I trabocchi

"Secondo te ce la siamo giocata bene?"
"Secondo me sì."
"Allora meglio di così non poteva proprio andare?"
"Poteva andare oltre, ma finché non ho fatto la cazzata ce la siamo giocata bene."
"Ti sei pentita?"
"Sì."
"Pensavo non provassi più niente per me."
"È quello che ho dovuto dire. Sei insostituibile."
"Perché l’hai dovuto dire?"
"Perché dovevo andare via, e dirti che non ti amavo più era l’unico modo per farti stare meno male."
"Una storia Milano–L’Aquila sarebbe stata una tortura, è per quello che mi hai lasciato?"
"Sì, solo per quello. Fosse andata diversamente staremmo ancora insieme."
"E perché ora, dopo tre anni, mi stai dicendo che provi ancora sentimenti?"
"Perché è vero."
"Sì, ma perché me lo dici, visto che domani torni a Milano?"
"Lo devi sapere."
"Dici, perché magari un giorno…?"
"No, non diciamolo per niente, però il senso era quello."
"Quindi ho perso."
"Abbiamo perso, anzi forse ho perso più io, quando ho deciso che dovevo andare via."
"Quando ci rivedremo, tra altri tre anni?"
"Speriamo prima, no?"
"Magari allora mi concederai una rivincita."
"Te la devo. Tanto, sono certa, ti avevo trovato per un motivo ben preciso."
"E quale sarebbe?"

Come se esistesse davvero un destino. E come se, nell’immensità di Milano, non ne esistesse davvero uno migliore di me. Certo è che rivangare un passato comune, in due, può riportare a galla dettagli sconosciuti, e la cosa è, spesso, profondamente deleteria. E chiamali dettagli!

18 commenti su “I trabocchi

  1. fuoridallamassa, non è tutto frutto della mia fantasia. Ci sono dei passaggi reali che non ho fatto altro che riportare qua. Forse perché la realtà sa essere molto migliore in termini emozionali della fantasia. A presto!

  2. caspita!mi piacciono gli scrittori emergenti… complimenti!andrò senz’altro a comprare il tuo libro e speriamo che un giorno riesco a scriverne uno anchio!!! ciao ciao 😉

  3. Ily, hai ragione. Pienamente. Impegnati a scuola e il 26 Aprile che è sabato alle ore 18.00 (segna), visto che sei aquilana, porta tutti gli amici del mondo, parenti, vicini di casa, tutti, alla Nuova Editrice che c’è la mia presentazione! 😀

  4. Jerome, spero ti sia ripreso e che la tua giornata da stamattina abbia ritrovato l’allegria. Quando si parla di amore vero siamo d’accordo, ma l’amore vero deve avere anche un buon terreno su cui poter, intanto mettere le radici, e poi crescere, e forse quella decisione è stata una buona decisione. Però fa un certo effetto.

  5. ehi!!quanto tempo!!!lo sò sono imperdonabile ma questi ultimi 2 mesi di scuola mi stanno uccidendo!!!tutta colpa dei poff k ci caricano di compiti!!:) e vabbè…cmq,secondo me,il passato fà parte di noi…contribuisce a determinare quello k siamo e saremo…in un certo senzo,da esso dipendono anche le scelte e decisioni k prenderemo…quindi non ha senso cercare di respingerlo…magari farà male lì x lì…xò rendersi conto di quello k è stato e di quello k sarebbe potuto essere fà sempre bene,è una cosa buona…xkè ricorda k se sei quello k sei è anche x merito suo!!!:) 🙂 by ily

  6. Per esperienza…un passato condiviso non va mai risotterrato quando ormai una storia é finita. Non avrebbe neanche senso a meno che non ci fosse l’intenzione concreta di ricostruire o recuperare qualcosa! Meglio conservare i ricordi per sé stessi per non inquinare quelli belli né riaccendere quelli brutti!

    Cmq Matto, saranno punti di vista ma credo fermamente che quando si parla di amore vero non ci sono limiti di spazio, tempo o altro. Tutto diventa possibile e nessun ostacolo appare insormontabile ma anzi diventa una sfida da DOVER affrontare! Ma parliamo di amore vero! Quello che non si fa intimorire da qualche centinaio di km! Poi se i km diventano un alibi ahimé…

    Cmq questo post mi ha messo un’amarezza…mi hai rovinato la giornata uffi 🙁

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