Sennò perché direi… pathos dove sei? Boh, se non lo sai tu! O_o

Il Matto non poteva privarvi del momento malinconic-revival (continuo a far uso di quest’espressione assolutamente senza significato alcuno; sia ben chiaro, da me coniata), che il vostro inconscio ha richiesto a gran voce, posseduto dal demone del delirio di massa post-citazione (non post-it!) di Pathos.
Grazie ai potenti mezzi tecnici di Splinder, che è sì perennemente in manutenzione con quella sua odiosa finestrella blu in cui si scusa con tutti, e se devi leggere un blog te lo puoi solo sognare, però, diciamolo, è figo; cliccando sulla freccetta del play potrete, se volete, (pensateci bene) rituffarvi in quel lontano Sanremo, tra le atmosfere delicate dell’Estremo Oriente (di cui la Salemi ignora la posizione geografica) e le assurdità no sense della hit dei flop. Ecco a voi Pathos:



 
Che poi questo meccanismo di postaggio (?) audio istiga il blogger al download criminoso by E-mule. Perché ti fa cercare il file nel PC, quindi se uno non ce l’ha che fa? Va su E-mule e se lo scarica. Voi da bravi, fate come me che sto scaricando Pathos da iTunes pagandolo due euro. Smettetela di sbellicarvi, e andiamo avanti.
In attesa dell’analisi dettagliata del nuovo singolo della Salama ehm Salemi, al quale temo si aggiungerà il commento del testo di Pathos che veramente merita, vi lascio con l’ultima recensione che ho scritto per il sito Seriomanontroppo. Si tratta del bel romanzo Stojan Decu – l’altro uomo, di Simone Perotti.
Leggetela con Pathos in sottofondo, e vi sembrerà una storia da Estremo Oriente, anche se con l’Estremo Oriente non c’azzecca ‘na mazza; o forse sì?
 
M.
 
Un disco di luce da dietro il monte. Sembra l’alba anche se sono le tre di notte. Pochi minuti e viene fuori la luna. Tutta. Senza parole né respiro guardiamo. Sembra che con te sia destinato a scoprire le meraviglie del mondo.