paradiso. Il Robi gliel’ha ripulita tutta quanta con le sue nude mani, mentre lei si dedicava a guarire sorseggiando tisane.
Quello che nello scorso post ho descritto come un giorno NO, ha risvegliato tutte le demotivazioni che, quando si incontrano dopo tanto, si mettono a far baldoria, condividere esperienze e fallimenti e allora altro che i 5 giorni mensili delle ragazze! Oggi va meglio, ma ho la sensazione che il mio umore viaggi ai ritmi della Borsa. Ieri perdeva il 4 per 100 oggi guadagna lo 0 virgola 1 e gioisco prima del nuovo crollo. È un po’ che le cose funzionano male, come in Italia così nella mia vita. Colpa di una gestione sbagliata durata troppo. Sono alla ricerca di una soluzione che mi porti fuori dallo stallo degli ultimi anni che, agli occhi di chi non mi conosce, potrebbero apparire persino eccitanti. La verità è che non sono riuscito a condurre in porto nessuna delle mie navi-obiettivo. Questo è un bel problema. Quando ne parlo, ho la sensazione di non essere capito. Di essere giudicato e io veramente ora non voglio essere giudicato. Non mi sta bene che qualcuno lo faccia, oltre a ferirmi senza scuotermi. Mi giudico già abbastanza (male) da solo.
Forse bisognerebbe cambiare il reggente, come hanno fatto in Italia. Nominare un governo tecnico per la gestione temporanea della mia vita, che mi riconsegneranno non appena l’avranno rimessa sul binario giusto. Forse io sono come Berlusconi. Mi rassicuro, mi tiro su con le mie barzellette che fanno ridere tutti (davanti a me, poi provano pena appena do loro le spalle) mentre la mia vita va a puttane (ecco che torna la somiglianza col Premier). Nel frattempo mi consulto coi miei vicini di anima. Insieme mettiamo su un piano di risanamento fatto di manovre dure, di ottimizzazione del tempo e delle risorse che io tendo a disperdere giorno dopo giorno. I giorni diventano anni e io continuo a far ridere tutti.
Saranno mesi di rinunce, per stare meglio poi, fatti di regole ferree e svuotamenti. Bisogna buttar via la spazzatura, le occupazioni che risucchiano e non mi portano da nessuna parte così come le pippe mentali che mi tengono pomeriggi incollato a una canzone triste che mi impantana. Scriverne non fa parte del loop. Significa ammettere che così non va. Scriverne mi serve ad andare dritto verso l’obiettivo numero 1: la mia laurea.
[La canzone triste è questa. Pure se la mia tristezza non c’entra niente con l’amore.]
Mi consolo con la foto del bellissimo stand Camelozampa con la sorridente editora Saorin e coi Supermarket24 sparsi qua e là.

22 commenti su “Poi inventi il modo

  1. Ciao Matteo!!!!!
    Oggi va meglio?? Dai che poi tutto scorre e si va avanti… Io cerco sempre di metterci una buona dose di ottimismo, altrimenti non potrei essere il Devis che si conosce…
    Ti abbraccio e ti auguro una fantastica giornata!!!!!
    p.s. son tornato… ci ho messo una settimana e un anno in più ma mi sono ripreso!!!!! ahahahahah

  2. Arrivare a definirsi come Berlusconi è grave!!! Dai non ci posso credere che sei ridotto così male…coraggio e riprendi con forza le redini della tua vita! Un governo tecnico per la gestione di noi stessi non esiste purtroppo…anzi per fortuna!

    • Davide, per fortuna sì. Poi oggi fuori c’è il sole.

      Devis, meglio grazie. Mancavi un po’! Hai festeggiato come si faceva una volta per gli eventi, nei grandi regni. Settimane e settimane di banchetti in onore del Re.

  3. Potrei farti concorrenza e scriverci un libro sulle mia navi non arrivate in porto….ma lasciamo stare… Fortunatamente quest’anno che sta per finire è stato quello in cui, nonostante abbia avuto sempre ottimi pretesti per lamentarmi e nonostante abbia avuto sempre la cattiva abitudine di ingigantire i miei problemi, ho imparato a sentirmi un po’ più sereno. Ma giusto un po’… La strada è ancora molto lunga, ma mi auguro che anche l’anno che sta per iniziare mi sia d’aiuto per magari rimettere in gioco alcune cose e proseguire in modo positivo… Certo che un po’ di fortuna però non guasterebbe…

  4. La vita è l’unica responsabilità che non puoi scaricare su alcuno.
    Progetta, innova, porta a termine e la crisi sarà solo un momento da ricordare con sollievo…
    😉

  5. Io penso alle rinunce che mi aspettano con un piccolo sorriso. Un pezzo di me nel sorriso e un pezzo di me nel pensiero di emigrare di nuovo. Chi lo sa…

    • Giovy, fammelo sapere un po’ prima però, così preparo una valigia al volo e scappo con te.

      Jaku, progetto. Innovo. PORTO A TERMINE! 🙂

      Roberto, mi piace il tuo modo di vederti e commentarti. 🙂

      Arounderground, uno alla volta è quello che mi ripeto anch’io. Prima di rimettermi a fare tutto assieme. Uff 😀

  6. eh, potrei averlo scritto io questo post (se non fosse che non scrivo così bene…). È davvero come se avessi letto nei miei pensieri degli ultimi giorni, degli ultimi mesi. Piena comprensione, un abbraccio forte forte forte.

  7. Dici, tipo anafora? 🙂
    A parte il calore autoemanato, da queste parti fa un caldo davvero quasi primaverile per essere dicembre; magari ci fai un salto. 😉

    Una tiratina d’orecchi però te la devo fare, mi spiace :P: ti rendi conto che, nonostante tutto, hai pubblicato già 3, dico 3, libri??!! Mica è da tutti, e ti pare poco?! E t’ammiro – ed invidio 😛 – per questo, per la sana tenace ‘cattiveria’ che hai avuto nel farlo e che io ancora non ho. 😉

    P.S.: Non so se te ne sei accorto, ma t’ho beccato su Twitter… Perché non mi followi????!!!! Twittamiiiiii!!! 😛

  8. Succede, succede, succede a tutti.
    A parte a quelli che hanno solo certezze, gente della quale, in genere, è meglio diffidare. In quanto al governo tecnico sono sicura che non ne hai bisogno, ti vedo solidamente monarca di te stesso, senza alcun bisogno di ministri, addentellati e affini. E poi sì, è anche la fine dell’anno che porta questi pensieri.
    Ma passa, e la laurea è un grande traguardo!
    Baci!

    • Miss Fletcher, speriamo di raggiungerlo. Bacio!

      Vince, me ne rendo conto eccome. Mi dico sempre che finora sono stato tanto bravo col mio sogno. Ti ho followato (così si dice?), ma tu te la tiri e quindi devi accettarmi. 🙂

      Chagall, scrivi loro un’email per precauzione. Mi sembrano strani questi tempi così lunghi. Nel caso dimmelo che intervengo io, che metto paura a tutti. Ah ah! 🙂

      Michi, allora stringiamoci in questo abbraccio forte!

  9. Credo ancora una volta di poterti capire anch’io, anche se sono – per fortuna! – ancora in ‘modalità calorifero’. 🙂

    Io sono sempre più del parere che nessuno sia in grado di giudicare gli altri, neanche il più infimo tra gli esseri umani, semplicemente perché ognuno è a sé: per fortuna non siamo tutti uguali, quindi c’è proprio una sorta di “incompatibilità strutturale”, anche a volte minima, di fondo che non mette nessuno in condizione di farlo, in realtà. Non so se ho reso bene quello che intendo. 😀

    Per il resto, sarà banale… ma sto appurando sulla mia pelle che davvero “il volere è potere”, che (quasi) nulla è impossibile; e, quindi, forza, stringiamo i pugni e via. 😉

    Abbraccio.

  10. Ehi Matteo! Siamo in troppi ad ammorbarci con http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=OYHBn3FS-gE#%21
    e direi di soprassedere. Concordi? Ti spiego :)”Se una stella è molto massiccia, più di 6-7 volte il Sole, quando esplode come supernova dà luogo all’oggetto più strano e affascinante del cosmo: un buco nero”
    Ecco, ammettiamo che noi siamo stelle, quando esplodiamo (e non a caso motivi ne troviamo a iosa), i nostri propositi, gli impegni, i sogni, le aspirazioni, i progetti, insomma la nostra energia vitale sparisce tutta. Risucchiata come un enorme blob, là nel buco nero.
    Interessante quella del nominare un governo tecnico. Potrebbe funzionare. Se ci si fida. Ad ogni modo: O.B.H. (operazione buchi neri). Tapparci! Buchi vitali permettendo 🙂

  11. Ah, eh, ehm…come dire, ti capisco in pieno, pienissimo. I buoni propositi sono supportati dall’avvicinarsi di questo fine anno. Bisogna cambiare le cose, anche un po’ noi stessi, mi sa, anzi, forse soprattutto.
    Un bacio e sono certa che ci riuscirai.

    • Signor Ponza, però si deve ridurre lo stipendio. Si metta in testa che quella che mi riguarda è solamente una missione umanitaria.

      Claudia, credo anch’io che parte della colpa/merito dei buoni propositi sia l’avvicinarsi del Natale e quindi dell’anno nuovo. Baci a te e grazie! 🙂

      Maia, mi piace la tua teoria delle stelle e degli uomini come le stelle. Bisognerebbe accnedere una lucina in tutto quel nero. Se ci capisco qualcosa te lo dico! 🙂

      Vince, la prima riga del tuo commento richiama la poesia classica. 🙂 Un abbraccio a te e, se ti avanza un po’ di calore, mettimelo da parte che me lo vengo a prendere.

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