I limiti della vita e dell’amore

Stamattina seduto (beh, in piedi è un po’ scomodo) sul cesso, nel mentre espletavo i miei regolarissimi bisogni fisici post colazione con latte e cereali (cacca, puntuale come un orologio svizzero), ho finito L’amore ai tempi del colera di Marquez. C’ho messo un po’ perché non ho più molto tempo per leggere, sebbene continui a farlo sempre, tutti i giorni, molto meno di prima, e il water-moment è uno dei pochi che mi restano. Non servo certo io da Preturo in L’Aquila (come direbbe la carissima neolaureata Alessia Fabiani) a dire che quello è davvero un bel libro e che non c’è molto da stupirsi se autori così non torneranno più. Sono molti i passaggi che colpiscono oltre alla storia così poco vicina alla realtà, ma chi lo dice che la realtà è quella che accade tutti i giorni, di un amore che resiste nonostante 50anni di vita fatta di altro, non condivisa. Di incontri, di famiglie diverse, figli, ma col pensiero di quel sentimento travolgente e giovane sempre nel cuore del protagonista Florentino Ariza, che conserva la speranza di poter un giorno avere la sua Fermina Daza con sé e soltanto per sé. E la segue non soltanto per le strade, la segue come un piccolo moscerino che tenta di cogliere nei suoi sguardi segnali, cambiamenti, e per lui Fermina è sempre meravigliosa nonostante il tempo, tanto, e i segni sul viso. Il finale non lo svelo, stavolta, perché vorrei che lo leggeste.
Quando ho chiuso il libro mi sono precipitato in camera alla ricerca di Cent’anni di solitudine, ma non l’ho trovato. Sono sicuro di averlo da qualche parte, mi ricordo che era uscito con Repubblica. Chissà dov’è finito. In compenso ho ritrovato un libretto di Marquez che avevo acquistato un’infinità di anni fa sulla spiaggia di Vasto. Avrò avuto 15 anni forse; c’era questa bancarella di libracci, e io passai quasi tutta la mattina a rovistare tra fumetti sgualciti, libri di ricette, harmony, alla ricerca di un libro vero, finché mi ritrovai tra le mani Dell’amore e di altri demoni, costava 2000 lire (i lettori più giovani forse non lo sapranno, ma fino a qualche anno fa l’Euro non esisteva, non è che sono proprio un matusalemme io), da allora non l’ho mai letto. A me qualche volta capita di comprare un libro e leggerlo moltissimo tempo dopo; ne ho tanti sulla mensola che mi aspettano eppure continuo a comprare. Credo che sia il libro a doverti chiamare e Dell’amore e di altri demoni è stato davvero paziente.
Vi lascio con un passaggio meraviglioso dell’Amore ai tempi del colera, uno dei tanti, devo dire, da brividi.
 
Il capitano guardò Fermina Daza e vide sulle sue ciglia i primi bagliori di una brina invernale. Poi guardò Florentino Ariza, il suo dominio invincibile, il suo amore impavido, e lo spaventò il sospetto tardivo che è la vita, più che la morte, a non avere limiti.
 
Non mettete mai limiti alla vita e all’amore, è inutile oltre che ingiusto.