Il trionfo della risata, passando ahimè per il professor Meluzzi

Qualche volta esplodo come una bomba. BOOOM!
Mi si sono ingrossate (non ci vuole molta fantasia per intuire l’oggetto dell’ingrossamento) a forza di contenermi in nome di quella diplomazia che contraddistingue le persone educate, quell’aplomb da salotto televisivo, per quanto nei salotti televisivi accada veramente di tutto.
Attenzione: se alla vista del professor Meluzzi in TV vi si gonfia la lingua, lance infuocate vi trafiggono lo stomaco e vi gratta tutto è consigliabile saltare il paragrafo racchiuso fra parentesi quadre in grassetto e passare oltre.
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Secondo me il prossimo grande omicidio di cui si occuperà Salvo Sottile a Quarto Grado sarà quello del professor Meluzzi, in diretta. Dio quanto è odioso quell’uomo (parere personalissimo, non so voi…) con quegli odiosi occhialetti rotondi da mago quindicenne che si tocca continuamente (gli occhialetti. Lo preciso perché per un attimo mi ha raggiunto l’immagine di Meluzzi che si toccava altro e, dopo l’immagine, il vomito). Quella parlantina saccente e odiosa (sì, odiosa, perché non ti può non mancare mai la parola giusta, non è umano dio mio! Dev’esserci almeno un istante nella tua lunga vita, uno soltanto in cui incespichi con i termini e ti blocchi a pensare a quella parola sulla punta della lingua che a te, merluzzone di un Meluzzi, non manca mai). Sai sempre tutto. Si parla di omicidi e tu sai chi è stato, si parla di violenza carnale e tu ne hai subite, si parla di vita nell’Universo e tu hai conosciuto ET, si parla di droga e tu… pure qua sai cosa dire. Non ti annoi a non avere mai un dubbio nella vita? Mica ti offendi, se esprimo la mia. Va be’ che (Meluzzi) pare offendersi anche per il solo fatto che a interloquire con lui non sia Dante Alighieri, bensì un comune essere umano che, prima di rivolgere all’esimio la sua umilissima domanda, quasi si sente in dovere di scusarsi di esistere. I principali sospetti del delitto davanti alle telecamere (in quel momento spente) ricadranno su Picozzi. Lo sanno tutti che Picozzi è geloso si Meluzzi. Meluzzi gode della stima delle tette di Barbara D’Urso e lui solo di quella del neo di Bruno Vespa, poveretto. E su di me, vai a capire il perché. Mi è anche simpatico Meluzzi. Ehm.]
Qualcuno mi dice che sono cambiato. Qua volevo arrivare. Mi rendo perfettamente conto che la digressione sul professor Meluzzi non è per nulla funzionale al concetto, ma son quegli sfoghi che vanno un po’ per i fatti loro. Pensate a che punto di (in)sopportazione sono arrivato. Dicevo, cambiato nel senso che adesso rido quando mi criticano, che adesso rido quando qualche deficiente viene a dirmi come si fa questo e quello dimenticandosi che questo e quello gliel’ho insegnato io, anni fa. Che prendo le mazzate con sportività, perché rido. La verità è che ho semplicemente fatto un calcolo dei pro e contro, e ho trasformato il mio sorriso in una detonazione. La mia forma di protesta (quando ne vale almeno un po’ la pena) è diventata una sonora risata.
“Scusami se rido, ma quello che dici è comico!”
Volete mettere l’efficacia, rispetto al dispendio di energie di una litigata che provoca pure un abbassamento di voce? Per non parlare poi della rabbia che si parcheggia sul fegato e lo mangiucchia a poco a poco. Che resta, disposta a rovinare ora per ora tutta la giornata. No, io ho smesso. Io rido e dico la mia. Chi tace di fronte all’ingiustizia è ingiusto per primo, chi urla (e l’ho fatto per anni) non ottiene quello che merita e comunque, anche dovesse ottenerlo, alla fine dei conti gli sarà costato troppo.
Una risata signori. Bella, di gusto, derisoria, scrosciante. Una risata vi seppellirà. (O disseppellirà, come dicono quei ganzoni di Spinoza, che morir dal ridere non rende giustizia a quel che mi capita ogni volta che li leggo.)
“Non ridermi in faccia.” “Scusami ancora, ma sono trent’anni che rido, non pretenderai che smetta di farlo adesso, proprio davanti a te.” Ecco, così.
Una risata può essere divertente, come pure complice. Una risata insieme, dolce, di cuore. Una risata è capace di proteggere da un brutto colpo, come uno scudo e di contrattaccare gelida. Definitiva, gelida, gelida. Gelida.
Combattete le vostre battaglie con una risata, porterete a casa grandi trionfi.