Piperno: imbattibile insetto-repellente.

Ce l’avevo dentro. Una rabbia per aver speso diciassette euro per Piperno che non potete immaginare, tra l’altro una settimana prima dell’uscita, ovviamente a mia insaputa, (idiota ancora non ci divento; almeno credo!) dell’edizione economica da quattro euro e cinquanta (sprecati anche quelli, per carità!). Dovevo trovare un modo per liberarmi dalla sgradevole sensazione che la lettura mi provocava; lenta, ammorbante, e infinitamente uguale a se stessa, come la giornata più lunga e noiosa che possiate figurarvi. Rigurgitini multipli, alternati ad un incontrollabile mix di sputacchiamenti e tosse convulsa, pagina dopo pagina. Grazie a Dio qualcuno su questa Terra ancora ti permette di scrivere e parlar pubblicamente male di qualcosa non gradito. Così l’ho fatto. E allora, basta buonismi, collosi come marmellata! Diciamo le cose come stanno! Con le peggiori intenzioni è un libro orrendo. Riesce a farti pentire di saper leggere. Consiglio ai malcapitati che come me hanno avuto l’ispiegabile impulso all’acquisto, di bruciarlo nel caminetto. Ho notato che il fumo scaturito da una singola pagina ha il potere di stecchire all’istante mosche, zangare, tafani, e quant’altro dotato di ali, anche di dimensioni rilevanti; e mantenere l’ambiente sgombro da queste esistenze fastidiose per oltre due mesi.
Grazie sempre a Gianni di Seriomanontroppo, che mi dà corda.
Che aspettate? Per godervi l’allettante esecuzione di Piperno basta cliccare quaggiù, sul titolo di quella robaccia che lui e la Mondadori chiamano romanzo.

M.
 
Come fanno a dire che la scrittura non è terapeutica? Io mi sento già meglio.


*Findarto, io non dimentico. E tu sappi che… Hai le ore contate!*

(Oh, si scherza eh! Non è che mi mandi la polizia a casa?)