Ma se la Fallaci è morta, chi l’ha scritto il nuovo libro?

Visto che la Fimi questa settimana non ha aggiornato la classifica album (se ne staranno spiaccicati al sole su qualche spiaggia Caraibica in attesa del Ferragosto, quei maledetti burloni), ma la vetta, da un rapido sguardo alle classifiche non troppo ufficiali sparse nella rete, non dovrebbe essere granché cambiata con Giusy sempre al numero 1, per la seconda puntata di Stop al televoto! ci concentriamo su quella dei libri più venduti che invece ha subito importanti stravolgimenti con non poche chicche tra cui la news tragica che vi avevo promesso domenica sera (che ancora non entra in classifica, ma noi, che siamo previdenti, cominciamo a prepararci psicologicamente). Ma andiamo con ordine e concentriamoci su quella italiana. Rientra in classifica alla 24esima posizione Mi piaci così di Francesco Gungui (che si legge Gungùi e non Gùngui come pensavo io), un autore gentile, simpatico e disponibile che ho avuto il piacere di conoscere virtualmente attraverso il suo myspace, a cui auguro tanta fortuna perché la letteratura giovane ne ha bisogno in un momento in cui lo spazio per emergere è ancor meno di uno spiraglio. Salendo troviamo Carofiglio con due dei suoi celebri gialli pubblicati da Sellerio: Ad occhi chiusi (22) e Testimone inconsapevole (18) che io ho letto e consiglio, diventati ormai dei cult. Altro che Faletti (ma perché continuate a comprarvelo?) che perde qualche posizione nella classifica generale, ma è comunque il 5nto autore italiano più venduto. Le mie ripetute macumbe paiono portare i primi risultati, infatti Dacia Maraini va giù, va giù, va giù alla 14, non vedo l’ora di non scorgerla più; mi crea non pochi problemi leggere il suo nome. Sono contento di segnalarvi alla 15 Come dio comanda di Niccolò Ammaniti, premio Strega dell’anno scorso, autore che amo e del quale aspettiamo il nuovo libro sperando che non debbano passare altri 5 anni. Salendo è tutto più o meno uguale alla settimana scorsa fatta eccezione per la vetta. Arriva il colpo di stato della Fallaci che sarà felice di sapere, ovunque essa sia, che il suo cappello pieno di ciliegie (Un) si piazza alla numero 1 scalzando il premio Strega 2008 Paolo Giordano (2), e che qualcuno si arricchirà ulteriormente grazie alla sua arte. A lei è legato il momento che io definirei Che amarezza! dal quale, senza volerlo affatto, sono stato travolto che, badate bene, non è comunque  la notizia triste che devo darvi. Ieri pomeriggio ero alla Mondadori del centro commerciale La Meridiana. Aspettavo in fila per pagare Il paradiso degli orchi di Pennac. Davanti a me una bionda sui 58 colloquia con la commessa. “Signorina, scusi, io dovrei fare un regalo ad un professore di Lettere settantenne, saprebbe consigliarmi qualche libro?” (Domanda lecita, no?)
La donna alla cassa, che secondo me tanto signorina non è, abbronzata male a forza di lampade incontrollate che le hanno regalato il tipico marrone oliva marcia, di quelli che lo sai che è artificiale, e che, evidentemente (perché si vede dagli occhi), nonostante lavori in una libreria, mai nella sua vita ha avuto il piacere di sfogliare uno di quegli enigmatici oggetti che vende: “Guardi, c’è il nuovo di Oriana Fallaci che è primo in classifica!”. La signora, che pure lei non è che sia proprio un asso in fatto di libri: “Ma la Fallaci non era morta?”. Il panico si materializza sul volto dell’oliva, vorrebbe chiamare Dana Scully e segnalare l’x-file di cui nessuno s’era accorto prima, che per non sembrare ignorante e allo stesso tempo assecondare la sua preziosa cliente: “Eh, avevo sentito una cosa del genere anch’io!”. In quel momento vorrei sparire, prego Dio di fulminarmi per sottrarmi a quello scempio orale (non ricapite male, dai). Sono tentato di tornare alla mensola, lasciare Il paradiso degli orchi e, con indifferenza mista a disperazione, abbandonare quel luogo ameno. “Ma se è morta, allora non l’ha scritto lei il libro!” “No no, signora, l’ha scritto lei. C’è il suo nome in copertina!” “E come ha fatto?” “Eh, non so…” Basta, alzo la manina e: “È chiaro che un autore non scrive soltanto quello che pubblica. Quello è un romanzo postumo che la Fallaci avrà scritto insieme a tante altre belle cose quando era ancora viva e vegeta, che non sono ancora uscite e che certamente usciranno. Posso pagare, grazie!” In momenti come questo mi chiedo perché certa gente invece dei libri non vada a vendere i formaggi, con tutto il rispetto eh!
Mi è nata una bollicina dietro al collo che mi fa male male male, male. Cos’è che dovevo dirvi, ah sì, ma ora è tardi, tra un po’ devo andare a lavorare, ve lo dico domani. Promesso, e io le promesse le mantengo quasi sempre.

25 commenti su “Ma se la Fallaci è morta, chi l’ha scritto il nuovo libro?

  1. E’ come Stephen King, li tiene in cassaforte, ogni volta ne esce uno nuovo e lui dice “Questo l’ho scritto quando avevo 22 anni”.

    Magari lo fa perchè pensa sia imperfetto e voleva spargere una patina di “Se vi fa cagarone, è perchè è uno che ho scritto millemila anni fa eh”.

    Vabbè, anche la fallaci aveva una cassaforte, probabilmente, dalla quale pescare libri.

    Per Faletti la pensiamo uguale, una fatica a finire io uccido mentre la critica elogiava qualcosa che nemmeno Backman (Eh si, collegamento a quello sopra).

  2. Capa, mi hai fatto troppo ridere. Io avrei avuto la tua stessa reazione probabilmente accompagnata da un gesto violento, rappresentativo della cazzata appena sparata.

  3. Bhé, anche io ho letto solo Lettera a un bambino mai nato e personalmente non l’ho trovato granché. Cioè, non particolarmente bello e nemmeno particolarmente brutto. Nella media, insomma.

    Quello che è fuori dalla media, in senso ovviamente positivo, è Il paradiso degli orchi di Pennac. Ho letto tutta la serie [sto mentendo, mi manca l’ultimo volume] e l’ho amata profondamente. Benjamin è un personaggio meraviglioso, e la scrittura di Pennac ha un ché di coinvolgente e simpatico che la rende unica. Ottimo acquisto.

    Sul lavoro in libreria: pare che sia una conditio sine qua non l’ignoranza letteraria per vendere libri. Una volta, persa nei mille volumi tra gli scaffali, chiesi alla commessa che mi consigliasse un testo che non potevo assolutamente non leggere. Tre metri sopra il cielo, mi ha risposto. Sono uscita immediatamente.

  4. erotte, il tuo è un ragionamento giustissimo. E’ chiaro che l’editore avrà dovuto lavorare all’opera della Fallaci che probabilmente era tutt’altro che completa. Però, insomma, a non sapere che è morta…

  5. beh in realtà il dubbio è più che legittimo se ci pensi un po’ è morta da quasi due anni e si sapeva che stava scrivendo sto libro e i tempi editoriali in certi casi sanno essere brevissimi… sempre che non si debba scrivere un bel pezzone mancante 😉 ad ogni modo ci sono sempre un bel po’ di discussioni sulle opere postume: ci sono autori che hanno scritto più da morti che da vivi! come dire: ad alcuni autori posso augurare una pronta morte e una lunga carriera?

  6. Che ridere la scena in libreria… Ah, Matto meno male che ogni tanto mi diverto un po’ leggendo il tuo blog ‘ché se no lo stress per il lavoro nuovo sarebbe insostenibile…

    Saluti dall’India e a presto

  7. rob, io ho letto lettera a un bambino mai nato, il suo libro più sputtanato e non è male, ma neanche niente di che. Boh, sinceramente non te la consiglio.

  8. Ma perchè la gente compra la Fallacci, viva o morta che sia?

    Io non ho letto niente di lei, la consigli ad un ventisettenne espatriato che ha buttato nel cesso la sua laurea?!

  9. Quando ho visto oggi il libro della Fallaci me lo sono chiesta anch’io. Ma non era morta? Caspita si che è morta. E si sarà pure rigirata nella tomba.

  10. Certe scene si ripetono un po’ dovunque! Hai ragione, certa gente dovrebbe vendere formaggio o cavoli, non libri! Che tristezza…Spero che Il paradiso degli orchi ti piaccia! Amo la saga creata da Pennac!

  11. ma che ridere..io lo avevo preso quel libro,ma arrivata alla cassa non riuscivano a passarlo.mi hanno fatto perdere un ora e alla fine l’ho dovuto lasciare li.ma si può?

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