Sex and the city

Oddio quanto tempo era che non andavo al cinema. Che poi, finché non ci torni, non ti rendi conto di quanto è passato dall’ultima volta che hai vissuto quella coraggiosa esperienza, perché di coraggiosa esperienza parliamo se il tuo vicino di poltrona passa primo e secondo tempo (si parla di quasi due ore nette, mica cazzi!) a sputacchiare in una cannuccia a poco meno di quindici centimetri dal mio orecchio sinistro. E non è tanto la saliva che comunque, grazie alla distanza minima, ma sufficiente, e a Dio, che evidentemente esiste, non riesce a raggiungermi, quanto il fastidiosissimo gorgoglio che, costante, s’insinua nel cervello spostando l’attenzione da Sex and the city all’odio che provo per quell’esserino-lama, e alla tentazione sempre più vivida di soffocarlo col mio giubbetto di jeans rispolverato per la serata. Fortuna che ho incontrato Fede e Michi che erano state allo spettacolo delle otto, e fortuna che Fede aveva la Thursday card con sé, che fino a qualche mese fa ti davano gratis al cinema e al Mc Donald’s, che ha il magico potere di farti pagare tre euro a spettacolo a patto che tu ci vada di giovedì. La mia l’ho persa, Fede mi ha prestato la sua, e quindi, invece che cinque, ho pagato tre. Il film mi è piaciuto moltissimo, fatta eccezione per il finale che no, non mi è piaciuto. Non tanto per la banalità e la prevedibilità, quanto perché no, io non volevo che finisse così. Ho passato tutto il secondo tempo a pregare che non finisse così, e invece… è finito così. Così come? Andate a vederlo, e quando comincerete a sperare che non finisca in un certo modo, beh sappiate che rimarrete molto delusi perché quel certo modo che vi ostinate a rifuggire è proprio il finale del film, purtroppo. Se non ve ne siete accorti sto facendo degli sforzi immani per non rovinare la visione a chi ancora non l’ha visto. Quasi quasi, per placare la frenesia del dover svelare a tutti i costi, che mi brucia dentro, vado in cucina e mi butto nel pacco di biscotti. Non avevo mai visto Sex and the city, il telefilm, solo una puntata l’altro ieri e mi aveva fatto ridere. Ci sono scene di quel film che mi hanno fatto piangere dalle risate, altre che m’hanno fatto piangere e basta (sempre interiormente, sia chiaro!). Una delle protagoniste fa la scrittrice, e quando va in libreria sposta il suo libro bene in vista come faccio io. Allora è un vizio comune! Tanto per dire una scena che m’è rimasta impressa.
Pare che per il grande successo che sta avendo in tutto il mondo abbiano deciso di girarne un altro paio, io intanto sto provvedendo a farmi prestare tutte le serie da Luca che ce l’ha belle ordinate in DVD rigorosamente scaricate (certo che ha pagato!) con tanto di copertina realizzata direttamente da lui e diversa per ogni serie.
Correte al cinema perché ne vale la pena. È quel genere di comicità sensata e moderna, intelligente, rapida, paradossale… quello che non è Boldi, in pratica (e mo che c’entrava il povero Boldi? No, così perché è il mio esempio preferito di comicità-pena). Fidatevi del Matto e andrete sul sicuro.
Intanto oggi è venerdì e domani è sabato (ma va?), no era per dire che c’è un nuovo Trash week end da mettere su, e allora, se avete qualche idea, sparate pure, che io poi m’informo e creo, creo, creo.