Mafalda per L’Aquila

L’Aquila: a che punto siamo? si domanda la piccola Mafalda ad alta voce, protagonista di una campagna di informazione rivolta a tutti i mezzi di comunicazione italiani. L’appello è di dedicare quotidianamente uno spazio, anche piccolo, a quanto resta da fare e a quanto è stato fatto e si farà a L’Aquila. Una riflessione, un pensiero, una sensazione che sia una piccola luce su questa città, che rischia di piombare nel luogo dei pensieri tristi dimenticati. Ci voleva una testimonial d’eccezione; chi meglio della piccola Mafalda, la bambina dallo spirito ribelle, profondamente preoccupata per l’umanità e per la pace nel mondo che, attraverso i suoi interrogativi semplici e disarmanti, ai quali a volte è impossibile rispondere, mostra le contraddizioni e le difficoltà del mondo degli adulti. L’immagine può essere utilizzata come logo da tutti coloro che, sposando lo spirito di informazione alla base di tutto questo, vorranno tentare di spiegare, appunto, a che punto siamo. Grazie di cuore a Quino per aver sposato l’iniziativa concedendo l’utilizzo del personaggio Mafalda. Esiste anche una pagina Facebook dedicata. Il mio invito a voi è quello di  fare un po’ vostra questa iniziativa senza tempo. Quando avrete voglia di scrivere e dire 2 parole su quanto è accaduto, sta accadendo, sulle speranze, sulle delusioni, una considerazione vostra, il resoconto di una gita fra queste mura. Non per forza subito, ma sono sicuro che prima o poi vi verrà voglia di parlarne; allora ricordatevi di rispondere a Mafalda!

20 commenti su “Mafalda per L’Aquila

    • Ivan, onoratissimo. Grazie a te, a voi tutti dell’agenzia, a lui per aver pensato a L’Aquila e al modo di pensarci ancora. 🙂

  1. Mi ponevo la stessa domanda, con meno efficacia della splendida Mafalda, proprio l’altro giorno. La sensazione è che, passata l’onda emotiva, si sia allentata fin troppo l’attenzione. Con effetti inevitabili anche sulle promesse e sulle scadenze.

    • Credo che la tua sia una sensazione giusta. Promesse e scadenze poi non ce le ricordiamo neppure più noi, figuriamoci gli altri.

  2. Matteo, non si parla abbastanza della tua città, di come sia. A che punto siete lo so da te, dai tuoi post…e ho letto il commento della tua lettrice, Baby, amarissimo e piena di lucida verità.
    Iniziativa splendida, per tenere viva l’attenzione.
    Un bacetto a te, Matte

    • Baby è una grande amica e le sue parole amare sono lo specchio delle sensazioni che si provano a stare qua, per chi sa com’era, quanto bello era, quando la bellezza non la capiva o la dava per scontata.

  3. Siamo al punto che la città è irriconoscibile, passeggiando per le strade informi e piene di buche ti tornano in mente le belle serate trascorse con gli amici a Piazza S.Biagio, piena di locali e di persone che anche di vista ti sembra di conoscere, le vasche lungo il corso in compagnia, le serate trascorse a camminare tra piccoli pub e localini nascosti nei vicoli della citta, gli appuntamenti davanti a Grimaldi, cosi mentre aspetti gli amici, ti guardavi la vetrina e ti aggiornavi sui singoli più venduti……e tanto, tanto altro. Soprattutto ti manca la città, il tessuto sociale che si è distrutto e che forse non potrà mai e nessuno ricostruire…….Chi non c’era non sa, ma ogni aquilano ha una ferita aperta e profonda che forse non si rimarginerà mai!!!!

    • Oh cara Baby, quello che scrivi è tutto verissimo. Ti ringrazio per aver risposto alla domanda di Mafalda, pure se non era facile quanto doloroso. Un bacio grande!

    • Ognuno potrebbe tentare di dare una spolverata a quelle a lui più care. Un nuovo modo di intendere le pulizie di primavera. 🙂

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