[IV] Weekbook. Faccio il grafico e non ci vedo più dalla fame

Allora. Del mio debole (diciamo solamente letterario, se no il fidanzato mi mena) per Federica Manzon se ne sono accorti tutti. L’ho recensita, l’ho intervistata, ho fatto fuori un pacco intero di Gocciole Extra Dark, più gli ultimi biscotti del precedente, durante la diretta del Campiello passata a saltellare dal divano perché Di fama e di sventura era lì in cima a giocarsela con Molesini.
Tutto questo non bastava, non ero soddisfatto e allora sul numero di ottobre del freepress Slide distribuito un po’ in ogniddove, e che potete comunque leggere online, trovate l’articolo che ho scritto e del quale potete ammirare una miniatura a fianco. A meno che non siate geneticamente simili a una Talpa Cieca dei Balcani (se vi cibate di lombrichi, fossi in voi mi preoccuperei) a questo punto, che son trascorsi una manciata di secondi da quando l’avete guardato per la prima volta, suppongo che siate già stati colpiti dall’orrore grammaticale (che è molto più di un errore) come da un cazzotto di Tyson.
Me lo immagino il tipico lettore di Slide. “Uh, è uscito Slide!” Apre il giornale; arriva a pagina 99 (se non erro); vede l’immagine di copertina bella grande e pensa: “Uh si parla di libri, bello!”; legge il titolo dell’articolo: Di fame e di Sventura (con la e al posto della a e la esse di sventura maiuscola) e pensa in sequenza:
– Ancora un’altra storia ambientata in un paese sottosviluppato!
– Devono aver vissuto una sventura con la esse maiuscola, questi poveri bambini che muoiono di fame.
Bene. Fatemi respirare 5 o 6mila volte in un minuto, se no ci scappa il morto; credo ancora nei meriti e nella perseveranza per raggiungere un obiettivo. A proposito. Apro e chiudo una parentesi tonda in grassetto. (Da quando ho parlato di Amanda Knorr (ottima pure per il brodo) e Raffaele Sollecito sul blog, mi arrivano decine di visite al giorno dall’America. Comincio a sentire una certa pressione dai media americani. Fatemi scrivere che sono innocenti va!
“Amanda e Raffaele sono innocenti (e pure io! Meglio specificarlo che non si sa mai). Giustizia è fatta!” (E io sono la reincarnazione di Ernest Hemingway.)
Bene, ora mi sento molto più tranquillo. Posso chiudere la parentesi) e spiegarvi con molta serenità in corpo i motivi per i quali ho ingaggiato un killer professionista per “punire” il grafico del giornale e tutta la sua famiglia. Non occorre che vi dica che l’articolo l’ho consegnato corretto. Comunque, a scanso di equivoci, lo diciamo. Anche stavolta si è materializzato il terrore che mi pervade poco prima di una pubblicazione, qualunque essa sia: il fantasioso spirito d’iniziativa del grafico. Il tipico orrore che non dipende da me, la cui predizione (perché tanto lo so che ce lo trovo) genera un’ansia pre-parto che nasce nel fegato, si propaga attraverso il sistema venoso e infine sfocia in lacrime e violenza molto gratuita.
Al di là degli scherzi (quali?! Il killer sta raggiungendo l’abitazione del grafico eh!) può capitare. Certo, un po’ d’attenzione in più non guasterebbe, che poi non è che ci voglia proprio Sherlock Holmes con la sua lente per accorgersene. Comunque la redazione di Slide si scusa e fa sapere che pubblicherà la seguente finestra sul numero di novembre:

La Direzione di Slide rente noto che è stato pubblicato erroneamente nel precedente numero di Slide, nella rubrica curata da Sololibri.net, il titolo del libro recensito “Di fame e di sventura”, mentre il titolo esatto è “Di fama e di sventura”. Sololibri.net non è responsabile per tale refuso, avendo correttamente inviato il titolo esatto alla nostra redazione.

Al di là del fatto che secondo me la esse maiuscola inserita un po’ alla cazzo (che loro nella rettifica non nominano) conta eccome, auguriamoci che non facciano copia-incolla dall’email che mi hanno inviato se no gli toccherà rettificare pure il numero di dicembre con “renDe noto” al posto di “renTe noto”.
Ciò detto a favore dei 200milioni di lettori che stanno assaporando lo Slide di ottobre, e della mia reputazione che andava nuovamente salvata, che qualcuno dia una Fiesta al grafico che… non ci vede più dalla famE!

11 commenti su “[IV] Weekbook. Faccio il grafico e non ci vedo più dalla fame

  1. Leggendo il titolo del tuo post, avevo pensato parlasse di quanto i grafici fossero sottopagati. Ahahaha (ok, rido da sola).
    Mi sono appuntata titolo e autrice, per il prossimo salto in libreria.

    • Claudia, rido da solo anch’io (poveri grafici!) poi rido io che voglio dire… ma va be’! -.-”
      Sì, straconsigliato. Un romanzo vecchia maniera, intenso e dolce e scritto benissimo.

  2. Ecco, appunto..i Grimaldi di Montecarlo discendono dai Grimaldi di Genova, blasonata famiglia della Repubblica Genovese…quindi nelle tue vene scorre sangue blu, per di più di terra di Liguria 🙂 !
    Ho fede per il libro…che ti devo dire!

  3. Ha ragione Deb, divertentissimo l’articolo!
    Il refuso è effettivamente pesante…il grafico sarà innamorato, cerca di capirlo, ha la testa altrove…
    Ah, non c’entra nulla con il post ma stamattina sono passata il libreria e il tuo libro pare sia viaggio, speriamo!
    E sempre per la serie…non c’entra nulla ma è un po’ che volevo dirtelo…lo sai che il tuo cognome è genovese? Che i Grimaldi sono una delle famiglie nobili della città? Uhm, mi sa che qualche tuo antenato in tempi lontani sia partito da qui per arrivare lì…chissà! Buon weekend!

    • Miss Fletcher, ma io lo capisco. E’ il killer che è un po’ duro di comprendonio. 🙂 Non sapevo che Grimaldi fosse genovese, qui a L’Aquila ce ne sono tantissimi. Però posso dirti che io provengo dai reali di Montecarlo, non so gli altri.
      [Deve compiere un viaggio molto lungo ‘sto povero libro? L’hai ordinato in una libreria di Toronto?]

      Chagall, io sono calmissimo, che scherzi?! [Dove sono quelle stramaledette pillole?! Stramaledizione!]

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