Informarsi prima di informare

Mi sono svegliato e ho sbattuto gli occhi contro le immagini del terremoto che stanotte ha colpito Modena e Ferrara in particolare. Il bilancio sembra contenuto: 6 morti e una cinquantina di feriti. Salva miracolosamente, invece, una bimba di 5 anni: sulla sua stanza è crollato il campanile di Finale Emilia, ma una trave l’ha protetta. Dopo due ore sotto le macerie, gli uomini della Protezione Civile l’hanno tratta in salvo. Scrivo questo articolo spinto dal dispiacere che la brutta notizia del giorno mi ha trasmesso, e dal dispiacere provocato da certe reazioni facili e veloci che ho letto, e che riassumo così:
– A L’Aquila è stato uguale, però ha raso al suolo una città.
– Per fortuna che qui non hanno costruito case di merda come a L’Aquila.
Provo a spiegare perché a L’Aquila non è stato uguale, senza entrare in inutili tecnicismi. L’intensità del sisma misurata il 6 aprile 2009 è stata di 6.3 scala Richter, con picchi di 7 per pochi istanti. Per comprendere la differenza di energia fra un 5.9 e un 6.3, valori che a occhio sembrano molto vicini, bisogna sapere che la Richter è una scala logaritmica in cui tra un grado e il successivo c’è una differenza di 10 volte dell’ampiezza del movimento del terreno, e di circa 30 volte dell’energia liberata. Quindi non è un saltino fra un punto e l’altro, ma un’immensità di potenza che separa il 5.9 dal 6.3. La durata della scossa principale di stanotte è stata di 20 secondi, a L’Aquila fu di 30. Anche qui si potrebbe dire: Cosa vuoi che siano 10 secondi in più? Sono un’enormità: a L’Aquila sarebbero bastati 4 o 5 secondi in più per vedere triplicarsi le vittime. Un’altra differenza sta nella profondità. Il sisma di stanotte è stato rilevato a una profondità superiore ai 10 km, a L’Aquila fu a 9 km. Solo un km, sì, che attenua esponenzialmente l’energia. Quello che sto dicendo non significa che gli edifici crollati a L’Aquila erano stati costruiti in modo impeccabile. Tutt’altro, viste le decine di processi in corso. Voglio solo dire che mettere a paragone le 2 realtà, soltanto per una vicinanza di cifre nel nostro comune intendere i numeri, non è corretto dal punto di vista del significato scientifico che i numeri hanno in questo caso. I paragoni sono sempre facili, però bisogna avere i giusti elementi per poterli fare in modo sensato, prima di riportare alla gente inesattezze. Informarsi prima di informare, insomma. Per farvi un’idea leggete anche questo articolo pubblicato su Dita di Fulmine, nel quasi l’autore fa un confronto fra la potenza di un terremoto e quella di un ordigno nucleare. L’immagine che vedete nel post è ripresa da lì. Sono dati che io ignoravo, prima di vivere in prima persona il dramma del 6 aprile. E avrei preferito non doverli imparare sulla mia pelle, credetemi. Resta il fatto che il terremoto si dimostra sempre più una caratteristica del nostro territorio, più comune che eccezionale. Un incubo, mi ha detto un mio amico. Una cosa che esiste, rispondo io, nei confronti della quale, come Paese, siamo purtroppo molto indietro. Altrove hanno mezzi, misure e volontà diverse, e riescono quasi sempre a impedire stragi che da noi, ahimè, si verificano puntualmente con l’accadere di eventi cataclismatici anche di minore intensità.

31 commenti su “Informarsi prima di informare

    • Allora hai fatto un buon liceo. Non si può dire la stessa cosa per gli autori di certi articoli usciti in questi giorni.

  1. Paragonare due catastrofi non è mai un bene. Tra Abruzzo ed Emilia ci sono differenze sostanziali.
    E devo immaginare che questo valga anche per la fase ricostruttiva.
    Scommettiamo?

    Un sorriso e… complimenti!
    M.

  2. Finalmente riesco ad accedere ai commenti. Grazie per queste riflessioni pacate e di buon senso. In questi casi quello che indispone maggiormente è proprio la disinformazione e le parole dette a caso. Mi dispiace che tu abbia vissuto così da vicino l’esperienza del terremoto. Viviana

  3. La tua rabbia è davvero comprensibile.
    Io penso solo al fatto che sabato credevo mi crollasse tutto addosso. Credo che i paragoni siano davvero inutili… ogni situazione va vissuta a sé ed ognuna ha la sua importanza.

    • Un misto di rabbia e dispiacere per non riuscire a difendere al meglio la mia città. Perché in pochi, pochissimi, realmente capiscono.

  4. Purtroppo l’ignoranza dilaga… Mi sono reso conto che ormai pur di annunciare le notizie per primi fanno delle boiate! Esistono le esclusive dei telegiornali!!! Queste cose mi fanno schifo, fare i soldi sulle disgrazie, svolgendo un lavoro in malo modo…
    Buona serata Matteo

    • Tornato dalla serata. Non è stata malaccio, però, visto che era lavorativa, neanche così buona. Speriamo sia meglio la nottata! Buonanotte caro Amleto! 🙂

  5. Pensa che Sgarbi ha dichiarato: “L’Emilia reagirà, mica come L’Aquila che se ne sta con le mani in mano e si piange addosso”. C’è tanta, troppa disinformazione. Sfugge la differenza di magnitudo, sfugge il fatto che il terremoto qui abbia colpito un intero capoluogo di regione, con un numero di vittime e di sfollati che non è minimamente paragonabile, sfugge il fatto che, oltre al terremoto, abbiamo avuto una seconda disgrazia, cioè una classe dirigente locale, totalmente incompetente, che ha assecondato senza battere ciglio le scelte pessime di un governo squallido. L’unica cosa paragonabile è lo stato d’animo post-terremoto che noi, purtroppo, conosciamo e comprendiamo bene. Condivido ogni parola, virgola e punto del post. Ma che te lo dico a fa 😀

  6. Siccome sono quella che ha scritto, come status Facebook, “ho letto che a L’Aquila fu di 6.2, qui stanotte 6, quindi mi sento di ringraziare la mia regione per non aver permesso si costruissero case di merda”, qui citato, mi sento personalmente chiamata in causa e tengo a precisare che assolutamente non era un paragone con il terremoto de L’Aquila. Non studio geofisica, non ne so niente, io, di terremoti, solo che fanno una gran paura del cavolo e che sono contenta che la mia casa sia ancora in piedi a differenza di altre che son cadute, e questo grazie alle leggi antisismiche in vigore in Emilia Romagna dal 1975 per le abitazioni civili (purtroppo, non per gli edifici storici e industriali, come abbiamo potuto tristemente vedere oggi).
    Allora, Matteo, se vuoi la completezza informativa, sii chiaro anche con chi citi, e con le sue ragioni.
    Ciao

    • Marta, hai fatto bene a ribadirlo se ti sei sentita chiamata in causa. Non ti ho citato perché la mia non voleva essere una citazione, altrimenti l’avrei fatto. Oggi ho letto decine di articoli il cui contenuto era simile al tuo post su Facebook, con parole in qualche caso identiche. Pensa che l’espressione: case di merda, ricorreva spesso. Come pure il paragone fra i 2 terremoti. Quindi non pensare che uno si accanisca contro l’autore di un post su Facebook, almeno non è un comportamento che mi appartiene. Semmai colgo un’aria generale e provo a spiegare ciò che so, che può essere utile a capire meglio. Mi spiace di questa polemica che non è mia volontà alimentare, soprattutto sulle tragedie. In questo articolo ho provato a spiegare le differenze, quelle più evidenti, fra i 2 fenomeni sismici. Nient’altro. Buonanotte! 🙂

  7. Ma davvero c’è chi ha fatto il paragone con L’Aquila? Che idiozia… Ci sono talmente tante variabili in gioco che anche chi non studia geofisica sa benissimo che un terremoto è un caso a sè… E’ ovvio che vedere certe immagini e apprendere certe notizie di primo mattino non può che riportare a casi analoghi (e quello de L’Aquila è solo l’ultimo in ordine cronologico), ma fare i confronti tra i diversi casi è veramente da ignoranti…
    In comune hanno solo, purtroppo, il fatto e il fato che ci siano state vittime 🙁

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