Non deve esistere nessun “ormai”

C’è una cosa che a un certo momento della mia vita ho creduto che si sarebbe autoconsacrata come il mio best fallimento, il più doloroso dei rimpianti: la tesi. Avevo ventotto anni e poi ventinove e trenta, trentuno. Dicevo a tutti che ci stavo lavorando, che stavolta l’avrei fatto sul serio. Lo dicevo pure a me stesso: Dopo pranzo, da domani, da lunedì, dal mese prossimo, con la nuova stagione, da gennaio mi ci metterò d’impegno. Non era mai così;  finché queste balle, sempre più grandi e difficili da tenere nascoste, hanno cominciato a dar noia anche a me ed è crollato tutto silenziosamente. Non se n’è accorto nessuno che io mi trovavo sotto un cumulo di tristezza, e con questo non voglio prendermela con altri che con me stesso. Ho sempre avuto un talento speciale nel costruire sorrisi capaci di rassicurare le preoccupazioni degli altri: Va tutto benissimo, anzi, questo è un momento particolarmente positivo, devo dire. Preferivo mentire che metterci un po’ di volontà per capire se si vedeva un filo di luce e domandarmi se valesse la pena seguirne la direzione.
Una certezza pesante si era accomodata sullo stomaco. Aveva un ghigno che sembrava dire: Ormai non ce la farai più, ammettilo! Lascia perdere! Mica vorrai buttar via altro tempo a prendere in giro te stesso e gli altri? E io non me la sono mai sentita di contraddirlo. Era troppo facile continuare, andare avanti come se fra me e le responsabilità di uomo adulto vi fosse una rassicurante distanza siderale che non si accorciava mai. Quindi perché preoccuparmi?
Mi sono messo a lavorare prima in un supermercato e poi al McDonald’s. Scrivevo tutto il resto della giornata, presentavo i miei libri, conoscevo gente, ridevo, mentivo ed ero solo, schiacciato dal me stesso inconcludente che mi ricordava sempre che avevo un conto in sospeso che mi avrebbe precluso la felicità.

Un giorno di un anno fa mi sono guardato allo specchio e mi sono trovato orribile. Non per gli anni che si vedono e i capelli che non si vedono più, ma per quell’aria di rassegnazione nello sguardo che mi ha gelato. Erano davvero i miei occhi? Ero io quello? Il Matteo pieno di sogni, pieno di roba da fare, progetti da realizzare, città in cui andare a vivere, storie da raccontare? Che cosa stavo facendo fermo immobile ad aspettare? Ad aspettare cosa?
Ecco, quello è stato il momento in cui ho capito che il mio rimandare durato anni  non era altro che una dichiarazione di resa mascherata. Mi stavo arrendendo. Per la prima volta nella mia vita mollavo io. Dovevo ammetterlo, come diceva il ghigno, oppure strapparmi di dosso la ragnatela di sbagli e cambiare il naturale epilogo delle cose in un altro che fosse il mio di epilogo.
Mi sono aggrappato a quell’ormai che segnava il limite del tempo stabilito e delle mie possibilità. Quale limite? Non c’è nessun limite alle nostre possibilità. Dobbiamo ripetercelo e ricordarcelo ogni volta che siamo sul punto di mollare. No, mai. La laurea si allontanava e io la guardavo perdere i contorni. Finché ho iniziato a correre. C’è sempre un modo e un tempo per festeggiare. Mi sono licenziato, mi sono rimesso a studiare a 31 anni suonati e stonati. L’ho riacchiappata per il bavero della giacca. E’ stato un anno faticoso, con sul collo il fiato della paura di toppare pure stavolta, ma dentro e attorno raggi lucenti di cui avevo dimenticato l’abbaglio e il calore.

Ecco che volevo dirvi, che c’è una cosa bella che ho concluso in questo mese che sono mancato dal blog, proprio quella cosa che ormai pensavo che non avrei concluso mai: la tesi. L’ho consegnata in segreteria e la discuto fra quindici giorni. Mi sento avvolto da una nuvola e non è il fumo dell’ennesima caffettiera che ho appena portato a fusione. Non temete, Villa Madre è ancora salva e neanche stavolta c’è stato bisogno dei pompieri. E’ come se avessi trattenuto il respiro per dodici anni di errori e soltanto oggi avessi riassaporato il gusto dell’aria, con una certezza in più: che non deve esistere nessun “ormai”.
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L’immagine raffigura un ominide felice nell’atto di gettare consegnare la tesi appena stampata al bidone della spazzatura in segreteria. Devo pure dire che è stata scattata dal mio amico Franco, in arte Pisquontuit. Siamo così amici che ci ha tenuto a ricordarmi che quando si pubblica un’immagine va sempre indicata la fonte, altrimenti c’è il rischio che qualcuno, per esempio lui, mi denunci.

50 commenti su “Non deve esistere nessun “ormai”

  1. Ho un sacco di post da recuperare e piano piano li sto leggendo tutti. Qualche minuto fa ho appena visto che anche tu ne hai pubblicato un altro sulla fatidica data di domani…credo lo leggerò quando ormai sarai dottore, ma fatti dire già da ora CONGRATULAZIONI!! Non solo per la laurea in sè, che è il traguardo. Quanto semmai per il tragitto compiuto per arrivarci.
    Da tempo sto cercando di stimolare a raggiungere lo stesso traguardo una persona a me molto cara… Credo che le farò leggere questo post…
    Grande Matteo, in bocca al lupo per domani 🙂

  2. Ehy (sono la Around..ho cambiato nick)…
    Dicevo..
    Non puoi lontanamente immaginare quanto io mi sia ritrovata in quello che hai scritto…quando si comincia l’università non pensi mai al tempo che scorre, poi tutto d’un tratto pensi “oh, ma ndo cavolo è volato”…oppure “è troppo tardi, non sono più in tempo, sono in eterno ritardo”…Poi ti svegli e cominci ad aggrapparti a qualsiasi cosa ti dia fiducia per farcela..può essere un amico, il partner, ma la vera svolta si ha quando decidi di contare su te stesso e ce la fai!! Io spero di consegnarla a settembre…l’ “ormai” ho deciso di seppellirlo per sempre.
    “Non c’è nessun limite alle nostre possibilità…” finché non hai un motivo che ti spinge a pensarlo pensi sia solo una frase fatta..e invece…
    Grazie per questo post 🙂

    • Ehi, mitica! Approvo totalmente la tua virata giunglesca, solo che con quelle zanne e gli occhi felini mi fai un po’ paura. 😀
      Grazie a te per le tue parole. Sono contento che ti ci sia ritrovata, e soprattutto sono contento che anche per te si avvicina questo magic moment. Forza, tieni duro, ché io voglio festeggiare con te.

  3. Bravo Mattè.
    Sono anche contenta di aver contribuito un pochino facendo da cavia per il test 😀
    Ti ho seguito e so quanto sia stato difficile, in alcuni momenti, ma oh, vuoi mettere la soddisfazione di mettere un’altra tacca verso la realizzazione? 😉

  4. Che bel post Mattè 🙂 Nella foto sei il ritratto della felicità 🙂 Ti meriti tutte le cose belle possibili 🙂 :*

  5. Nonostante questo sia il periodo dell’anno in cui odio di più i tesisti, questo post è bellissimo. E non so cosa altro aggiungere se non i miei complimenti. E vedrai che se tutto va bene la discussione sarà una passeggiata!

    • Quel “se tutto va bene” non mi lascia proprio tranquillissimo.
      Grazie Signor Ponza, un abbraccio forte. E, mi raccomando, si dice aiàn.

      • Hahah Malika cammina con noi!

        Comunque il “se tutto va bene” è giusto per pararmi il culo, come si suol dire. Non vorrei mai che qualche piccolo dettaglio andasse storto e poi la colpa è mia 😀

        • Signor Ponza, tu mi eri simpaticissimo prima di questo scambio di commenti che, come forse non sai, potrebbe finire in tragedia peggio che se sbagliassi a pronunciare Aiàn a un passo da lei.

  6. ho recentemente scoperto che ci vuole molto più coraggio ad inseguire la felicità di quanto ce ne voglia per lasciarla scappare via. Continua cosi’, coraggioso e felice! I migliori auguri.

  7. Mi ricordo dell’ultimo esame. Mentre guidavo con la mia Pandarella bianca e attraversavo il Gran Sasso, avevo gli occhi gonfi e la testa che mi esplodeva di emozione, come se mi sentissi che sarebbe andato bene. Mi sentivo alla fine della strada. Mi sentivo all’arrivo. Il cerchio si stava chiudendo e la mia mente ripercorreva a piccoli salti tutto quello che, per un verso o per l’altro, mi ha segnato e insegnato. Mi sentivo più grande e consapevole. Con la musica sparata e le lacrime che sgorgavano senza nessun freno, la Pandarella quasi volava. Un bel momento di intima libertà.
    In bocca al lupo e buona fortuna!

    • Che belle sensazioni che mi hai trasmesso con questo tuo piccolo racconto!
      Crepi il lupo (sempre solo per dire, perché i lupi devono vivere!) e speriamo in tanta fortuna. Grazie! 🙂

  8. È una bellissima occasione per festeggiare! Hai fatto un ottimo lavoro, mai lasciarsi dietro delle ragnatele e la foto è proprio carina, complimenti anche a Franco! In bocca al lupo per la discussione!!!

    • Ciao Viviana, grazie! Sono molto felice in questi giorni e volevo trasmettere un messaggio di positività nel quale credo davvero.
      Crepi il lupo! Un bacione

  9. letto il post a seguito della segnalazione di Carlotta su FB.
    E’ una delle cose più belle che ho letto negli ultimi anni.
    Ancora me lo ricordo il colore dell’alba, quando finii la premessa e l’appuntamento per la consegna era alle 11 di quella mattina.
    Era gialla, e penso sempre a quel colore quando voglio ricordarmi quello che oggi hai scritto tu, parola per parola.
    Grazie per avermelo ricordato, e buon viaggio

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